Capitolo 27. L'inizio della fine

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Erano passati mesi dall’ultima volta in cui Harry era stato lì.
Hogwarts gli era mancata, dopotutto era la sua casa. Adesso ci era tornato per difenderla.
Anzi, erano tornati, tutti insieme, per difenderla. Durante la loro assenza, Ginny, Luna e Neville erano rimasti a capo dell’Esercito di Silente. E quando il ragazzo li aveva visti non era riuscito a trattenere la sua gioia.
“Ragazzi… Harry! Voi siete qui! Non ci posso credere!”
“Ciao, Paciock”, lo salutò Draco. “Non pensavo che l’avrei mai detto, ma sono estremamente felice di vederti”, poi guardò la bionda. “Lovegood...”
“Ciao”, salutò lei candidamente. “E’ bello vedere che siete ancora più uniti dell’ultima volta”
“Tutto questo è molto commovente”, Harry li interruppe. “Ma abbiamo un problema grosso. Voldemort e i Mangiamorte ci attaccheranno, dobbiamo avvertire i nostri insegnanti”.
L’aria era pesante. Si poteva percepire il presagio di morte anche solo respirando. Malfoy era consapevole del fatto che probabilmente, anzi, sicuramente, avrebbe dovuto combattere contro la sua stessa famiglia, contro la gente a cui aveva creduto di appartenere, seppur per un breve periodo della sua vita. Ma non aveva importanza oramai.
In Sala Grande vi era quella che molti avrebbero definito “quiete prima della tempesta”. Neanche  Piton stesso doveva aver capito che qualcosa stesse per accadere, perché quando l’Esercito di Silente fece il suo ingresso, rimase sorpreso. Harry entrò fieramente, senza alcun timore, accanto a Draco, che aveva giurato a se stesso che mai e poi mai si sarebbe staccato da lui.
“Vedo che nonostante le sue strategie di difesa, ha ancora qualche problema di sicurezza, preside Piton!”, esclamò con rabbia. “Come osa stare dove stava lui? Lo dica, dica com’è andata quella notte, di come lo ha guardato negli occhi!”.
Draco allora chinò lo sguardo.
Harry… lo sai che ha dovuto. Aveva fatto un giuramento.
Questo non ha alcuna importanza, Draco. C’è sempre un’altra scelta, anche in casi come questi.
Piton allora tirò fuori la bacchetta, segno evidente che sarebbe stato disposto anche ad attaccarlo. Ma ciò non avvenne mai, poiché la Mcgranitt andò in suo aiuto, dando inizio ad un duello di incantesimi a cui ben presto lo stesso Piton si sottrasse, fuggendo via. Quando ciò avvenne, in Sala Grande si sollevò un grande boato di acclamazione.
“Wow”, sussurrò Draco, il quale era fin ora stato con il fiato sospeso. “Questo sì che è forte”.
La professoressa allora si voltò a guardare i due, sorridendo.
“Malfoy e Potter, è bello rivedervi”.
Quasi senza accorgersene, i due si stavano tenendo per mano. Si guardarono.
“Anche per noi”, rispose il corvino. “Professoressa, loro stanno arrivando. Attaccheranno la scuola”.
“Noi non glielo permetteremo. Se vogliono buttarci giù, allora che ci provino soltanto”.
Con quella dichiarazione, la battaglia finale aveva inizio. Intorno c’era un grande caos e ogni insegnante si stava impegnando nella creazione di una barriera protettiva intorno ad Hogwarts. Non sarebbe bastato, ma avrebbe loro dato tempo.
“Harry!”, Draco lo afferrò per un polso. “Noi cosa dobbiamo fare?”
“Ron ed Hermione si occuperanno della Coppa. Io devo trovare il Diadema di Corvonero”
“Aspetta un momento, vuoi farlo adesso?!”, esclamò andandogli dietro.
“Certo, deve essere distrutto. Non seguirmi”
“Ah, col cavolo!”, sbottò nervoso. Ancora si rifiutava di capire che lo avrebbe seguito ovunque, anche nella morte se fosse stato necessario.
La loro ricerca li condusse fino alla Stanza delle Necessità, dove trovarono il tanto discusso Horcrux.
“Ebbene?”, domandò Draco con il fiato corto. “Come lo distruggiamo?”
“Non lo so, forse con qualche incantesimo. Ma ci sarà una protezione”
“Beh, prova? O vuoi che provi io?”
“Ho detto che non ce n’è bisogno”
“Beh, sei sempre il solito testardo, tu…!”.
I due avevano preso a discutere tanto animatamente che non si erano neanche accorti di non essere più da soli: tre Serpeverde erano dietro di loro. Il biondo riconobbe immediatamente Pansy, Tiger e Goyle, coloro che un tempo erano stati loro amici.
La prima sembrava davvero furiosa.
“Bene, bene, guarda un po’ qui. Potter e Malfoy tornano e si improvvisano eroi”
“Hey”, Draco tentò di tenerla a bada. “Piano, eh. Non abbiamo tempo per questo”
“C’è sempre tempo per questo. Sai cosa?”, Pansy assottigliò lo sguardo. “Tu mi piacevi Draco. Ma ora mi rendo conto che non sei altro che un traditore”
“Io non sono un traditore. Siete voi ad esserlo! Hogwarts è in pericolo e non c’è studente di Serpeverde che non abbia preferito darsela a gambe! Io andrò avanti, dovessi essere l’unico pazzo!”
“Avresti fatto meglio a rimanere sui tuoi passi. Tiger, attaccali!”.
Harry si era subito stretto a Draco. Non credeva che quel tipo li avrebbe attaccati per davvero.
“Ardemonio!”, esclamò il ragazzo, invocando il fuoco maledetto e inestinguibile. Draco spinse Harry.
“E’ pazzo! E’ completamente impazzito! Hey, voi, cosa…!”.
Era bastato un battito di ciglia prima che si scatenasse un vero e proprio inferno. Il fuoco andò completamente fuori controllo, divorando tutto ciò che che incontrava sul suo cammino.
I due presero a correre. Draco afferrò per mano Harry, tentando di trovare una via di fuga.
Non riusciva neanche a pensare lucidamente.
Dovevano trovare un modo per uscire di lì.
“Draco, aspetta, qualcosa sta per…!”.
Malgrado fosse vicino, Malfoy ebbe l’impressione che la sua voce fosse così lontana. Sollevò lo sguardo, vedendo qualcosa di infuocato cadergli addosso. Probabilmente non avrebbe fatto in tempo a spostarsi, ma non ce ne fu bisogno: il fuoco non lo sfiorò mai, perché qualcosa lo aveva protetto, una sorta di barriera di aria e energia che Harry aveva istintivamente creato intorno a loro.
“Cosa…?”, sussurrò Draco sorpreso. “Come hai...”
“Non lo so come ho fatto! Adesso dobbiamo uscire di qui e salvare anche loro!”.
Draco non era esattamente favorevole alla cosa, ma lasciare indietro delle persone – per quanto odiose fossero – non sarebbe stato giusto.
Tornarono qualche attimo dopo che erano a cavallo sulle loro scope. In questo modo il fuoco non poteva sfiorarli.
Pansy e gli altri due ragazzi stavano cercando di arrampicarsi per sfuggire al fuoco, quando Malfoy si avvicinò a loro.
“Andiamo, sali!”, esclamò. “Ti aiuterò io!”.
Poté leggere negli occhi della compagna Serpeverde una nota di disgusto, come se accettare quell’aiuto le costasse molto. Mentre Harry si impegnava ad aiutare Goyle, Draco si voltò e vide Tiger cadere tra le fiamme. Istintivamente tentò di fare qualcosa per salvarlo, ma anche volendo non sarebbe riuscito ad arrivare in tempo.
“Andiamo, veloce!”, lo incitò poi Harry, risvegliandolo dal suo stato di trance.
I due volarono lungo tutta la stanza, imboccando poi l’uscita e posandosi disordinatamente a terra. Draco tossì forte, ancora troppo preso dallo shock nell’aver visto una persona morirgli davanti. Poi si chinò al suolo, tentando di incamerare più aria possibile. Pansy lo guardava con fare sconvolto.
“Tu… mi hai aiutata...”
“A quanto pare. Succede quando stai con uno che vuole fare l’eroe”, affermò alzandosi. “Harry, il diadema...”
“E’ rimasto lì”, rispose lui. “Oramai sarà cenere, ma dopotutto è quello che volevamo. Torniamo dagli altri”.

Harry non immaginava quello che avrebbe trovato. Nella sua testa non aveva pensato che qualcun altro a cui tenesse potesse perdere la vita. Ma la guerra andava avanti inesorabile  e portava con sé molte vittime. Sia lui che Draco lo capirono nel momento in cui videro tutti quei corpi stesi a terra. Tra questi corpi, vi erano anche quelli di Tonks e Lupin, immobili e con gli occhi chiusi.
Entrambi si erano addormentati per non svegliarsi più. Draco si aggrappò ad Harry, temendo un mancamento di lì a poco.
“Dimmi che non è successo...”, sussurrò flebilmente. E Harry avrebbe tanto voluto che tutto ciò non fosse vero, avrebbe dato qualsiasi cosa. Ma ciò che avevano davanti era la pura verità.
Poco distante c’erano i Weasley. Sembravano tutti chini su qualcosa e le loro espressioni erano strane. Bastò loro questo per capire.
“Harry…?”, sussurrò ancora Draco, avendo un cattivo presentimento.
Quando entrambi si avvicinarono, le loro paure furono confermate: Fred era morto. George e Ron stavano chini su di lui disperati, piangendo tutte le loro lacrime. Draco sentì un peso sul cuore, oltre che un profondo senso di nausea.
Se tanti anni prima gli avessero detto che si sarebbe ritrovato a piangere per un Weasley non ci avrebbe mai creduto.
Eppure, adesso, una lacrima solitaria stava solcando il suo viso. Aveva tanto parlato di guerra e morte, ma adesso era tutto così concreto da lasciarlo senza fiato.
Indietreggiò, voltandosi e chiudendo gli occhi, come se avesse voluto isolarsi da tutto. Harry lo percepì e istintivamente lo abbracciò, come se avesse voluto sorreggerlo.
“Draco...”
“E’ terribile tutto questo, è orribile. Non voglio più vedere niente di tutto ciò”
“Lo so, hai ragione. Ma io ti giuro che ne verremo fuori”
“Come?”
“Non lo so, ma troverò un modo!”, esclamò afferrandogli il viso e guardandolo. “Hey… qui ci siamo conosciuti e di qui ne usciremo vivi. A qualsiasi costo. Quindi… adesso te lo chiedo...”.
Sebbene avesse tanto cercato di scacciare il pensiero che avrebbero dovuto combattere insieme, Harry sapeva che non ci fosse altra soluzione.
“… Sei con me?”.
Draco si rispecchiò nei suoi occhi verdi carichi di dolore represso. Si aggrappò alle sue spalle, giurando a se stesso che avrebbe dato il tutto e per tutto, che sarebbe sopravvissuto, che ne sarebbero usciti… insieme.
“Fino alla morte”.

La scelta giusta. (DRARRY)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora