Capitolo 5 - Casa

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-George-

Nel parcheggio parlarono molto velocemente. Decisero, mentre salivano nelle macchine, che Paul avrebbe alloggiato per le prime due settimane da lui, in quanto era l'unico tra i tre senza figli. John e Yoko nel frattempo avrebbero portato Martha dal veterinario. Ringo, infine, avrebbe chiamato Linda per dirle dell'accaduto, la troupe del film per rimandare le riprese e la polizia. Detto ciò, i tre si divisero:

"Allora...sono fidanzato?" chiese Paul a bassa voce, non appena furono partiti.

"Si. La tua fidanzata si chiama Linda, è americana." Gli rispose George accennandogli un sorriso.

"Forte...e...com'è? Bella?"

"Oh sì. È bionda, ha gli occhi azzurri ed è alta."

"Wao...sembra proprio una bella donna. Caratterialmente com'è?"

"Guarda la conosco poco, ma da quel che ho visto è una donna molto forte. Ha affrontato un divorzio, si prende cura della figlia e lavora come fotografa viaggiando con le band."

"È incredibile! Non vedo l'ora di incontrarla tra tre mesi George!" disse Paul facendo un enorme sorriso. Era la prima volta che diceva il suo nome senza esitazione e che sorrideva dall'incidente. Sapeva che parlare di Linda fosse una buona idea.

"Ne sono felice, comunque siamo arrivati. Questa è la mia cara dimora, dove vivo con mia moglie, Pattie." Così George, dopo aver parcheggiato nel garage, accompagnò Paul dentro casa, dove furono accolti da Pattie giosamente.

"George bentornato!" Disse l'adorata moglie, mostrandogli un enorme sorriso. "E ciao anche a te Paul, non mi aspettavo che ci fossi anche tu. Come mai siete tornati così presto? È successo qualcosa in studio?"

"Ecco... Pattie ti posso parlare in privato?"

"Ma certo.... intanto Paul accomodati."

"Va bene..."

"Aspetta Paul ti accompagno."

Lasciato Paul nel salone, George spiegò a Pattie tutto quello che era successo:

"George ma è terribile." Disse Pattie con un'aria sconvolta

"Lo so."

"Ora cosa farete con l'album."

"Non ne ho idea, penso che-", ma prima che potesse completare la frase, sentì un rumore in salone. Temendo che fosse successo qualcosa a Paul, corse immediatamente lì. Quello che trovò, però, non era quello che si era sicuramente aspettato. L'unica cosa che vide, infatti, furono dei libri a terra e Paul, in piedi, su una sedia con in mano un album:

"Ho pensato... ecco che forse vedendo delle vecchie foto avrei potuto ricordare qualcosa..." affermò il bassista con le guance rosse, per l'imbarazzo.

"Paul è un'ottima idea, ma la prossima volta avvertimi. Mi hai spaventato."

"Scusami George."

"Non ti preoccupare, ora vediamo le foto che cosa hai preso."

Così i due iniziarono un viaggio della memoria che forse non avrebbe portato da nessuna parte. L'album che Paul aveva preso era uno molto vecchio. Erano presenti delle foto di quando vivevano a Liverpool e del periodo di Amburgo.

"George chi è questo ragazzo? Comprare in molte foto."

"Be Paul, quello è Stuart Sutcliffe, era il migliore amico di John

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"Be Paul, quello è Stuart Sutcliffe, era il migliore amico di John."

"Perché non solo più amici? hanno discusso?" chiese l'amico con una triste espressione.

"No, è morto per una paralisi cerebrale."

"Oh... Mi dispiace tanto. Quand'è successo?"

"Il 10 Aprile del 1961."

Dopo che ebbe detto ciò, l'amico abbassò lo sguardo e continuò a sfogliare l'album silenziosamente, almeno fino a quando chiese:

"Eravamo molto legati?"

"Con Stuart? No, non molto. Ma lui e John, lo erano tantissimo. Quasi come fratelli, in un certo senso."

"Oh, mi dispiace tanto per John... George posso prendere un'altro album che con questo ho finito?"

"Ma certo, aspetta che te ne prendo uno io." Potendo scegliere l'album, ne prese uno che conteneva delle foto scattate dal 1962 fino al 1965. Essendo relativamente più recenti delle altre, avrebbero potuto probabilmente aiutarlo di più. Dopo aver visto varie foto di tour, set fotografici, foto fatte per i due film, momentaneamente girati e alcune foto private, Paul domandò:

"George invece lui chi è? Sembra essere un nostro caro amico."

"Lui è Brian Epstein

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"Lui è Brian Epstein. È stato per molto tempo il nostro manager. Prima che tu me lo chieda, è morto il 27 Agosto 1967, per un'overdose."

"Ma è terribile!"

"Lo so. Paul, gli album ti hanno aiutato? Ricordi qualcosa?"

"No, mi dispiace." Disse demoralizzato l'amico. Certo, George non si aspettava che si ricordasse tutta la vita, ma almeno sperava, che gli tornassero in mente frammenti di alcuni momenti importanti.

"Buon pomeriggio cari!" disse John entrando nel salone insieme a Yoko, Pattie e Martha. "Che state facendo?"

"Sto facendo vedere delle vecchie foto a Paul. Magari lo aiutano a ricordare qualcosa, anche se finora non ha portato a dei risultati."

"John...ti vuoi unire a noi?" chiese leggermente speranzoso il bassista.

"No. Non mi interessa vedere delle vecchie foto. So che è inutile." John alla richiesta di Paul, cambiò completamente espressione. IL volto che mostrava felicità, cambiò velocemente in un'espressione arrabbiata. Anche quella sul volto di Paul cambiò, infatti era un'espressione delusa. Non poteva biasimarlo, non si ricordava che John poteva essere davvero uno stronzo quando voleva.

"Io e Yoko siamo solo venuti a riportare Martha. L'abbiamo portata dal veterinario e ha detto che sta benissimo." Continuò John, mentre liberava il cane, che corse subito dal padrone scodinzolando.

"Perché non rimanete a cena?" disse Pattie.

"Pattie ha ragione, se non avete da fare, dovreste proprio rimare." John fisso velocemente Yoko, che non fece nessun cenno, per poi fissare Paul.

"No, abbiamo da fare. Sarà per un'altra volta. Ora andiamo, ci vediamo domani studio."

"Ma John, non possiamo tornare immediatamente in studio. Sarebbe inutile, visto che-"

"Bè di sicuro è più utile portarlo nello studio, che fargli vedere vecchie foto con persone morte. A domani." Detto ciò la coppia uscì. A volte non lo sopportava proprio. Poteva mostrare più tatto, ma giusto, non sapeva neanche cosa fosse. Portare Paul in studio. Ma che cavolo di idea era. Certamente una pessima. Dopo cena avrebbe chiamato di sicuro Ringo, per sapere cosa ne pensasse. 

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