Capitolo 16 - Vendetta

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-John-

Era lo stronzo del vicolo, ne era certo e questa volta non era solo, ma era con altri due uomini, che dovevano essere sicuramente gli scagnozzi che lo avevano aiutato con la fuga l'ultima volta.

"Lasciala immediatamente, lei non c'entra niente!" Gli urlò contro infuriato. Nessuno doveva ferire la sua adorata Yoko. NESSUNO! Specialmente quello stronzo.

"Tranquillo, non le faremo del male. Per ora." Detto ciò, strattonò Yoko con violenza verso un suo scagnozzo.

"Che cosa volete?" Chiese George, che nel frattempo si era spostato accanto a John, per aiutarlo ad alzarsi.

"Che cosa vogliamo? Di sicuro non i vostri soldi." Disse l'uomo di Cheapside, mentre puntava la canna della pistola sulla faccia di Yoko. "Diciamo che vogliamo solo vedervi soffrire."

"Che cosa ti abbiamo fatto di male? Chi sei?" Domandò Ringo, cercando di mantenere la sua solita calma, anche se in questa situazione fosse un'impresa ardua.

"Sapevo che non vi sareste ricordati di noi. Paul almeno ha una scusa per non farlo. Vero Paulie?" Paul stava zitto, seduto su una sedia, vicino il suo basso. Tremava leggermente e fissa l'uomo con gli sgranati e pieni di paura. Era terrorizzato.

"Ma come... non mi rispondi? Forse, stai ricordando qualcosa, stronzetto arrogante?"

"T-tu...tu." Povero ragazzo era talmente spaventato che non riusciva a parlare. Invece John voleva solo ammazzare quel pezzo di merda.

"Che cazzo vuoi!?" Gli urlò di nuovo contro John, sperando di spostare l'attenzione su di sé, in modo tale da dare tempo a Paul per riprendersi.

"Lennon, innanzi tutto, devi essere molto calmo ed educato con me, altrimenti il cervello della tua bella esplode. Comunque, volevo che fosse Paulie a raccontarti del nostro incontro, ma a quanto pare è inutile...come sempre. Allora da dove posso cominciare..." Disse lo stronzo mentre faceva finta di essere terribilmente indeciso. John voleva solo massacrarlo di botte.

"A si! Era sera...tarda sera. E il nostro Paulie stava portando fuori quella palla lardosa del suo cane. Ad un certo punto una macchina, naturalmente involontariamente, sterzò improvvisamente contro il marciapiede, quasi colpendolo. Il nostro povero Paulie, pensando che il guidatore si fosse fatto male, è andato subito a soccorre quella povera persona. Peccato che non si aspettasse che fosse una trappola. Il mio amico qui a destra, lo ha colpito con una mazza da baseball sulla mano sinistra, facendogli perdere la presa dal guinzaglio della palla di pelo. Mentre Paul era troppo impegnato a urlare di dolore e a cercare di capire cosa gli stesse succedendo, è stato immobilizzato dal mio amico a sinistra. Il povero Paul ha provato a dialogare con noi, chiedendomi perché gli stessimo facendo ciò, ma non ebbe risposta. Quando finalmente ebbe capito che lo avrei picchiato ha iniziato a gridare aiuto. Peccato, che nessuno fosse per strada. Dopo averlo colpito per un po', gli abbiamo dato il colpo di grazia, colpendolo sulla testa con la mazza da baseball. Lo abbiamo adagiato accanto al palo, dove nel frattempo il cane, legato, ci stava abbaiava contro e siamo andati via." Erano scioccati, non avevano mai saputo la storia per intero, pure perché Paul ne aveva ricordata solo metà. Povero Paul, doveva aver avuto molta paura, di sicuro aveva pensato che sarebbe morto e tutto questo credendo che i suoi amici lo odiassero.

"Perché gli hai fatto questo?!" Chiese John, quasi ringhiandogli contro. Paul nel frattempo era rimasto perfettamente immobile, come una statua di marmo, ed aveva pure smesso di tremare. Era come in trance.

"Perché?! Naturalmente, perché se lo meritava, Johnny caro. Ora rispondete alla mia domanda. Sapete chi sono io?"

"No." Gli risposero i tre.

Tutto il mio amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora