venti (咽ツっ)

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"Jungkook? Mi stai almeno ascoltando??"

Le parole di Jin lo risvegliarono dalla sua confusione. Jungkook sollevò lo sguardo, cercando di concentrarsi, ma il dolore alla testa e la stanchezza che sentiva erano schiaccianti. Il suo hyung era lì davanti a lui, sudato e visibilmente stressato dalla notte appena trascorsa.

"Dannazione, hyung, sono solo le 12... e ho ancora il mal di testa per tutta la sbornia di ieri. Che vuoi da me?"

Jungkook si passò una mano tra i capelli, cercando di mascherare il suo disagio. La mente gli tornava sempre a quel giovedì sera a casa di Jimin, ai ricordi confusi e a quanto fosse difficile lasciarli andare.

Ricordava ogni dettaglio: si era un po' ubriacato, aveva osservato Yoongi flirtare come al solito, ma soprattutto aveva fissato Jimin, senza riuscire a distogliere lo sguardo. Quel ballo. E quella sensazione che gli aveva fatto strano. Ma la cosa che lo tormentava di più era l'ultimo pensiero che aveva avuto: perché si era sentito così, proprio nei confronti di Jimin? Di lui. La persona che proprio non si sarebbe mai aspettato.

Jungkook emise un soffocato grido, premendo la testa contro le braccia, cercando di alleviare il peso dei pensieri. Ma Jin, che sembrava completamente fuori fase, non sembrava accorgersene.

"Ti sto chiedendo da almeno 15 minuti cosa è successo ieri, ma non ricordo un cavolo, aish..." Jin si lamentò, massaggiandosi la testa, mentre Jungkook cercava di riprendersi dalla sua frustrazione.

"Prendi un'aspirina e stai zitto, hyung!" urlò, più per la sua irritazione che per altro. Ma il mal di testa era davvero insopportabile, e i suoi pensieri disordinati non aiutavano di certo.

Guardò il suo hyung con uno sguardo che trasudava impazienza, mentre Jin si sistemava davanti a lui, sorseggiando una tazza di caffè.

A quel punto, Namjoon fece capolino nella cucina, stiracchiandosi mentre osservava la scena davanti a lui.

"Ma che diavolo è successo qui...?" chiese, notando la confusione e il disordine che regnava in casa, segno evidente di una notte da dimenticare.

"Jimin? Si è svegliato?" aggiunse, guardandosi intorno per cercare il biondo.

"Ha dormito con me, il piccoletto," rispose yoongi, apparentemente senza battere ciglio.

"CHE COSA?!" esclamò Jungkook, con gli occhi spalancati dalla sorpresa. L'acqua che stava sorseggiando gli sfuggì di mano e finì per rovesciarsi sul tavolo, mentre il suo cuore sembrava battere più forte del solito.

"Sì, ieri sera si stava per addormentare qui, quindi l'ho portato su. E sono rimasto con lui." Yoongi chiarì, come se fosse la cosa più naturale del mondo, e Jungkook si sentì sollevato, ma solo per un attimo. La sua mente, che aveva corso in mille direzioni, si tranquillizzò un po'. No, non era successo niente di quello che temeva.

"Ah, e tu dove hai dormito?" chiese Namjoon, sgranando gli occhi nel vedere la confusione di Jungkook.

"Oh... ho dormito con Hoseok nella camera degli ospiti. Era ubriaco marcio, quindi...." Jungkook non completò la frase, sentendosi più sciocco ad ogni parola che usciva dalla sua bocca.

In quel momento, un "buongiorno" interruppe la conversazione.

Jimin scese gli ultimi gradini delle scale, tenendo le mani intrecciate di fronte a sé, come se stesse cercando di organizzare i suoi pensieri. Quando i suoi occhi incontrarono quelli di Jungkook, si fermò un attimo, visibilmente stordito dalla stanchezza.

"Buongiorno, Jiminie, come ti senti?" chiese Namjoon, con un sorriso gentile, facendo sedere il biondo vicino a Jungkook.

"Credo... intontito," rispose Jimin, massaggiandosi la testa. Namjoon gli porse un bicchiere d'acqua, cercando di alleggerire l'atmosfera.

Jungkook non riusciva a distogliere lo sguardo da lui. Ogni volta che guardava Jimin, quella sensazione tornava a galla. La confusione, il battito accelerato, il desiderio di capire cosa stava succedendo dentro di lui. Ma non riusciva a farlo. Non ora. Non così.

Il volto di Jimin sembrava così innocente, così vulnerabile. Eppure, qualcosa dentro Jungkook gli diceva che non era più così semplice. Non poteva più ignorare quello che stava accadendo, ma non sapeva come affrontarlo.

"Qualcuno vuole dei pancake?" chiese jin, cercando di alleggerire il momento con un sorriso, ma Jungkook non riuscì a rispondere subito. La sua mente era altrove. Si sentiva come se stesse vivendo due realtà parallele, e quella mattina, con Jimin così vicino a lui, sembrava una delle più strane.

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