Capitolo 24. Madre e figlio

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Spazio autore: e niente sono risorto, e credo che sia l'ora che questa storia finisca per sempre. È PASSATO TROPPO TEMPO DAL 1 CAPITOLO È ARRIVATO IL MOMENTO DI FINIRLA QUI, PROMESSO.












Grimmauld Place.
La prima volta in cui ci aveva messo piede, era stato due anni prima. Quando Sirius era vivo, quando ancora, né lui né Harry, immaginavano la piega che le loro vite avrebbero preso.
Da allora di strada ne avevano fatta. Adesso si trovavano lì, a combattere dalla stessa parte, senza un futuro certo. Ma Draco lo voleva, quel futuro. Lo voleva anche Harry.
Il fatto era che non se ne parlava, quasi come se avessero paura che la sfortuna, sempre presente sulle loro teste, potesse udirli.
“Qui è rimasto tutto uguale”, commentò il biondo guardandosi intorno.
“Già… all’incirca. Non credo staremo qui per molto. Uno degli Horcrux si trova al Ministero”
“E come proponi di recuperarlo?”
“Non lo so, Draco. Sei piuttosto irritante, parli come se sai già che fallirò”
“Io non sono irritante. Non sempre almeno”.
Nel vederli discutere, Hermione non poté fare a meno di sorridere.
“Sembrate una coppia sposata”
“Grazie per il commento, Granger. Davvero”, affermò seccato, solo per nascondere il suo evidente imbarazzo.
Perché alla fine tutti i discorsi finivano in quel determinato punto?
Che il destino stesse cercando di dirgli qualcosa?
Piantala, Malfoy. Non è il momento per pensare a certe cose.A cos’è che stai pensando?Harry! Smettila di spiare i miei pensieri, fatti i fatti tuoiNon lo faccio a posta!“Ragazzi!”, li chiamò ad un tratto Ron. “C’è qualcuno?”.
Harry si avvicinò furtivo alla finestra, tenendo la bacchetta stretta tra le dita. Draco lo imitò alzando poi gli occhi al cielo.
“E’ Lupin, idioti”.
Remus entrò poco dopo, con fare molto agitato.
“Ragazzi, sono così contento di vedervi. State tutti bene?”
“Noi sì. E voi, piuttosto? Ce ne siamo andati senza poter fare nulla. E’ successo qualcosa?”, Harry infatti aveva fatto caso alla sua espressione preoccupata.
“No, non è successo niente! Io sono solo… come dire… sono scappato di casa”
“Aspetta… cosa?”.
Lupin aveva molta difficoltà a parlare.
“Tonks è incinta”.
Il corvino spalancò gli occhi. Draco, invece, a braccia conserte, non sembrava sorpreso.
“Beh, congratulazioni”
“Ma… perché lo dici come se fosse una cosa brutta? E poi che significa che sei scappato di casa?”
“Me ne sono andato dopo che abbiamo discusso. Tu non capisci, Harry. Se il bambino fosse come me… hai idea di cosa significherebbe? Dovrebbe subire tutto ciò che ho subito io”
“Non è detto che sarà… insomma, come te! E poi, anche se fosse? La tua vita, in fin dei conti, non è stata poi così orribile!”
“Sì, ma cosa ho dovuto passare prima di arrivare ad avere un minimo di felicità? Io non sono certa di potercela fare! Non posso!”.
Draco stava cercando davvero di farsi gli affari tuoi, dopotutto quella era una questione che non lo riguardava. Ma non riuscì proprio a trattenere la sua lingua biforcuta.
“Queste sono sciocchezze”, commentò.
“D-Draco?”, lo chiamò Harry sorpreso.
“Cosa? Sono davvero sciocchezze. Un figlio ha sempre bisogno del proprio padre. Anche se fosse… un licantropo, questo cosa vuol dire? Abbandonarlo? La trovo una cosa vile”
“Non ho chiesto una tua opinione”, Remus sbuffò seccato.
“Invece ha ragione lui”, disse Harry nervoso. “La paura posso capirla, ma il resto no! Che cavolo, Tonks ha bisogno di te, anche il bambino! Non puoi scappare così!”
“Io non saprei come comportarmi”
“D’accordo, adesso ho sentito troppo”, Draco si intromise nuovamente. “Senti, non si può certo dire che io abbia istinto per certe cose. Anzi… bambini? Umh, no. Ma in questo caso è diverso. Se adesso tu te ne va… se adesso abbandoni tuo figlio… allora sì che sarà infelice. Solo in quel caso avrai fallito. Quindi adesso tu torni a casa da tua moglie e le chiedi scusa. Punto”.
Cavolo, Draco. Certo che con le parole ci sai proprio fare.Sì, ma non dire a nessuno che ho fatto un discorso del genere. Lupin stesso parve molto sorpreso.
“Non mi aspettavo questa tua presa di posizione”
“Diciamo che sono pieno di sorprese. Allora, farai come ti abbiamo detto, sì o no?”.
Che buffo. Malgrado si conoscessero da una vita, Harry riusciva ancora a sorprendersi carpiva certe sfumature del suo carattere.
Alla fine, i due convinsero Remus a non fare qualcosa di avventato. Probabilmente avevano salvato una famiglia.
“Bravo, Draco. Non pensavo fossi tutto per la famiglia”
“Bravo Draco”, cosa sono, un cane? E poi… io non sono senza cuore, sebbene molti lo pensino. Quando sento certe cose mi infervoro”.
Il corvino allora gli si avvicinò, posandogli un bacio sulle labbra.
“Infatti anche per questo che ti amo. Sei un Serpeverde con il coraggio di un Grifondoro”
“Se lo dici un’altra volta giuro che sei un uomo morto. Piuttosto, quand’è che facciamo questa cosa dell’andare al Ministero?”
“Facciamo? Tu non vieni”
“Che significa che non vengo?”
“Draco, senti. Io, Hermione e Ron ci infiltreremo. Lo so che vorresti venire anche tu con noi, ma se accadesse qualcosa? Almeno tu saresti in salvo”
“Appunto, se succedesse qualcosa non potrei proteggerti. E poi, cosa dovrei fare nel frattempo?”
“Torna a casa tua. Cerca di carpire qualche informazione. Hai detto che tua madre è dalla nostra parte, vero?”
“Sì, lo è. Ma se poi gli altri Mangiamorte non mi lasciano andare?”
“Io lo so che saprai come tornare. Ti prego, ho fiducia in te. Abbi anche tu fiducia in me”, sussurrò afferrandogli il viso tra le mani e guardandolo.
Io mi fido di te, Harry.
Si fidava. Si sarebbe sempre fidato. Si fidava del fatto che non sarebbe morto.
Assolutamente, Harry non poteva morire.
“E io non ti deluderò. Abbiamo la nostra telepatia. So che se ci sarà bisogno, mi troverai”
“Sì, su questo non devi avere dubbi. Però fa comunque attenzione”
“Oh, Draco. Lo sai che ho una propensione a cacciarmi nei guai”
“Anche per questo mi piaci, stupido di un Potter”, sorridendo, il biondo si avvicinò alle sue labbra, baciandolo dolcemente.
Scacciare la preoccupazione non era mai stato facile. Anzi, la maggior parte delle volte era risultato addirittura impossibile, ma non c’era scelta.
Non c’era scelta se non andare avanti.
Il peso sulle mie, sulle tue, sulle nostre spalle, è qualcosa che fa mancare l’aria. Tuttavia andremo avanti, in quale modo.

La scelta giusta. (DRARRY)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora