PROLOGO - Hogwarts

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Grazie di aver aperto questa storiaa, leggete prima la nota autrice <3


Era appena finita la guerra magica e Harry, come tutti d'altronde, era distrutto, sia fisicamente sia mentalmente. Non mangiava, se non quando Hermione non lo costringeva, e non dormiva. Anche senza Voldemort continuava ad avere incubi: sognava Lupin, Sirius, Piton e tutte le persone che erano morte per colpa sua.

Avevano passato tutti l'estate dai Weasley, o almeno era per dire: ognuno rimaneva chiuso della sua camera, esclusi i pasti, a rimuginare sui propri errori e a piangersi addosso. Harry non aveva mai visto i signori Weasley così tristi e ammutoliti, con lo sguardo sempre basso se non quando cercavano di incrociare quello di George, per capire come stesse.

George non aveva più fatto incantesimi, scherzi o sorrisi, non aveva neanche più parlato con nessuno. Aveva smesso di essere se stesso, aveva smesso di essere George.

Nessuno sapeva dove andare in quel periodo: Hermione aveva obliviato i propri genitori, non poteva presentarsi a casa loro così, senza dire o fare nulla ma soprattutto, non poteva lasciare il suo ragazzo, Ron, anche lui a pezzi per la perdita di Fred. Harry voleva andare a Grimmauld Place, la casa ereditata da Sirius, per per passare del tempo Teddy, figlio di Tonks e Lupin. I Weasley però hanno insistito perché non rimanesse solo. Dopotutto, c'erano ancora dei mangiamorte vivi ai quali Harry non stava di certo molto simpatico.

Tuttavia non erano i soli ad essere in una brutta situazione. Anche al Malfoy Manor non c'era una bella aria. Lucius era ad Azkaban, insieme a quasi tutti i mangiamorte, compresa la famiglia Parkinson, mentre Draco e Narcissa erano ancora liberi. Draco piangeva in continuazione, ma non per tristezza vera e propria, quelle erano tutte le lacrime che non aveva fatto uscire dal sesto anno ad Hogwarts, l'anno in cui è diventato un mangiamorte, l'anno in cui Voldemort l'ha torturato, vedendo fino a che punto potesse resistere senza cacciare una lacrima. Il tutto sotto gli occhi di Narcissa che sentiva un milione di lame taglienti trafiggerle il petto quando vedeva quello che stava facendo a suo figlio. Per Draco Lucius non era un padre, era un uomo crudele, che non voleva un figlio, ma un erede e quello pretendeva da Draco: un erede.

-

Era appena iniziato agosto, il golden trio stava leggendo sul divano mentre Molly stava preparando il pranzo. Dalla finestra del salotto di casa Weasley entrò un bellissimo gufo: era bianco come la neve e aveva delle maestose ali gigantesche. A Harry ricordò Edvige, facendogli scendere sulla guancia una lacrima, secca, piccola, ormai le aveva finite. Il gufo aveva un piccolo pacchetto attaccato alla sua zampa con una cordicella molto semplice. Quando tutti lo notarono, si avvicinarono tristemente al gufo, slegando dolcemente il pacchetto per poi accarezzare e salutare il gufo.

"Chissà chi sarà, non riceviamo lettere da mesi ormai" disse Ron rompendo quel silenzio glaciale che regnava da troppo tempo. "Scopriamolo" aggiunse Harry dopo qualche secondo. Aprirono il pacco con molta curiosità: dentro c'erano quattro lettere per Hogwrts, una per Ron, per Hermione, per Harry e per Gorge. "Ma noi abbiamo finito la scuola ormai e non ho intenzione di tornarci" esclamò il rosso con tono scosso. Harry fu il primo ad aprire la lettera:

Caro Signor Potter,

Le scrivo per informarla che, dati i recenti avvenimenti ad Hogwarts, gli studenti dello scorso settimo anno hanno la possibilità di ripeterlo. Questa eccezione, tuttavia, non è obbligatoria perciò è libero di decidere se frequentare o no quest'ultimo anno. Le ricordo inoltre che dovrà affrontare i G.U.F.O. in caso lei accetti questa proposta. Ci rifletta.

Preside Minerva McGranitt

Harry la lesse ad alta voce. "Voi che ne dite ragazzi?" chiese Hermione incerta. Lei non vedeva l'ora di tornare ovviamente ma se avesse dovuto rinunciare per il suo ragazzo e il suo amico non ci sarebbe stato alcun dubbio. "Non lo so Herm, non mi sento pronto" le rispose Harry, "Beh anch'io" disse Ron abbassando lo sguardo. I tre non parlavano da mesi se non quando Hermione si arrabbiava con Ron e Harry per non aver mangiato.

"Ragazzi andate" intervenne Molly con voce tremante lasciando di stucco Ron che non sentiva la madre dall'inizio dell'estate. Avrebbe voluto sentirla di più, abbracciarla, parlarle, ma capiva come si sentisse e ha preferito lasciarla sola. " M-mamma..." era George, che aveva sentito tutta la conversazione nascosto sulle scale. Molly corse da lui, lo abbracciò e gli porse la sua lettera. "Io voglio andarci, per lui, per completare il NOSTRO percorso, anche se sarà difficile. Voglio diventare un Auror e per farlo, ho bisogno dei M.A.G.O.". In quel momento Ron non resistette e corse a completare l'abbraccio, mentre Harry ed Hermione rimasero li, a fissarli, con gli occhi lucidi, tenendosi per mano. "Ce la farete" disse infine Molly dopo aver finito l'abbraccio, con un sorriso accennato e una lacrima che scendeva lentamente sulle guance rosse.

Sarebbero tornati ad Hogwarts, sarebbero tornati alla normalità.


*nota autrice*

Ciao a tuttii! Non vedevo l'ora di iniziare questa storia che mi era entrata in testa da un po' di tempo. Scusate per eventuali errori grammaticali ehehe. Se avete suggerimenti scriveteli :))) Spero di non farvi piangere troppo con questi primi capitoli che sono davvero tristi (l'immagine del capitolo mi spezza il cuoricino). Anyway buona lettura <3

^_^GOOD VIBES^_^

||ellie||

L'eredità dei malandrini |DRARRY|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora