Di preciso non so quanta gente urtai mentre tornavo verso la Torre, ma ero di fretta e di certo non potevo perdere tempo a deviare le persone che non si scansavano sul marciapiede.
Mentre mantenevo un passo spedito, quasi alternato ad una corsa, non potevo fare a meno di pensare al fatto che avevo appena ricevuto una profezia da parte dal mio futuro figlio, che mi aveva lasciato degli oggetti che non avevano alcun senso.Anche prima che potessi raggiungere l'ingresso della Avengers Tower, riuscii a scorgere da lontano una folla di gente, che si accalcava e spingeva nel tentativo di vedere qualcosa, o meglio qualcuno. Quando si accorsero della mia presenza, abbandonarono le porte scorrevoli in vetro e mi raggiunsero; come avrei potuto non averlo immaginato – erano giornalisti.
Ma cosa volevano da me? Tony era il soggetto preferito delle videocamere, non io!
Avvicinarono i loro microfoni, saltandosi addosso l'un l'altro. Se mi fossero rimasti così appiccicati un minuto di più, avrei avuto di certo un attacco di panico. Uno di quelli brutti e potenti.
"Caporale Wyatt, come si sente nei confronti degli ultimi eventi? Che cosa vuole dire al mondo?"
"Caporale, può lasciarci una dichiarazione?"
"Sta già pensando alle conseguenze che potrebbero seguire?"
Le loro domande mi martellavano a destra e a sinistra, senza lasciarmi via di scampo, stringendomi in una morsa che stava diventando soffocante.
Strinsi nella mia mano la chiave, la cartina ed il biglietto da visita, e provai a farmi strada in quel fiume di persone, che sembravano non finire più. Mi faceva già male la testa e avevo la sensazione che l'aria stesse abbandonando i miei polmoni.La mano di Sam si aggrappò al mio polso e mi salvò letteralmente dalla stampa, facendosi largo fra la gente grazie alle ali che aveva spiegato in quel momento proprio per avere una funzione di distanziamento. Rivolse il suo sguardo a me per un secondo e poi tornò a guardare avanti. "Stai bene?"
"Che cosa diamine vogliono da me?" risposi ignorando la sua domanda ed osservando le persone che cercavano comunque di cavarmi qualche informazione, nonostante la lega di carbonio rinforzata che li separava da me.
"Te lo spiego dentro." fece una pausa e sospirò. "Non hai detto nulla, vero?"
"Come no, mi sono messa a raccontare la storia della mia vita senza tralasciare neanche un dettaglio. Certo che non ho detto niente, neanche io so che cosa sta succedendo!" esclamai, sputando fuori una battuta sarcastica prima di potermi rifugiarmi nella Lobby.
Jarvis chiuse ermeticamente le porte e tutti i giornalisti rimasero con i nasi appiccicati ai vetri, nella speranza di ricevere una dichiarazione da parte di chiunque mettesse un piede fuori dalla Torre.
Falcon mi guardò torvo, prima di ritrarre le ali nel retro della tuta e farmi un cenno con la testa. "Seguimi. Dobbiamo dirti una cosa."
"No, devo prima parlare con Bucky." ribattei, curandomi di mettere gli oggetti che mi aveva dato Johnathan nelle tasche della giacca.
"Dove credi che sia, Zelda?" sbuffò irritato.
Scrutai i suoi occhi marroni e colsi un'attimo di esitazione. "Non è con voi altri. Non sarebbe mai nella stessa stanza con Tony di sua spontanea volontà."
"Ma porca-"
"Hey, bada al linguaggio." dissi seria ma con una leggera punta di divertimento, superandolo e fiondandomi nell'ascensore.
"Faresti perdere la pazienza anche ad un santo, Wyatt."
"Non è colpa mia se menti peggio di me e Steve messi insieme, Wilson!"

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𝒕𝒉𝒆 𝒆𝒏𝒅 𝒐𝒇 𝒕𝒉𝒆 𝒍𝒊𝒏𝒆 [✓]
Fanfiction[sequel di 𝒕𝒊𝒍𝒍 𝒕𝒉𝒆 𝒆𝒏𝒅 𝒐𝒇 𝒕𝒉𝒆 𝒍𝒊𝒏𝒆] [contiene spoiler dei due libri precedenti!] - Dopo aver rivelato al mondo la sua vera identità, Zelda Wyatt sta attraversando un periodo difficile; il mondo è diviso fra persone che la odiano...