Capitolo 3. Lontani e vicini

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SPAZIO AUTORE: Io adoro il Ballo del Ceppo, è tipo uno dei miei capitoli preferiti del libro. Ovviamente, ad un evento così importante non potrà che accadere qualcosa, ma non spoilero :D
Harry&Draco, com'è giusto che sia, hanno i loro complessi, specialmente il biondo. Ed Hermione, che reputo intelligente, ha capito e sta cercando in tutti i modi di fare... un po' la Cupido della situazione, contrariamente a Ron che è tonto come sempre.
Spero che anche questo capitolo vi piaccia, Alla prossima 😊











Harry se n'era tornato a letto immediatamente e di nascosto. Fortunatamente nessuno dei suoi compagni di stanza era sveglio, altrimenti si sarebbe visto costretto a dare spiegazioni, e sinceramente era l'ultima cosa che voleva.
Si infilò sotto le coperte, sveglio come non mai, gli occhi sgranati, la mente affollata. Doveva assolutamente provare a dormire. L'indomani avrebbe provato a parlare con Draco circa quanto accaduto. Mettere le cose in chiaro era necessario, anche se dubitava ci fosse molto di cui parlare. Adesso, oltre i mille dubbi, vi era anche la paura che qualcosa potesse cambiare.
Quando arrivò l'indomani, Harry cercò Draco. Lo vide camminare per i corridoi, ma quando alzò la mano per attirare la sua attenzione, ecco che il biondo aveva scostato lo sguardo e aveva cambiato strada. Esattamente quello che si era aspettato.
Conosceva bene Draco, tuttavia la cosa lo aveva abbastanza turbato. Perché non voler affrontare la cosa? Dopotutto era stato lui a baciarlo.
Ma lo evitava. Che fosse stato un errore lasciarsi andare in quel modo?
Oltre i problemi di cuore, un altro problema a cui Harry doveva far fronte era quello del Torneo. Perché qualcuno aveva messo il suo nome nel calice, e nonostante avesse solo quattordici anni, non avrebbe più potuto tirarsi indietro. Come se non avesse avuto già abbastanza problemi.
Inoltre, il suo migliore amico non si era mostrato particolarmente comprensivo.
"Perché non mi hai detto niente?", gli domandò infatti.
"Ron, io non ne sapevo niente, come devo dirtelo?"
"Oh, certo. Harry, nono sono stupido. Va a finire sempre così, tu sempre al centro dell'attenzione, in qualsiasi modo!"
La sfortuna lo tormentava. Che colpa ne aveva lui se era rimasto incastrato in quella situazione?
A debita distanza, Draco lo osservava discutere con Ron. Dio solo sapeva quanto gli sarebbe piaciuto andare lì, magari anche abbracciarlo e dirgli che sarebbe andato tutto bene. Ma no, non era da lui!
Sentì i suoi amici dietro di lui ridacchiare.
"Oh-oh, Potter l'ha combinata grossa", disse Tiger.
"Ci divertiremo un sacco, me lo sento", rispose Goyle.
Il biondo allora lanciò ad entrambi un'occhiataccia. Non amava particolarmente sentir parlare male di Harry in quel modo. Solo lui poteva permettersi di prenderlo in giro.
"Ah, chiudete il becco. Torno subito", borbottò.
"Aspetta, dove stai andando?", domandò uno dei due, ma Draco non lo degnò di una risposta. Dopo averlo evitato tutto il giorno, forse Harry lo avrebbe trattato male, e come biasimarlo? Non riusciva a capacitarsi di come avesse potuto baciarlo, lui, Draco Malfoy, nobile Purosangue che mai si sarebbe sognato di lasciarsi prendere dalle emozioni. E poi, baciare un ragazzo che frequentava amicizie non gradite dalla sua famiglia, che tanto duramente gli aveva inculcato i suoi ideali... non osava immaginare come avrebbe reagito quest'ultima se solo avesse saputo una cosa del genere. Per questo tentava di stare al suo posto e di evitare di parlare di quanto successo. Ma era inevitabile che prima o poi accadesse, sopratutto visto che non era più bravo a non intromettersi in certe cose.
"Hey", arrivò dietro Harry . "Io... ho saputo quello che è successo"
"Ah, ma come, non te l'ha detto?", domandò Ron. "Che strano, al tuo amico del cuore dovresti dire tutto"
"Ron, non esagerare!" , Hermione lo zittì con rabbia.
"Perché? Dopotutto è vero. Voi state sempre insieme, forse fin troppo, non è che magari c'è qualcosa oltre l'amicizia?"
Harry si sentì morire, e si sentì imbarazzato come non mai. Il fatto che certe cose venissero dette così chiaramente lo metteva a disagio. E mise in disagio anche Draco, che però non si trattenne.
"Senti tu, brutto...!"
"Hey, hey, basta!", Hermione era andata su tutte le furie. "Tu, Ron, allontanati e calmati! E tu Harry, con me, forza!"
L'amica lo afferrò per un polso e lo portò via. Il corvino si voltò indietro e vide Draco che lo stava osservando allontanarsi. Sembrava dispiaciuto.
Dispiaciuto, lui?
Hermione lo portò lontano da occhi indiscreti.
"Ebbene?", domandò. "Che intenzioni hai?"
"Che intenzioni ho?", ripeté confuso.
"Lo sai di cosa sto parlando. Sono anni che ti osservo senza dire nulla, ma direi che adesso è diventato inevitabile. Quello che ha detto Ron è vero? C'è qualcosa di più tra te e Malfoy?"
Harry scostò lo sguardo. Per tutto quel tempo era riuscito a far finta di nulla, a tacere, ma era stato difficile. Il non poter dire nulla di ciò che sentiva era quasi soffocante, e adesso che la sua migliore amica stava cercando di capire, mentire gli veniva difficile.
"... E' così evidente?", sussurrò.
"Ad un occhio attento sì", sospirò . "Ebbene, cosa siete? Fidanzati?"
"Cosa stai dicendo?!", esclamò con tono più acuto del normale. "Non siamo niente, non sono neanche sicuro che siamo amici dopo che mi ha baciato e..."
L'aveva davvero detto. Dirlo lo faceva sembrare così reale.
"Ah, vi siete baciati! Scusa, ma allora non mi pare che siate niente"
"Hermione, ti prego. Sono molto confuso, lo siamo entrambi. Sicuramente è stata solo la follia di quel momento, visto che oggi Draco ha cercato di evitarmi"
"Ma poi è venuto da te. D'accordo, non voglio intromettermi, ma se vuoi un consiglio, fai attenzione: l'amore può far male"
"Me ne sono accorto", sospirò. "Solo... non dire nulla, okay?"
"Sono muta come un pesce", lo tranquillizzò.
Harry sospirò, ma a quel punto le venne naturale porgerle una domanda.
"Tu... non pensi che sia strano?"
Hermione chinò la testa di mezzo lato.
"Cosa? Che il mio migliore amico probabilmente è innamorato di uno che mi odia e che è indisponente con la stragrande maggioranza dell'umanità? In realtà sì, è strano, ma va bene così. Anche volendo, negarlo è inutile. C'è sempre stato un legame diverso dagli altri tra voi, sin da quando vi siete conosciuti. Io non so in cosa potrà trasformarsi, ma sono del parere che l'amore non si sceglie. Quindi non me la sento di andarti contro"
"Herm... grazie. Mi sento meglio adesso", sospirò decisamente più sollevato. Era consolatorio sapere che almeno uno dei suoi amici avesse capito.
Insieme tornarono indietro. Di Ron neanche l'ombra, probabilmente doveva essersi allontanato per sbollire la rabbia. E Draco, anche lui se n'era andato, ma ciò non lo sorprendeva.
I giorni passarono e, suo malgrado, Harry dovette rimanere da solo con il ricordo di quella sera in cui la loro passione per un attimo era scoppiata. Poteva capire perché Draco non volesse affrontare la cosa: essere messo davanti i propri sentimenti, davanti l'evidenza, non doveva essere affatto facile per lui.
Questo però non bastava a giustificarlo. Lui non era di certo un oggetto, esisteva e aveva dei sentimenti che potevano essere feriti. Sentirlo così lontano dopo averlo avuto così vicino era straziante. Per la prima volta da quando si trovava ad Hogwarts, Harry sentiva di essere davvero solo. Stava iniziando a diventare tutto difficile, e ciò che avrebbe voluto sarebbe stato avere accanto le persone che amava, avere accanto lui.
Fortunatamente, Hermione non lo lasciava solo un attimo. Adesso che sapeva la verità, poteva aiutarlo meglio. Lo capiva, sapeva bene quanto molto spesso l'amore potesse ferirti. Ed anche se le faceva strano il pensiero che il suo migliore amico fosse innamorato proprio di Malfoy, sarebbe sempre stata lì ad aiutarlo.
Era l'ora di pranzo quando, seduti al loro tavolo durante il bacchetto, Hermione sollevò lo sguardo, gettando un occhio al tavolo dei Serpeverde. Draco era lì e sembrava tranquillo, ma sarebbe stata disposta a scommettere che stesse solo fingendo.
"Vuoi che vada a dirgli due parole?", domandò poco dopo ad un tristissimo Harry, troppo impegnato a giocherellare con il cibo nel piatto.
"Oh no, ti prego. Tratterebbe male anche te"
"Beh, la cosa non mi fa per niente paura", disse con determinazione, alzandosi.
"Hermione?", sussurrò lui. "Aspetta, dove stai andando?"
L'amica però non lo stava ascoltando, e si era già diretta al tavolo di quei simpaticoni. Per attirare l'attenzione del biondo batté le mani sul tavolo.
"Malfoy", chiamò. Lui s voltò a guardarla ed i suoi amici lo imitarono.
"Oh, Granger", ridacchiò Pansy Parkinson. "Che diamine ci fai qui al nostro tavolo?"
"Non sono qui per parlare con te, Parkinson. Ma con te, Draco", disse chiamandolo per nome.
"Non mi sembra di averti dato questa confidenza, Granger"
"No, a me no in effetti. Ma ad Harry sì, vero?"
A quel punto il ragazzo si zittì, deglutendo a vuoto. A quanto pare, lei sapeva, ed era certo che lo avrebbe messo nei guai se avesse parlato. Nessuno doveva assolutamente sapere di quanto accaduto.
"Scusatemi un attimo", disse ai suoi amici, fissandola in truce. "Io e la Sanguesporco dobbiamo parlare"
Hermione non badò neanche a quell'appellativo. Oramai ci aveva fatto l'abitudine, e poi aveva qualcosa di più importante a cui pensare. Harry li osservò, portandosi le mani tra i capelli, esasperato. Cosa stava combinando Hermione?
La ragazza si fermò fuori la Sala Grande, squadrando Draco.
"Io so quello che è successo", dichiarò.
"Chissà perché l'avevo capito. Qualsiasi cosa Potter ti abbia detto, non è vera"
"Malfoy, smettila, okay? Si vede lontano un miglio che gli vuoi bene e che siete sempre stati diversi da tutti, ma a quanto pare solo io qui sembro essermi accorta che il vostro affetto si sta trasformando in qualcosa di più"
"Eh...", Draco si schiarì la voce. "Di che cosa stai parlando?"
"Vi siete innamorati!", esclamò . "Sei davvero così ottuso?"
"Bada a come parli", la zittì inviperito. Hermione sospirò. Sapeva che parlare con lui di cose come sentimenti e amore era come parlare ad un muro.
"Senti. Io non mi sto preoccupando per te, neanche mi piaci a dirla tutta. Mi preoccupo per Harry, perché è molto dispiaciuto del fatto che tu non gli parli. Vi siete baciati, d'accordo. Ma almeno provare a mettere le cose in chiaro? Lui è il mio migliore amico e non voglio che tu lo faccia soffrire. Altrimenti potrei non essere così gentile. Quindi... sai quello che devi fare"
Draco avrebbe tanto voluto dirle di non immischiarsi in affari che non la riguardassero, ma non ne ebbe il coraggio. Dopotutto aveva ragione, e poi lei stava soltanto cercando di proteggere una persona a cui voleva bene. Una persona a cui volevano entrambi bene.
Probabilmente aveva giocato a nascondere i sentimenti per troppo tempo. Non era mai stato abituato ad esprimersi con libertà, e adesso sembrava tutto così strano. Forse era vero che si era innamorato, anche se, pur guardandosi indietro, non capiva come. Magari era una cosa che si portava dietro sin da bambino ma che stava realizzando solo adesso. Magari in quell'essere così diversi avevano finito con il completarsi, ed un'altra serie di sciocchezze a cui in genere non si sarebbe mai lasciato andare.
Non si era mai innamorato di una ragazza, tanto meno aveva provato attrazione. Tutto ciò di positivo che sentiva, stima, rispetto, affetto, attrazione e gelosia... era riservato solo a lui, cosa che lo rendeva effettivamente speciale.
Draco chiuse gli occhi, respirando a fondo. Maturare da quel punto di vista era difficile. Quando fu ritornato in sé, rientrò in Sala Grande, tutto impettito. Hermione era tornata al suo posto accanto ad Harry, e lo aveva guardato a lungo. Lui aveva ricambiato lo sguardo, poi se n'era tornato al suo posto. Sicuramente non avrebbe avuto vita facile con quella ragazza che lo teneva d'occhio. E forse, da un lato, sarebbe stato un bene.
Nei giorni seguenti, Harry fu talmente impegnato che almeno per qualche ora riusciva a mettere da parte la sua tristezza. Aveva preso molto sul serio il suo ruolo all'interno del Torneo, nonostante ancora si mormorassero cose assai spiacevoli alle sue spalle. Quando venne a sapere in cosa avrebbe consistito la prima prova, ovvero l'affrontare draghi, Harry lo riferì immediatamente a Cedric, suo compagno Tassorosso, affascinante, gentile e dall'animo gentile.
Questo non era potuto sfuggire allo sguardo attento di Draco, che, nonostante non fosse ancora riuscito a parlargli, quando poteva tentava di... seguirlo.
Non riusciva neanche a formulare il pensiero, fin troppo assurdo anche per lui.
Lui che seguiva qualcuno per controllarlo, perché era geloso! Tutto ciò era un colpo troppo grande per il suo orgoglio, ma la voglia di sapere cosa Harry facesse o dicesse era troppa, anche se probabilmente non aveva alcun diritto.
E nel vederlo parlare con il bel Tassorosso, la sua gelosia era scoppiata. Ma non aveva intenzione di fare scenate. Per questo, aspettò che i due terminassero di parlare, prima di avvicinarsi ad Harry dopo giorni di lontananza.
"Fraternizzi con i rivali, eh?", domandò a braccia conserte, facendolo sussultare.
Harry si sistemò nervosamente gli occhiali. Quand'era apparso lì?
Serrò le labbra.
"Cedric non è mio rivale, facciamo parte della stessa scuola. E poi a te che importa? Pensi di poter venire qui dopo avermi ignorato come se nulla fosse a immischiarti negli affari miei?"
"Come siamo nervosi"
"Vuoi biasimarmi? Insomma, che cavolo ti passa per la testa? Prima mi baci, poi te ne vai e neanche mi rivolgi la parola"
"Puoi smettere di ripeterlo, per favore?", domandò nervoso, distogliendo lo sguardo.
"Io posso anche non dirlo, ma è successo. Perché? Voglio sapere perché lo hai fatto. Che c'è, preso dall'atmosfera ti sei lasciato andare o c'è qualcos'altro?"
"Io... non lo so, okay?", disse lentamente. "E' tutto così assurdo. Io non dovrei sentire quello che sento, non dovrei desiderare stare sempre con te, non dovrei provare gelosia nel vederti parlare con un altro ragazzo, e..."
"Gelosia? Tu sei geloso? Di Diggory, poi?", domandò l'altro sorpreso.
"Non ho finito di parlare", lo zittì malamente. "D'accordo, sono geloso, ebbene? Probabilmente, non so neanche io come sia possibile, tu mi piaci. E non come un amico dovrebbe piacermi. Ma questo non ha importanza, perché adesso ci metto una pietra sopra. Io non posso permetterlo..."
La seconda parte del discorso Harry non l'aveva neanche sentita. Lui gli piaceva, e non come un amico. Finalmente aveva trovato il coraggio di dirglielo, in modo un po' confuso, ma glielo aveva detto, e non avrebbe potuto esserne più felice.
"Draco, aspetta ", lo interruppe . "Accidenti, mi piaci anche tu. Pensavo di essere matto o strano, perché so che di solito due ragazzi non... arrivano a questo punto. Ma per noi è diverso"
Il biondo lo guardò.
"Davvero? Anche io ti...?"
"Sì", sospirò. "Ascolta... possiamo dimenticarci del fatto che mi hai lasciato da solo con me stesso per non so quanti giorni solo perché non avevi il coraggio di dire la verità?"
"Io ho il coraggio di dire la verità!", esclamò nervoso . "Comunque sì... mi va bene. Mi dispiace. Ma adesso io e tu cosa siamo? Lo sai che io..."
"Non puoi stare con un ragazzo. Lo so, lo so, e non ti sto chiedendo di stare con me. Di certo non siamo più due semplici amici, non so cosa siamo. Possiamo solo aspettare e vedere come le cose si evolvono. Per il momento mi basta averti qui accanto"
Adesso tra i due c'era un lieve imbarazzo, un imbarazzo che tuttavia non creava fastidio. Si erano praticamente dichiarati, e apparentemente questo non avrebbe cambiato nulla, o almeno ciò credevano. Il loro destino era nelle mani del tempo e dell'incertezza.
"Questo non suona come molto virile, ma dopotutto... guarda dove siamo arrivati"
"Draco", lo afferrò per un braccio. "Non c'è niente di male, sei come me, ti piacciono i ragazzi"
"A me non piacciono i ragazzi, a me piaci tu, è diverso. Ma cosa sto dicendo?", si portò una mano sul viso. "Guai a te se mi fai parlare di nuovo dei miei sentimenti"
"Non preoccuparti", disse lui sorridendo. Malfoy sospirò.
"Puoi riferire alla tua amica Granger che abbiamo risolto i nostri problemi. Non dirglielo, ma mi ha fatti abbastanza paura"
Harry rise di gusto. Immaginarsi Draco impaurito da Hermione era oltre modo divertente.
Da quel momento in poi effettivamente non cambiò nulla. La loro amicizia era quella di sempre, ma con una consapevolezza in più, quella di piacersi. Ma nessuno dei due ne aveva più parlato da quel giorno. Volevano vedere le cose come si sarebbero evolute, e intanto continuavano a comportarsi come se i loro cuori non battessero forte ogni volta che si vedevano. Hermione poteva dichiararsi fiera di essere intervenuta. Sicuramente lei e Malfoy non sarebbero diventati amici per la pelle, ma il fatto che si fosse un aperto glielo rendeva un po' più sopportabile.

La scelta giusta. (DRARRY)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora