Jungkook sorseggiava la sua birra lentamente, assaporando ogni sorso mentre osservava i suoi amici ridere e divertirsi La casa di Jimin era un caos, bottiglie vuote sparse ovunque, e una mescolanza di risate e urla che sembravano non fermarsi mai. Le luci soffuse e il suono della musica riempivano l'aria, mentre i suoi amici si divertivano senza pensieri.
"GIÙ GIÙ GIÙ!" gridavano, incitando Jimin a prendere un altro sorso. Il biondo sembrava più che felice di seguirli, barcollando già. Jungkook si passò una mano nei capelli, cercando di concentrarsi. La confusione nella sua testa sembrava solo aumentare.
"Ti arrendi, Minnie?" continuava Yoongi con un sorriso malizioso, mentre il piccolo biondo rideva, chiaramente sopraffatto dalla birra.
Jungkook guardò tutto quel disordine con uno sguardo da lontano, cercando di ignorare il dolore che gli martellava la testa. Ma non riusciva a ignorare completamente la scena davanti a lui: Jimin che ballava, ridendo, muovendosi con quella leggerezza che lo rendeva impossibile da non notare. Jungkook non riusciva a distogliere lo sguardo, ma c'era qualcosa di più che lo tormentava, qualcosa che non riusciva a capire.
Il tempo sembrava rallentare mentre il biondo faceva un gesto improvviso, un movimento che fece accendere una scintilla in Jungkook, qualcosa che lo lasciò completamente confuso. Perché si sentiva così strano? La sua mente era ancora annebbiata dall'alcol, ma il suo cuore batteva in modo irregolare, come se stesse cercando di afferrare qualcosa di troppo difficile.
Il biondo non si accorgeva nemmeno di quanto fosse magnetico, di come ogni suo movimento catturasse l'attenzione senza volerlo. Eppure, era proprio quella sua innocenza, quel suo modo di vivere le cose con una leggerezza che a Jungkook sembrava quasi... troppo, che lo faceva impazzire.
Jimin lo guardò da lontano, le sue iridi che riflettevano una luce che il moro non riusciva a decifrare. Era divertito, ma al tempo stesso, un po' inquieto. Cosa significava davvero quella risata, quel modo di lanciarsi senza paura nella vita?
"Jungkook, sei qui da due ore a guardarmi, cosa c'è che non va?" Jimin disse con un sorriso curioso, facendolo sobbalzare.
"Che cos'hai da guardare?, anche tu mi guardi " Jungkook rispose cercando di mascherare la sua confusione con una smorfia. Era una domanda semplice, ma sotto c'era qualcosa di più profondo, qualcosa che non riusciva a comprendere nemmeno lui.
Jimin rise, ancora più alticcio, scivolando via verso il gruppo. Ma Jungkook non riusciva a smettere di guardarlo, anche mentre si avvicinava al suo amico più di quanto avesse mai fatto prima. I loro corpi, seppur solo per un istante, si toccarono.
Improvvisamente, Jungkook si sentì sopraffatto. Sospirò, alzandosi velocemente dal divano e dirigendosi verso le scale. Doveva allontanarsi, schiarirsi le idee. La sua mente stava andando troppo lontano, e lui non voleva affrontarlo. Non voleva che quel pensiero diventasse realtà.
Corse su per le scale, quasi inciampando nei suoi stessi passi. Arrivò al bagno, chiudendo la porta dietro di sé con un colpo secco. Si appoggiò al lavandino, guardandosi allo specchio. Il suo respiro era affannoso, eppure non riusciva a calmarsi.
Perché Jimin? Perché ora?
Era solo una festa, una sera come tante altre. Eppure, in qualche modo, il ragazzo che aveva sempre visto come un amico si era trasformato in qualcos'altro. Jungkook si sentiva confuso, senza sapere se fosse attrazione o qualcosa di più complesso. Non era mai stato così con lui.
Si appoggiò al lavandino, chiudendo gli occhi. Un momento di silenzio, di calma, prima di affrontare la realtà che si era appena costruita nella sua mente.
Finì per imprecare alla vista del rigonfiamento sui suoi pantaloni,notevolmente stretti a contenere ciò che jungkook aveva nascosto.
Si era eccitato,la verità era quella.
La sensualità di quella sera del biondo,la sua voce calda, le sue mani a girovagare tra le sue spalle,oltre ai movimenti poco casti.
Portò una mano a coprire la sua bocca, sfilandone una giù verso la tappa dei suoi stretti pantaloni.
Pochi secondi,e si ritrovò a gemere grazie ai suoi tocchi,riservati al suo sesso eretto.
Lo tolse completamente dai suoi boxer neri, incentivando quel calvario provocato da un suo amico.
Portò la sua presa sul suo sesso,stringendo artendemente esso con frenesia, cercando di aiutarsi maggiormente.
Notevoli gemiti uscirono dalle sue labbra,godendo per la sua mano avvolta al suo sesso gocciolante proprio sul pavimento dei park.
Fece su e giù,aumentando la velocità il piu possibile.
"D-dannato park"
Probabilmente per la poca lucidità in corpo, o per il grande desiderio sessuale, provò ad immaginarsi la mano del biondino avvolta sul suo sesso,al posto della sua,a compiere quei peccaminosi movimenti per soddisfare le sue necessità.
"J-jimin"
Continuò così per qualche minuto, e riversandosi sulla ceramica bianca del lavandino sospirò soddisfatto, imprecando per la grande confusione che aveva creato.
Poi, tre colpi alla porta. La voce di Jimin.
"Jungkook? Mi hai chiamato?"
Jungkook si morse il labbro, cercando di rimettersi in sesto. Doveva farla finita con quei pensieri. Doveva tornare a essere il "vecchio" Jungkook, quello che non si perdeva in queste situazioni. Ma non sapeva se fosse davvero possibile.
"Un momento, Jimin," rispose, sentendo la sua voce più tesa di quanto avrebbe voluto.
"Cazzo"

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𝑺𝑻𝑨𝑹𝑩𝑶𝒀
Fanfic|REVISIONATA⚠️ Wattpad 2020 Nella routine tranquilla e prevedibile di Jeon Jungkook, leader e chitarrista della band liceale Starboys, una nuova figura irrompe nella sua vita. Park Jimin, un ragazzo apparentemente introverso e nerd, nasconde una pa...