CAPITOLO 16

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Erano passati tre giorni dal fatto. Niccolò era recluso in una stanza al secondo piano, una stanza anche abbastanza grande. Adriano si occupava di lui e quel poco che poteva cercava di tenergli compagnia. Niccolò non si capacitava di come fosse stato possibile finire in una situazione del genere. Una volta arrivato in America, se non fosse stato trovato il vero colpevole, avrebbero incarcerato lui.
E la sua famiglia come avrebbe fatto? Diamine! Era tutto un casino! Di certo non incolpava Meredith, in fin dei conti nessuno dei due avrebbe mai immaginato una situazione del genere. Anzi, Meredith era costantemente nei suoi pensieri. Avrebbe tanto voluto far incarcerare quel lurido bastardo e poter stare abbracciato alla ragazza. Aveva subito una violenza, in parte e Niccolò poteva solo immaginare quanto bisogno avesse Meredith di avere qualcuno vicino. Sapeva perfettamente che la madre di lei non era in grado di darle il supporto morale e fisico necessario e Niccolò desiderava solo poterla tenere stretta fra le braccia e riempirla di baci, cercando di farle dimenticare quell'orrenda vicenda. In più Meredith aveva visto una donna sgozzata davanti ai suoi occhi e Niccolò sapeva che prima o poi avrebbe accusato il colpo e sarebbe sprofondata in una crisi di nervi e lui voleva essere lì, al suo fianco, per aiutarla. Però ora doveva accontentarsi di riportare alla mente i loro momenti insieme perché nessuno sembrava voler davvero fare luce sul caso.




Meredith era stufa. Aveva passato tre giorni chiusa nella sua cabina con un andirivieni di persone che lei nemmeno sapeva fossero su quella nave che le chiedevano come stesse. Come poteva stare? Era stata quasi abusata da un bastardo che era ancora in circolazione e di cui nessuno sospettava e per di più nessuno le voleva credere e avevano arrestato il ragazzo di cui si stava innamorando.
Sì, si stava innamorando di Niccolò. Giorno per giorno, piano piano. Ogni suo sorriso, ogni tocco leggero, ogni presa in giro, ogni battibecco aumentavano quel batticuore che aveva ogni volta che lo vedeva. Ed ora erano tre giorni che non lo vedeva e se non avesse fatto nulla, probabilmente non l'avrebbe rivisto mai più.
Il detective Geronimo era venuto a farle visita e Meredith l'aveva supplicato di liberare Niccolò, ma il detective le aveva fatto capire che non era una decisione in suo potere. Meredith allora aveva raccontato tutto: dell'omicidio da parte del signor Baskerville, del piano che aveva congegnato e della violenza subita, ma il detective sembrava appuntarsi le informazioni senza prenderle veramente in considerazione. È come se nessuno volesse davvero crederle e addirittura le era stato detto che avesse avuto delle visioni e ricordasse male le cose a causa dello shock. Ma Meredith sapeva cosa aveva visto! Nessuno però voleva accusare il signor Baskerville, un pezzo grosso su quella nave. E perché?
L'uncino era stato ritrovato nella tasca della divisa di Niccolò, ma Meredith sapeva che era stato il signor Baskerville-Remor a nasconderlo lì in un momento in cui il ragazzo non se ne era accorto. Per di più Niccolò era stato incriminato dato che avevano trovato nella sua stanza quel famoso pezzo di stoffa rossa. Meredith aveva cercato fino allo sfinimento di spiegare come fossero andati i fatti: Niccolò l'aveva sottratto dall'armadio della signora Baskerville, ma nessuno sembrava crederle e per di più le cose erano peggiorate perché Niccolò era stato anche accusato di furto.
Meredith era disperata. Perché nessuno sembrava crederle? Tutti quelli che entravano già sembravano avere una loro convinta idea degli eventi accaduti e ciò la mandava fuori di testa.
Ma quella sera ne aveva le scatole piene. Era decisa ad andare da Niccolò e a far luce sul caso.
Ci aveva riflettuto tutta la notte. Il signor Baskerville aveva ancora con sé il registratore che Meredith aveva acceso durante l'omicidio, quindi quel registratore aveva registrato tutta la confessione di quel viscido uomo e se fosse riuscita a prenderlo, avrebbe potuto scagionare Niccolò. Per di più Niccolò doveva avere da qualche parte le mutande della signora Baskerville, anche quelle sarebbero state una prova per accusare la donna. Quella sera quindi, ordinata una bottiglia di champagne, si vestì in fretta, mettendo lo stesso vestito che aveva indossato al primo gala, quello argentato e pieno di lustrini; il gala dove lei e Niccolò si erano incontrati.
Sua madre era uscita e quella notte non sarebbe tornata. Le era stata accanto solo il primo giorno. "Accanto" per modo di dire. Le si era seduta vicino e le aveva iniziato a raccontare una serie di fatti sulle sue amiche e sulla nuova collezione di pellicce di una sua tanto odiata nemica. Meredith aveva finto di ascoltarla, cercando di elaborare ciò che aveva visto. E quando aveva provato ad aprire l'argomento "omicidio" con la madre, questa aveva cambiato discorso. La cosa che faceva imbestialire Meredith è che anche la madre difendeva il signor Baskerville e ce l'aveva a morte con Niccolò. Meredith aveva cercato di capire perché, ma con sua madre non si riusciva a cavare un ragno dal buco.
Così, presa dalla foga di risolvere la situazione surreale, aveva abbandonato la stanza e, con quella bottiglia di champagne e la chiave della stanza dove era rinchiuso Niccolò - prestatagli da Adriano- , si stava recando da lui per aggiornarlo su ciò che aveva intenzione di fare e per passare la notte insieme.



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