Capitolo 18. solo un ragazzo

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SPAZIO AUTORE: OHH HIII BITVHES, come state??? Spero beneeee, spero che il capitolo sia di vostro piacimento, ci vediamo alla prossima :)))













Draco era certo che continuando a far buon viso a cattivo gioco le cose sarebbero andate bene e nessuno sarebbe stato invischiato nei suoi sporchi affari. Nessuno tranne Harry.
Non voleva metterlo in mezzo, ma visto ciò che li legava era ovvio che fosse così.
E poi , Harry aveva bisogno di lui. Come potergli negare il suo amore proprio adesso?
Da lontano il ragazzo lo osservava, donandogli un sorriso che lui si sforzava di ricambiare. Come potergli nascondere...

Qualche settimana prima…

Draco se ne stava seduto tutto impettito lì nella sua fredda dimora. Da quando suo padre era stato arrestato, lui era tornato a casa da sua madre, non  che l’atmosfera fosse chissà quanto festosa. Narcissa era, per ovvi motivi, sconvolta da ciò che era appena successo. Aveva inoltre l’impressione di non conoscere più suo figlio.
“Draco...”, lo chiamò.
“No madre… mi sono già espresso al riguardo”.
Il ragazzo era serio. Categorico.
“Non capisci. In questo modo ti metterai in pericolo. Devi allontanarti”
“Stai dicendo così perché ti preoccupi o perché non accetti il fatto che io stia con lui?”
Narcissa sospirò. Certo, ancora, dopo tutto quel tempo, faticava ad accettare che il suo unico figlio stesse con Harry. Nel suo immaginario, aveva sempre sposato di vederlo sistemato con una donna con cui avrebbe messo su famiglia.
Ma non era quello il problema.
“Draco...”
“No. Harry mi ha promesso che mi sarebbe rimasto accanto”
“Davvero credi che  ti starebbe accanto, anche dopo aver saputo certe cose?”
“Sì… lo credo. Io lo amo madre, credevo la pensassi diversamente dopo avermi avuto lontano per mesi”
Narcissa, sospirando, si alzò e gli andò incontro.
“Capisco che quando l’amore arriva non c’è  nulla da fare, ma… adesso non è il momento. Tu sei consapevole del ruolo che hai, non è vero?”
Sì, Draco era consapevole del ruolo che aveva. Per questo motivo, sapendo di non potersi sottrarre al suo destino, aveva deciso che avrebbe fatto di tutto per proteggerlo.
“E’ proprio perché lo so che ti sto dicendo questo”, il suo tono di voce adesso era piuttosto tremulo, forse a causa dell’agitazione. “Non mi importa di quello che dovrò subire, di quello che dovrò fare , di ciò che dovrò sopportare. Non metterò Harry in mezzo”
“Non ti rendi conto che così lo hai già tradito?”
“Io non l’ho tradito. Forse mi sarò fatto marchiare o quel che vuoi, ma questo non mi rende necessariamente un Mangiamorte”.
Fu allora che Narcissa parve capire.
“Figlio mio, che cos’hai in mente? Non avrai intenzione di fare il doppio gioco, vero? Nessuno è mai riuscito ad ingannare il Signore Oscuro. Inoltre, tu sai bene del compito che ti ha affidato. Non potrai sottrarti. E quando agirai, Harry finirà con l’odiarti”.
Draco distolse lo sguardo. Effettivamente, a cosa stava pensando? Fare il doppio gioco non era così facile come credeva. Significava fare sacrifici, dire bugie, agire in modi che non condivideva.
“Mi chiedo perché a me”, disse lentamente. “Io non posso uccidere una persona, non posso. Ma so anche che se non lo faccio, il Signore Oscuro mi ucciderà, ed io non posso permettermi di morire. In che situazione mi sono cacciato?”.
Narcissa, lesse in quel momento, negli occhi di suo figlio, una disperazione ineguagliabile. Lui era solo un ragazzo a cui era stato affidato un compito troppo grande. Un ragazzo che stava cercando di rendersi utile alla persona che amava e, allo stesso tempo, di proteggerla.
Il fatto era che certe cose sfuggivano al suo controllo. E sarebbero sempre sfuggite.
Fu allora che Narcissa Malfoy prese una decisione. Doveva assolutamente chiedere aiuto a qualcuno. All’unico che sicuramente si sarebbe preso una responsabilità del genere.

Aveva oramai un marchio sulla sua pelle. Draco non avrebbe mai dimenticato quel giorno. Praticamente non avrebbe avuto scelta, ma nel suo profondo si era detto che mai si sarebbe piegato realmente al loro volere.
Ma quando il Signore Oscuro in persona ti impartiva certi ordini, la paura diveniva più forte di qualsiasi cosa. Draco moriva dalla voglia di andare da Harry e dirgli le cose come stavano realmente: dirgli che aveva preso il marchio, seppur contro la sua volontà, dirgli che non aveva alcuna intenzione di condividere le scelte dei Mangiamorte e rivelargli anche… di ciò che avrebbe dovuto fare, ma che assolutamente non poteva fare.
Aveva però paura. Paura di non essere creduto. Con tutte le bugie che aveva detto, come poteva sperare che Harry non perdesse la fiducia nei suoi confronti?
Lui era troppo debole per tutto ciò che stava vivendo. E, lentamente, giorno dopo giorno, stava cadendo in un baratro di disperazione da cui non aveva idea di come uscire.
Era lui che si era cacciato in quel guaio. Forse sarebbe stato più dignitoso morire che arrivare fino a quel punto.
Non sapeva più cosa fosse sbagliato o meno, credeva di stare per impazzire, ma era giusto che fosse lui l’unico a pagare. Non voleva che Harry venisse messo in pericolo in alcun modo. Forse avrebbe dovuto immaginarsi che le cose non sarebbero state facili.
Non lo erano mai state, sin dall’inizio, ma adesso era diverso, adesso c’erano di mezzo le loro vite.
Nonostante tutti i suoi pensieri e preoccupazioni, Malfoy era diventato abbastanza bravo a destreggiarsi tra i suoi compagni Serpeverde, a cui aveva raccontato determinate cose, e tra Harry e i suoi compagni Grifondoro. Tentava di  farsi vedere tranquillo il più possibile, malgrado facile non fosse.
E, d’altronde, neanche Harry gli aveva raccontato proprio tutto. Non gli aveva detto delle sue lezioni provate con Silente, né della scoperta degli Horcrux.
Non voleva dirglielo perché voleva proteggerlo.
Proteggerlo, o forse il dubbio che fosse un Mangiamorte lo aveva portato semplicemente a tenere per sé quell’informazione riservata?
Sia Harry che Draco avevano i loro segreti. Stavano insieme con finta leggerezza, ma malgrado tutto, il loro potere cresceva sempre di più. Proprio per questo, Malfoy badava bene a non pensare a nulla di strano. Doveva stare attento, oramai il suo ragazzo era in grado di leggergli nel pensiero e viceversa.
Anche se, quel pomeriggio, l’unica cosa a cui riusciva a pensare era a quanto fosse noioso sentire la Granger lamentarsi.
Weasley li aveva scaricati per la sua nuova fidanzatina, Lavanda, e ciò non aveva fatto per niente piacere ad Hermione, la quale era impazzita di gelosia.
Il biondo si voltò a guardare il corvino.
Giuro che tra poco mi cavo gli occhi. Che diamine, se è gelosa perché non gliene parla e basta?
Ad Harry venne da sorridere.
Parli proprio tu? La tua gelosia è peggio.
Chiudi il becco. Vedi come mi sono ridotto? Ad ascoltare i piagnistei di una sedicenne disperata. Mi viene da piangere.
“Ragazzi, mi state ascoltando?”, domandò Hermione.
“Assolutamente”, rispose Draco con fare annoiato.
“Beh, comunque sia questa me la paga. Con la Brown, poi. Quella gallina. Col cavolo che lo invito alla festa del Lumaclub”
“Al cosa?”, chiese Malfoy.
“Il Lumaclub. E’ una specie di circolo creato dal professor Lumacorno. C’è anche Harry”
“Davvero?”
“Già. Sai, sono il ragazzo sopravvissuto, sono “famoso”, quindi ha insistito perché entrassi a farne parte...”, lì Harry disse l’ennesima bugia. Non poteva di certo dire che vi fosse entrato per conto di Silente e per cercare di racimolare delle preziosissime informazioni.“Ci sono anche Neville, Ginny e anche quel tuo compagno, com’è che si chiama? Ah, sì. Blaise”
“Ma pensa, non me ne aveva parlato”, affermò con un sorriso nervoso.
Ci mancava soltanto che Harry stesse in compagnia dei suoi compagni Serpeverde, proprio in quel momento poi.
“Già. E organizza sempre delle feste e cose del genere. Ovviamente possiamo portare qualcuno. Draco, vuoi venirci con me?”
“Eh?!”, esclamò con tono più acuto del normale. “No-no-no. Non è possibile, mi spiace”.
“Emh? C’è qualche problema?”, domandò Hermione stranita.
“Non c’è nessun problema, affatto. Io ho… come posso dire, delle lezioni private con Piton alla sera e non posso proprio mancare”
“Aspetta, ma da quando tu...”
“Fra una cosa e l’altra mi sono dimenticato di parlartene”, affermò frettolosamente, nella speranza che i suoi pensieri non lo tradissero. “Fa una cosa, va senza di me, sono certo che ti divertirai comunque. Adesso scusa, ma devo andare”.
Con altrettanta frettolosità, gli posò un bacio sulle labbra, lasciandolo comunque abbastanza interdetto. Harry strabuzzò gli occhi, voltandosi poi a guardare Hermione.
“Mi spiace, Harry”
“Per cosa, esattamente?”
“Nel vedervi così distaccati. Pensi ci sia qualcosa…?”
“No”, disse freddamente. “Se Draco mi ha detto che non mi sta nascondendo niente, io allora ci credo”
“Oh, Harry...”, sospirò la ragazza, intuendo la sua intenzione di non voler vedere la verità, per il semplice fatto che la verità, alle volte, faceva troppo male.
“Non è un problema, chiederò a Luna di venire con me”, disse pensieroso.
Chissà cosa Piton e Draco avessero da dirsi. Più andava avanti, più Harry ci capiva meno. Voleva delle risposte, ma al contempo non voleva averne nessuna.














SPAZIO AUTORE:
Allora, quetso è più che altro un capitolo di passaggio che precede però degli avvenimenti mooolto importanti. Per Draco ho pensato ad una cosa alla tipo Piton. Nel senso, lui passa al "lato oscuro", pur non volendolo realmente, tuttavia si trova bloccato quando il Signore Oscuro gli ordina di uccidere Silly. Le sue crisi esistenziali esistono già nel libro, quindi pensate un po' se stesse con Harry. Quest'ultimo continua a negare la realtà dei fatti, tuttavia non si può essere ciechi davanti l'evidenza.
E che ruolo avrà Piton in tutto ciò?
Spero vogliate scoprirlo :D

La scelta giusta. (DRARRY)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora