CAPITOLO 4

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...Entro nell'ufficio e mi siedo su una poltrona di pelle posta di fronte alla scrivania e alla sedia sulla quale si siede mio fratello Roberto, dietro di me ci si mette Nicola che però resta in piedi, mentre Stefano si siede nell'altra poltrona di pelle accanto alla mia. La porta si apre e io mi giro, con mia sorpresa entra il detective Filippo Russo dell'unità di polizia italiana chiamata guardia di finanza. 

Da quand'è che collaborano? 

Ma soprattutto che ci fa qui oggi?

Io lo conosco solo perché il mio lavoro da giornalista mi ha portato ad intervistarlo molte volte, visto che si occupa di mafia. 

Entra e vedendomi non fa una piega, rimane in silenzio. 

Si siede sul divano da un lato e guarda Roberto, in attesa.

Che sta succedendo? 

Perché io non ne so nulla? 

Okay sono stata lontana da questo mondo per un po' di anni ma almeno qualcosa potevano dirmi!

Ho sempre saputo che lui fosse un tipo onesto, poi lui è un amico del mio capo. 

Nel frattempo Roberto mi prepara da bere, una vodka alla pesca e me la passa. Io guardo il bicchiere e poi lo bevo.

Io : Dunque perché lui è qui?

Russo : Chi è lei?

Roberto : Mia sorella.

Russo : Ah non sapevo che tu avessi una sorella, che fa la giornalista per di più!

Io : Si, e allora?! Perché lui è qui?

Russo : Allora, come tu già saprai io sono un poliziotto, e Roberto sta collaborando con la polizia per risolvere i problemi con la mafia a Roma. Quindi avrai capito che è un informatore della polizia.

Guardo Roberto.

Roberto : ...

Russo : Il problema è che tu facendoti vedere al molo hai peggiorato la situazione e ora rischi di morire, ti stanno cercando e quando ti troveranno ti uccideranno.

Oh è vero che mi vogliono uccidere, me ne ero dimenticata

Russo : Ma se resti qui sarai al sicuro.

Io : Quindi dovrei tornare alla mia vecchia vita? Dovrei tornare a restare prigioniera di queste mura? Non ci penso proprio! E poi perché sei diventato un informatore della polizia?

Roberto mi guarda

Va alla scrivania e si siede

Roberto : Non sono affari tuoi.

Io : NON SONO AFFARI MIEI??!! TI RENDI CONTO DI QUELLO CHE DICI? SONO TUA SORELLA QUINDI SONO ANCHE AFFARI MIEI!

Roberto : SI SEI MIA SORELLA , MA IN QUESTI ULTIMI ANNI TE NE SEI FREGATA DELLA NOSTRA VITA, HAI PREFERITO USCIRE DA QUESTO MONDO QUINDI ORA NON PUOI PRETENDERE CHE IO TI DICA TUTTO SUBITO!

Io : D'ACCORDO!

Ero arrabbiata e frustrata così uscì dal suo ufficio e mi diressi in camera, seguita da Nicola e Stefano che mi dicevano di calmarmi, che  non era colpa mia. Loro sapevano perché ero andata via da quel mondo, anche Roberto lo sapeva...


Il boss che odio con amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora