25.

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Sono ormai passate ore. Il sole comincia a sorgere timidamente in lontananza, invadendo tutto di una luce calda, colorata di tutte le tonalità dell'arancione.

Harry rimane fermo, disteso sul suo letto, in silenzio. La sua testa pulsa dolorante, e le sue ossa sembrano frantumate in mille pezzi. Gli occhi sono incollati al soffitto, incapaci di chiudersi. Le sue guance sono ancora umide, ma le lacrime hanno finalmente smesso di scendere.

Sa che non dovrebbe sentirsi così. Sa che avrebbe dovuto prevedere che sarebbe finita così. E invece ha ignorato ogni campanello d'allarme, e queste sono le conseguenze.

Harry si sente come se tutto ciò che è rimasto di lui è un corpo svuotato di tutto. Come se una parte di lui mancasse, si fosse consumata e fosse impossibile da rimpiazzare. Quella parte l'ha portata via Louis, ed ora al suo posto c'è un buco nero.

Il suo cuore sembra battere a fatica: ogni battito provoca un'ondata di dolore che arriva fino alle punte delle sue dita. Come se ogni secondo che passasse lo consumasse sempre di più.

Le parole di Louis continuano a risuonare nella sua testa senza sosta, e i sensi di colpa lo stanno lentamente e dolorosamente facendo annegare in sé stesso.

È la prima volta in vita sua che si sente così. La prima volta che sente così tante cose allo stesso momento da fargli desiderare di poter chiudere gli occhi senza riaprirli mai più.

Non riesce a spiegarsi come Louis sia riuscito a tagliare quel filo così fragile che li univa, senza pensarci due volte. Come quando alle fiere ti legano un palloncino al polso così quando ti stanchi lo puoi semplicemente slegare e guardarlo volare via.

Harry non riesce a capire perché non riesce a lasciare il segno nel cuore di nessuno. Non riesce a capire perché gli altri non si affezionano a lui allo stesso modo.

Dov'è Louis adesso?

A cosa sta pensando?

È felice ora?

Harry non è felice. Si sente completamente vuoto.

Gli occhi ricominciano a bruciargli, ed il riccio cerca con tutte le sue forze di chiuderli, esausto, per recuperare un po' di forze. Ma è inutile. Vuole solo piangere.

Le lacrime che ricominciano a scorrere silenziosamente sulle sue guance sembrano prenderlo in giro, solleticandogli la pelle come quando Louis gli accarezzava il viso dolcemente.

Gli fa male tutto, e non è giusto. Aveva veramente pensato che la sua vita avrebbe potuto cambiare in meglio con qualcuno accanto. Ma nessuno gli aveva mai detto che far dipendere la propria felicità da qualcuno significava ipotecare una delle cose più importanti della sua vita: perché le persone cambiano, e se ne vanno.

Forse era proprio questo a cui Louis si riferiva quel giorno sulla spiaggia mesi fa, quando gli ha confessato di aver paura dell'amore.

Lentamente, gira la testa verso il lato vuoto del suo letto, dove le coperte ed i cuscini giacciono ordinati, immaginandosi Louis disteso lì mentre gli sorride.

Si lascia andare, il suo corpo viene scosso da singhiozzi. Ben presto si ritrova a soffocare grida di frustrazione sul suo cuscino, che si confondono con il suono della pioggia che ha improvvisamente cominciato a sbattere incessantemente contro le sue finestre, cancellando i colori dell'alba come un pennarello indelebile su un foglio bianco. Harry si sente come se anche il resto del mondo stesse sentendo il suo dolore.

Lanciando uno sguardo verso una delle finestre, riesce ad intravedere il suo riflesso stanco, disordinato e triste.

Forse è questo che Louis vedeva ogni volta che lo guardava: un ragazzo noioso e triste, un codardo. E Louis si merita molto di più.

L.A. in Love [Stylinson]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora