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Eccoci qui, Boston...
Sono davanti alla mia vecchia casa e mi sento fuori posto.
Stamattina mi sono svegliata presto, ho finito di preparare le ultime cose, in tutto ciò non ho rivolto minimamente la parola ai miei genitori.
Hardin e Kevin volevano venire all'aeroporto, ma ho chiesto di non farlo, sarebbe stato ancora più difficile.
Dopo quasi 6 ore siamo atterrati a Boston e dopo un'oretta davanti alla casa che mi accoglierà per un mesetto.
Sperando sia così, non ho voluto dire niente ai fratelli Watt per non farli allarmare, ma i miei genitori erano strani, come se mi nascondessero qualcosa, sinceramente non lo so, voglio sperare che sia solo un mese.

"Amber vuoi restare fuori?" Mi domanda ironicamente mio padre dalla porta di casa.
"Magari" rispondo prendendo le mie cose ed avviandomi dentro.
Questa casa è molto semplice, ha sempre due piani, ma è molto più piccola, ha una stanza in meno e camera mia invece di trovarsi sopra è sotto, mentre quella dei miei al piano superiore.
Prendo il telefono e noto dei messaggi da parte del gruppo, di Kevin e di Hardin.
Il gruppo mi chiede se sono arrivata e rispondo un semplice "sì" mentre Kevin mi ha scritto "mi manchi già" e rispondo "anche tu, Watt" infine il messaggio di Hardin è di un'ora fa "Sei arrivata?".
È freddo, ho seriamente paura che tutto questo porterà alla nostra rottura, decido di rispondere allo stesso modo "sì, ora sono arrivata a casa".
Nemmeno il tempo di posare il telefono che Hardin mi sta chiamando.

Forse sei troppo paranoica.
Forse hai ragione anche tu.

CHIAMATA:
"Hardin" rispondo
"Amore come stai? Il viaggio è andato bene?" Mi domanda
"Sto bene, tu e Kevin? Il viaggio è andato" rispondo.
Sentire la sua voce è non averlo qui mi rende così triste.
"Stiamo bene, adesso usciamo con il gruppo" mi comunica.
"Ma sono le 23!" Dico.
"Amore da noi sono le 20" mi ricorda ridacchiando.
"Merda, è vero" dico ridacchiando anch'io.
"Hardin ti vuoi m...stai parlando con Amber?" Domanda...Kevin.
"Sì, esci, due minuti e ti raggiungo" parla Hardin.
"Ma non rompere e fammi salutare l'amore della mia vita" dice Kevin, sicuramente prendendo il telefono al fratello.
"Amore mio" mi saluta.
"Piccolo Watt, come stai?" Domando ridacchiando.
"Ma benissimo, la mia migliore amica è lontana, ho un fratello che rompe i coglioni dalla mattina alla sera, ma bene dai, tu?" Dice ironicamente.
"Sto una grande merda" dico confessando il mio stato d'animo.
"Amber mi dispiace non poterti essere d'aiuto" dice serio Kevin.
"Non è colpa di nessuno, solo dei miei, ma ora basta, divertitevi e salutate il gruppo da parte mia" dico, volendo staccare la chiamata il più velocemente possibile, rischierei di piangere e non voglio.
"Ci sentiamo mia piccola Amber, ti voglio bene" mi saluta Kevin.
"Ci sentiamo, cerca di dormire che sarai stanca, ti amo" dice invece il mio ragazzo.
"Buonanotte ragazzi" dico per poi staccare la chiamata e iniziare a piangere.

Quello che fau spesso ultimamente.
Puoi biasimarmi?
No, piangiamo indenne dai.

Sono le 10 di mattina e sono pronta per andare a fare colazione nel mio bar preferito di Boston, si trova a soli 10 minuti da casa mia.
Mando il buongiorno ai ragazzi ed esco di casa senza dire niente ai miei.
A Boston fa sempre più freschetto rispetto a Los Angeles.
Velocemente arrivo Quincy Market e vedo l'insegna del mio bar "What a great life".
Entro e vedo subito i padroni, sono una coppia veramente carina, mi ricordo che passavo ore qua dentro a raccontare la mia vita a Yole, mentre il marito, Hugo ci sgridava perché passavamo troppo tempo a spettegolare.
"Amber?!" Dice sorpresa Yole appena mi vede.
"Sono proprio io" dico avvicinandomi per salutarli.
"La nostra cliente preferita" dice Hugo abbracciandomi.
"Mi era mancato questo bar" dice staccandomi per abbracciare la moglie.
"Cosa ti porto!?" Mi domanda Hugo.
Adoro queste due persone, mi sono sempre state vicine, sono anche andata a casa loro a mangiare qualche volta.
"Allora vorrei i pancake che solo voi sapete fare" inizio.
"Con...cioccolato bianco e Kinder Bueno?" Prosegue Yole.
"Brava la mia cuoca preferita e un frappé alla nocciola" finisco di ordinare.
"Bene cara, vai a sederti, poi parleremo eh" mi dice Yole facendomi l'occhiolino e il marito dice:" Ci risiamo".
Ridacchiando mi vado a sedere, prendo il telefono e vedo che non ci sono notifiche.

Ci credo stanno ancora dormendo.
Lo so, non ho detto nulla infatti.

"Amber Mitchell?!" Domanda una voce, alzo la testa e vedo un ragazzo alto, abbastanza muscoloso, con i capelli e gli occhi marroni.
"Jeremy Ginny" dico sapendo perfettamente chi è.

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Buona vigilia!❤

Hardin, sei il mio problema.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora