«HYUNG!»
Jungkook urlò mentre si faceva strada tra la folla che si accalcava all'ingresso della scuola, il cuore che batteva forte nel petto. Quando finalmente vide Seokjin, seduto su una panchina e tremante, con gli occhi pieni di lacrime, la sensazione di angoscia lo colpì come un pugno allo stomaco. Il suo ragazzo, il suo hyung, stava stringendo tra le mani una fotocopia, lo sguardo perso nel vuoto.
«Che sta succedendo?» Jungkook annaspò, cercando di respirare, mentre si avvicinava rapidamente agli altri membri del gruppo. L'atmosfera era tesa, quasi irreale. Le loro facce erano sbalordite, incapaci di comprendere la gravità della situazione. Ovunque, sulle pareti della scuola, erano appese foto che li ritraevano-loro, la band, nei loro momenti più intimi, la loro aula prove ora esposta a tutti.
«C-che cosa...?» Il respiro di Jungkook si fece affannoso, mentre gli occhi del biondo cercavano quelli di Jimin. La verità stava colpendo tutti loro, e il nodo alla gola di Jungkook si faceva sempre più stretto.
La mano di Seokjin tremava quando, con un gesto lento, porse a Jungkook la fotocopia. Era l'aula dove si allenavano, ripresa in ogni angolo, ogni strumento ben visibile. L'inquietudine che si fece strada nel cuore di Jungkook non poteva più essere ignorata.
«Non... non possiamo più fare nulla,» disse Seokjin, la voce rotta dal pianto, mentre il viso si contorceva sotto il peso del dolore. Il suo padre, ormai alle spalle di tutti, aveva posto fine a qualsiasi speranza. «Mio padre è stato chiaro.»
Jungkook si avvicinò, posandogli una mano sulla spalla, cercando di non cedere al panico che stava invadendo il suo corpo. «Non può essere vero...» ripeté, come se quelle parole potessero cambiare la realtà.
Poi, come una scossa elettrica, arrivarono le voci forti e autoritarie, inconfondibili. Il padre di Seokjin, che si fece strada tra i ragazzi, con uno sguardo che non prometteva nulla di buono.
«Avanti, basta con queste lacrime. In presidenza, ora!»
Le urla del padre di Seokjin gelarono ogni respiro, mettendo fine a ogni parola o protesta. La tensione nell'aria era palpabile mentre i sette membri del gruppo, silenziosi e con lo sguardo abbassato, seguirono il padre di Jin verso la presidenza.
Una volta dentro, il preside, un uomo di mezza età, si girò verso di loro, con un'espressione severa e un'inquietante calma.
«Eccoci qui, ragazzi. Mi è giunta voce di questa... "stranezza" nel cuore della notte. Prove su prove della vostra occupazione di una delle vecchie aule. Non avevo idea che gli Starboys avessero affittato un'aula... visto che nessuno mi ha informato di nulla.»
Seokjin si fece avanti, tentando di spiegare. «P-possiamo spiegare...»
Ma il preside non gli diede nemmeno il tempo di finire. «Ah, davvero, Kim? La scuola è qui per educare i figli, non per formare un gruppo rock nel bel mezzo delle ore scolastiche!»
Le parole del preside riecheggiarono nell'aula vuota, facendo rabbrividire i ragazzi. La figura autoritaria di quell'uomo, ora seduto sulla sua poltrona e con la cravatta allentata, guardava con disprezzo i ragazzi, uno per uno.
«Sentivo che questa storia della band non fosse una buona idea, Seokjin,» continuò, il tono calmo ma tagliente. «Ho cercato di evitarlo, ragazzi. Ma ben sapete che questa scuola è rinomata grazie a voi. Ma non potete immaginare la grande delusione e l'imbarazzo che ho dovuto affrontare quando sono stato assalito dai genitori dei vostri compagni. È inconcepibile!»
L'aria si fece più pesante, e Jungkook, con le mani strette a pugno, non poté fare a meno di chiedere: «Avremo delle ripercussioni, suppongo...»
«Ovviamente, signor Min,» rispose il preside, con uno sguardo che non lasciava spazio a equivoci. «Non vi posso espellere per via dei buoni risultati scolastici, ma una cosa è certa. Gli Starboys sono ufficialmente sciolti a partire da oggi.»
Le parole del preside colpirono come una frustata, e un silenzio pesante calò tra di loro. Ogni speranza, ogni sogno che avevano costruito insieme, era svanito in un istante. Non c'era più spazio per la musica, non c'era più spazio per i loro sogni.
Jungkook sentì un nodo alla gola, la paura e la frustrazione che gli bruciavano dentro. Ma sapeva, in fondo al cuore, che nessuna di queste parole avrebbe mai potuto spezzare il legame che li univa. La band era finita, ma lui e Jimin, loro due, non avevano ancora finito.
Non poteva più tornare indietro.

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𝑺𝑻𝑨𝑹𝑩𝑶𝒀
Fanfic|REVISIONATA⚠️ Wattpad 2020 Nella routine tranquilla e prevedibile di Jeon Jungkook, leader e chitarrista della band liceale Starboys, una nuova figura irrompe nella sua vita. Park Jimin, un ragazzo apparentemente introverso e nerd, nasconde una pa...