10. unexpected

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Jungkook's pov

Mi svegliai grazie alla luce del sole che filtrava attraverso le tende chiare. Aprii gli occhi svogliatamente, avvertendo un corpo caldo ancora avvolto dalle mie braccia. Il più piccolo aveva la testa posata nell'incavo del mio collo e soffiava leggermente il suo respiro sulla mia pelle, procurandomi dei piacevoli brividi lungo la schiena. Studiai il suo viso addolcito dal sonno, la luce del sole gli illuminava la pelle candida del viso, mentre teneva le braccia sottili davanti al proprio petto, poggiate sul mio. Teneva le gambe intrecciate alle mie, coperte dal piumone invernale, e il mio braccio gli circondava ancora la vita stretta. Mi mossi cautamente, cercando di non svegliarlo, mi liberai da quel groviglio di gambe e braccia e posai una mano sulla sua fronte. La febbre sembrava scesa ma doveva ancora riposare quindi feci attenzione a uscire dalla stanza senza far rumore. Mi preparai velocemente notando di essere in ritardo per l'università, prima di uscire afferrai una penna al volo e un pezzo di carta.

Jiminie, tornerò in tempo per il pranzo, non sforzarti, resta a letto e riposati. -Jungkook

Forse era anche stupido firmare quel pezzo di carta, nessuno oltre a noi due due viveva in quell'appartamento. Lasciai il biglietto sul comodino della sua camera, presi la mia borsa dell'università e mi chiusi la porta alle spalle. Camminai velocemente verso l'edificio, non ci pensavo minimamente a guidare la mia bambina fino lì, non volevo certo che me la rubassero. Notai un viso familiare in mezzo alla folla di studenti situata davanti l'università, mi avvicinai a lui che intanto smanettava col proprio cellulare, imprecando.

<<Rispondi... dove diavolo è finito?>>, sbuffò arrabbiato.

<<Se stai cercando Jimin non lo troverai, è ha casa con la febbre>>, gli spiegai ponendomi davanti a lui.

Mi squadrò malamente per poi annuire e fare per avviarsi verso l'entrata della scuola.

<<Aspetta>>, afferrai la manica del suo cappotto, trattenendolo.

<<Che vuoi?>>, si scansò malamente, lanciandomi un'occhiataccia.

<<Voglio parlarti>>, aspettai un cenno d'assenso da parte sua che però non arrivò, già stufo di quella situazione continuai.

<<So che voci girano su di me e so che non ti fidi di me, ma c'è qualcun'altro di cui dovresti fidarti ancora meno, e quello è Yoongi. Io sto cercando di proteggere Jimin da lui, non nascondo di provare anch'io un certo interesse per il biondo, ma al momento ciò che mi preoccupa di più è Yoongi. Lui non ha mai amato e non mi sembra nemmeno intenzionato a cambiare, lui sa cosa vuole e la ottiene, sempre>>, nel mentre il castano ascoltava le mie parole interessato, ma comunque diffidente.

<<E cosa vuoi da me?>>, chiese poi, sospettoso.

<<Voglio che in tutto questo tu identifichi il vero nemico, un avversario comune. So che non è facile fidarsi di me, ma in tutto questo dovremmo cercare di sopportarci e di dissuadere Yoongi dal suo folle tentativo di conquistare Jimin>>, spiegai.

<<Io? Fidarmi di te? Non ci penso nemmeno. So perfettamente come giochi con le persone per poi buttarle via, non voglio che il mio amico soffra. E' impossibile, non posso fidarmi di uno come te>>, rise senza un vero divertimento nella voce.

<<Se fosse così anche stavolta, se davvero non volessi proteggere Jimin, perché sarei qui? Non approfitterei di averlo ogni notte nella camera accanto alla mia, invece di cercare di allearmi con te? Io faccio tutto questo per lui, perché so che siete amici e che lo proteggeresti da chiunque volesse fargli del male. Non so se Yoongi ne sarebbe capace, ma non voglio scoprirlo. E tu mi servi per questo, mi serve che tu lo protegga nel caso io non ci fossi. So che gli vuoi bene, e qualcosa dentro di me dice che farei di tutto pur di proteggerlo, perciò aiutami>>, aspettai pazientemente la sua risposta, ansioso.

ʜʏᴜɴɢɪᴇ; ᴊɪᴋᴏᴏᴋDove le storie prendono vita. Scoprilo ora