Jungkook's pov
Uscii dalla stanza del più piccolo, prendendo le chiavi di casa. Mi chiusi il portone di casa alle spalle e andai verso il parcheggio, diretto alla farmacia più vicina. Mi sentivo tremendamente in colpa, Jimin si era preso la febbre a causa mia e io lo avevo costretto a uscire senza dargli il tempo di prendere la sua giacca. Non fui affatto sorpreso di scoprire che si era preso l'influenza, avevo notato quanto fosse gracile e questo mi fece sentire ancora peggio. Misi in moto l'auto iniziando a guidare per le strade, c'era un po' di traffico a causa dell'orario di punta ma sorpassai qualche macchina troppo lenta e arrivai dopo una decina di minuti. Non sapevo esattamente che medicinale prendere, non mi ammalavo quasi mai e quando succedeva chiedevo semplicemente al farmacista. E fu quello che feci, mi avvicinai alla commessa e le chiesi quale fosse il medicinale più adatto per l'influenza. Appena ebbi comprato quello che mi serviva, mi avviai alla macchina e ripresi a guidare verso casa.
Girai le chiavi nella toppa della porta, spalancandola. Probabilmente il biondino era ancora in camera, la cucina era immacolata, segno che non si era ancora alzato per mangiare. Mi diressi verso i fornello e presi il mio telefono, cercai la ricetta del brodo, sperando che un pasto caldo l'avrebbe aiutato a sentirsi meglio. Non avevo mai cucinato prima e l'idea che il risultato potesse essere immangiabile mi mise un pizzico d'ansia, non nego di essermi impegnato però.
Dev'essere il senso di colpa, senz'altro. Non lo farei altrimenti.
Versai il brodo in una ciotola e afferrai la scatola delle pastiglie, incamminandomi verso la sua stanza. Spalancai la porta e lo vidi girare lo sguardo verso di me, potevo facilmente notare gli occhi stanchi e le guance arrossate dalla febbre.
<<E' la prima volta che cucino qualcosa quindi spero sia mangiabile, ti ho preso delle medicine per la febbre, prendile dopo aver mangiato>>, lo vidi spalancare gli occhi sorpreso a quella vista e le sue labbra schiudersi dallo stupore. Pensai che probabilmente non mi volesse intorno, soprattutto in quella situazione, quindi uscii dalla sua stanza, lasciandolo a mangiare in pace.
Tornai mezz'ora dopo a controllarlo, era steso sul letto e sembrava dormire. Mi avvicinai a lui, sporgendomi per poggiare la labbra sulla sua fronte, era ancora caldo nonostante, come avevo notato dall'imballaggio aperto, avesse preso la pasticca per far scendere la febbre. Feci per andarmene ma una mano si strinse intorno al mio posto delicatamente, mi girai trovandolo con gli occhi aperti, seppure ancora assonnato. <<Resta un po' con me>>, disse titubante.
<<Per favore, almeno finché non mi addormento>>, annuii in risposta.Spostò le coperte, lasciandomi un po' di posto sul materasso. Mi infilai nello spazio che mi aveva riservato e lo vidi avvicinarsi al mio corpo, per poi poggiare la testa sul mio petto, abbracciandomi la vita. Appoggiai esitante una mano sulla sua testa, poi quando vidi che non sembrava dispiacergli, iniziai ad accarezzargli i riccioli biondi, constatandone la morbidezza.
<<Grazie per il brodo, non faceva poi così schifo>>, disse con voce flebile, ridacchiando leggermente.
<<Sì certo, ammettilo che era il migliore di tutta la tua vita>>, ribattei divertito. Non ottenni risposta e capii dal suo respiro leggero e regolare che si fosse addormentato. Continuai a passare le dita tra quelle soffici ciocche dorate, rilassandomi, fino a quando non mi addormentai anch'io.
Mi svegliai sentendo un leggero pizzicore sulla fronte, aprii lentamente gli occhi e rimasi immobile davanti a ciò che vidi. Il viso del mio coinquilino era quasi appiccicato al mio e quello che avevo riconosciuto come un pizzicore era stato causato dai suoi capelli, i quali ricci chiari si distribuivano quasi perfetti sul cuscino celeste. Aveva la testa appoggiata sulla mia spalla, le palpebre erano ancora calate sugli occhi ed erano delineate da una grande quantità di ciglia lucide e lunghe. Le sue labbra schiuse quasi toccavano la mia guancia in un bacio impercettibile, l'intera situazione era fin troppo intima e non ne ero per niente dispiaciuto.
Controllai l'ora sul mio cellulare, era già tardi e decisi di alzarmi, seppur riluttante, per ordinare una pizza, non ero esattamente uno chef e non volevo che oltre alla febbre Jimin stesse male anche per il mio cibo. Spostai la sua testa sul cuscino, sgusciando via delicatamente dalla sua presa, per poi alzarmi e accostare la porta della sua camera. Mi diressi in salotto e presi il telefono, digitando il numero. Ordinai le pizze e non sapendo i gusti del biondo optai per una semplice pizza con wrustel e patatine per lui e una diavola per me. Aspettai l'arrivo del fattorino, quando finalmente suonò il campanello pagai le pizze e le portai in camera di Jimin. Lo svegliai, scuotendogli delicatamente la spalla.
<<Ehi Jiminie, ho preso la pizza, ti va?>>, lo vidi annuire ancora mezzo addormentato, sorrisi vedendolo cercare di tenere gli occhi aperti.
<<Ti va di vedere un film?>>, gli chiesi, magari lo avrebbe intrattenuto più della mia compagnia.
Annuì ancora, con più entusiasmo, e mi diressi verso la sua tv, accendendola e prendendo il telecomando. Aprii l'applicazione di netflix, cercando un titolo adatto. Optai per un fantasy a caso e mi incamminai di nuovo verso il letto, mi feci spazio sotto le coperte vicino a lui e gli passai il cartone della pizza. Lo aprì e poi mi guardo, non riuscii a decifrare la sua espressione, forse proprio perché non ne fece nessuna.
<<E' la mia preferita, grazie hyung>>, mi meravigliai a sentirgli pronunciare l'onorifico nei miei confronti, non l'aveva mai fatto fino a quel momento.
<<Non c'è di che>>, risposi ancora sconvolto.
<<Intendevo anche per prima, in realtà per tutto quello che stai facendo per me, grazie>>, accennai un sorriso per rassicurarlo.
E invece è proprio per colpa mia che stai male. Non sai quanto mi dispiace piccoletto.
<<Adesso mangiamo che altrimenti si freddano mh?>>
Feci partire il film e iniziammo a mangiare le nostre pizze. Jimin si sforzava di conversare e commentare con me le parti più strane del film ma si vedeva che stava ancora male. Quando finimmo di mangiare tornai in cucina per buttare i cartoni vuoti e portai a Jimin un'altra pasticca e dell'acqua. Aveva l'aria assonnata e gli occhi velati da un leggero strato di lacrime, dovute alla febbre alta. Non mi importava se mi fossi preso qualcosa anch'io, volevo stringerlo tra le mie braccia, volevo alleviare il suo dolore. Mi sdraiai nel letto accanto a lui, che nel mentre si era già addormentato, gli circondai la vita con un braccio e chiusi gli occhi, abbandonandomi al mondo dei sogni.
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ANGOLO AUTRICE
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ʜʏᴜɴɢɪᴇ; ᴊɪᴋᴏᴏᴋ
Fanfictionᴄᴏsᴀ sᴜᴄᴄᴇᴅᴇʀᴇʙʙᴇ sᴇ ᴜɴ ᴛɪᴍɪᴅᴏ ᴊɪᴍɪɴ sɪ ʀɪᴛʀᴏᴠᴀssᴇ ᴜɴᴏ sᴄᴏɴᴛʀᴏsᴏ ᴊᴜɴɢᴋᴏᴏᴋ ᴄᴏᴍᴇ ᴄᴏɪɴǫᴜɪʟɪɴᴏ? ᴅᴀʟ ᴛᴇsᴛᴏ: "ᴊᴜɴɢᴋᴏᴏᴋ ... ᴛ-ᴛᴜ sᴇɪ ɢᴇʟᴏsᴏ?", ᴍɪ ғɪssò, ᴍᴏʀᴅᴇɴᴅᴏsɪ ɪʟ ʟᴀʙʙʀᴏ, ᴄᴏɴ ᴀʀɪᴀ ɪᴍᴘʀᴏᴠᴠɪsᴀᴍᴇɴᴛᴇ ᴅɪᴠᴇʀᴛɪᴛᴀ. "ᴛᴜ ᴄʜᴇ ᴅɪᴄɪ? sᴇᴄᴏɴᴅᴏ ᴛᴇ sᴏɴᴏ ɢᴇʟᴏsᴏ?" "ɪ...