13. I want to make things clear

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Jungkook's pov

Le luci colorate sfarfallavano in quel salotto, l'ammasso di corpi in movimento faceva sembrare l'ambiente più stretto e soffocante. Dopo l'ultimo giro di drink offerti da Nam, Hoseok era completamente andato, tanto che continuava a buttarsi su di me per avere un sostegno, io e Yoongi invece, eravamo ancora abbastanza sobri. Con quest'ultimo, ultimamente, non parlavo molto, solo l'idea di vederlo mi rendeva nervoso e irascibile.

Due volti conosciuti si fecero spazio tra la folla, piazzandosi davanti a noi. Non mi soffermai sul più alto ma squadrai il piccoletto che ormai aveva messo le tende nella mia testa. Il suo corpo snello era interamente vestito di bianco, la maglia morbida che portava gli era larga sulle spalle lasciandogli scoperto parte del petto candido, ed era leggermente trasparente, tanto che riuscii a scorgere un tatuaggio sul costato, ero piuttosto sorpreso di ciò, non mi aspettavo che il biondino potesse avere tatuaggi. Studiai il suo volto leggermente truccato, la matita sugli occhi li rendeva più affilati e faceva risaltare il loro colore. Le labbra piene era colorate e leggermente lucide. Tutta la sua figura sembrava risplendere di luce propria in mezzo a tutti gli altri presenti nella stanza. Rimasi a osservarlo con le labbra schiuse, avevo bevuto troppo, era l'unica spiegazione per quella visione celestiale che avevo davanti agli occhi.

Hoseok si buttò di peso su Taehyung, facendo strani versi e ridendo a caso come faceva ogni volta che beveva più del consigliato. A un certo punto tacque e si portò una mano sulle labbra, segno che anche questa sua serata sarebbe finita davanti al gabinetto, scossi la testa in disappunto.

<<Scusami Chim vado un attimo ad aiutare Hobi, non allontanarti da solo>>, il verde si girò verso di me lanciandomi un'occhiata che colsi al volo: "Tienilo d'occhio". Annuii e lo vidi sparire tra la folla con un Jimin confuso che alternava lo sguardo tra me e il punto in cui vi era precedentemente il suo amico.

<<Vieni Jiminie, ti offro qualcosa da bere>>, storsi il naso a quel soprannome e li seguii silenziosamente fino al bancone, lanciando occhiatacce alla schiena coperta dallo smoking del moro. Nam e Jin sembravano intenti in una delle loro solite litigate inutili, loro, infatti, non litigavano mai per cose serie, solo per sciocchezze. E guardarli battibeccare era sempre uno spasso.

<<Ma ti senti quando parli? Stai seriamente dicendo che La Sirenetta è il film Disney più bello? Ma l'hai mai visto Hercules? Protagonista spaziale a parte, vogliamo parlare di Filottete? E' il mio idolo, dove lo trovi un altro personaggio come lui?>>, chiese incredulo Jin.

<<Ma la storia della Sirenetta è più bella, insomma lei fa di tutto per ottenere la libertà di poter stare con chi ama>>, continuò Nam.

Come previsto, la discussione non era nulla di serio, ed era esilarante guardare due uomini di più di vent'anni bisticciare su quale film Disney fosse il più bello. Ero talmente preso da quel duo comico che non mi resi conto che i posti accanto a me erano ormai vuoti da diversi minuti. Quando girai lo sguardo per dare un'occhiata al biondo e non lo trovai, un senso di panico invase il mio corpo. Scattai in piedi e raggiunsi velocemente la pista, era impossibile scovare quei due in mezzo a tutta quella gente. Mi portai una mano tra i capelli dal nervoso, mi buttai in mezzo a quell'ammasso di studenti, spingendo chiunque avessi sulla mia strada, ma non vi era alcuna traccia del biondo. Mi feci spazio, allontanando qualche ragazza troppo ubriaca che cercava di avvicinarsi a me, uscendo dalla calca e raggiungendo le scale.

Salii al piano di sopra, aprendo delle porte a caso. Avevo una brutta sensazione, e il fatto che non avessi ancora trovato il più piccolo mi metteva ancora più paura. Spalancai un'altra porta, trovandola vuota e quando ormai il panico sembrava riempire tutto il mio corpo, una voce familiare raggiunse il mio udito. Per mia fortuna trovai la porta aperta e quello che mi trovai davanti agli occhi non mi piacque per niente. Il più piccolo era attaccato alla parete e il moro era fin troppo vicino al suo viso, ai cui lati erano posizionate le sue mani. Le mie gambe si mossero da sole, raggiungendo il corvino e tirandolo lontano dal più piccolo, gli sferrai un pugno sullo zigomo e lo vidi cadere per poi rialzarsi nel giro di qualche secondo. Lo afferrai per la camicia con rabbia, avvicinandomi a lui. Sentivo il sangue ribollirmi nelle vene e la vista del suo zigomo tumefatto non sembrava abbastanza ai miei occhi.

<<Voglio mettere le cose in chiaro, amico, in modo che tu capisca: non devi toccarlo, non devi nemmeno pensare di sfiorarlo con un dito. Voglio che questo ti entri bene in mente, perché se ciò che è successo stasera dovesse ricapitare, non ci andrò leggero con te>>, mollai la presa su di lui, girandomi verso il biondo che si era appiattito alla parete, spaventato dalla mia reazione. Mi avvicinai e gli circondai il polso con le dita, trascinandolo fuori da quella stanza fino ad arrivare davanti ai nostri amici ancora fermi al bancone.

Taehyung lesse la rabbia nel mio sguardo e il suo viso si rabbuiò, mentre osservava la stretta della mia mano intorno al polso del suo amico.

<<Che è successo?>>, si fece avanti, allarmato.

<<Quel bastardo l'ha trascinato in una camera al piano di sopra. Lo riporto a casa>>, dissi a denti stretti, raccattando la mia giacca. L'ultima cosa che vidi fu la figura del verde sparire velocemente tra la folla, prima di uscire dalla casa con ancora il biondo al seguito. Lo feci salire in auto e misi in moto, la scena del moro incollato al suo corpo continuava a ripetersi nella mia mente accrescendo la mia rabbia. Aumentai la presa sul volante, cercando di calmarmi, senza però alcun risultato.

<<J-Jungkook>>, disse con voce esitante.

<<Per favore Jimin, non parlare>>, affermai ancora irritato.

Non pronunciò parola per tutto il resto del viaggio, continuò a guardare fuori dalla finestra con il labbro stretto fra i denti. Mi sentii in colpa nei suoi confronti ma al momento la mia priorità era cancellare dalla mente quell'immagine e calmarmi. Parcheggiai l'auto e scesi senza dire una parola, avviandomi verso l'entrata dell'edificio. Entrammo nel nostro appartamento e feci per chiudermi in camera quando la voce del mio coinquilino mi richiamò.

<<J-Jungkook... che significa tutto questo?>>, chiese esitante, mi fermai fissando un punto indistinto davanti a me. Mi girai a guardarlo. <<Che cosa?>>, chiesi esausto.

<<Quello che hai fatto... quello che hai detto a Yoongi. Che significa? Perché non dovrebbe avvicinarsi a me?>>, sputò tutto d'un fiato. Mi avvicinai abbastanza da scorgere la confusione nei suoi occhi.

<<Perché non voglio che nessuno ti tocchi. Non lo sopporterei>>, ammisi in un sussurro, studiando la sua reazione.

<<Perché?>>, chiese ancora. Sbuffai sorridendo a quell'assurda situazione, come faceva a non capirlo? Ero diventato così ovvio in quelle ultime settimane con lui.

<<Perché non mi sei indifferente Jimin, e l'idea che qualcun'altro possa toccarti mi manda fuori di testa. Ora capisci?>>, sentivo i muscoli del mio viso contrarsi dalla tensione che percepivo nella stanza.

Di sicuro non mi aspettavo ciò che successe dopo.

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ANGOLO AUTRICE

Grazie mille per le 200 letture!

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Al prossimo aggiornamento!

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