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Forse mi stava per arrivare un attacco di panico.
E forse avevo anche represso uno stridio terrorizzato alla vista della sala gremita.

E va bene, avevo paura, okay? Tutte quelle persone riunite in una sola stanza le avevo viste solo quando avevo combattuto contro l'HYDRA qualche mese prima, e di certo gli agenti di un organizzazione terroristica, che ha come unico obiettivo ucciderti, non sono la migliore riabilitazione alla società.

"Andrà bene." mi rassicurò Bucky, stringendo la mia mano dolcemente.

"Quanto vorrei un po' della tua sicurezza in questo momento." sospirai, intrecciando le mie dita con quelle di Vibranio del ragazzo alla mia sinistra.
"O un Valium. E magari anche il Vicodin." borbottai subito dopo.

"Vuoi fare un mix letale? Preferisco che tu rimanga viva e vegeta, Zelda." rispose Bucky con tono serio, chiaramente sentendo la mia affermazione successiva.

"Se prendi il Vicodin non posso farti gli esami." mi ricordò Bruce, passandomi di fianco e dandomi una leggera pacca sulla spalla.

"Giusto." mormorai a denti stretti.

Ben presto mi trovai a dimenticare di essere in un enorme festa alla Stark e, nonostante la musica di Natale mooolto riadattata faceva un bel sottofondo al chiacchiericcio degli invitati e le decorazioni oro e rosse da tutte le parti, mi sembrava di trovarmi lentamente a mio agio.
Più ci inoltravamo nella serata, più ero sciolta e tranquilla; nel frattempo erano anche arrivati Clint e la sua famiglia, che mi presentò con grande entusiasmo. Dopo la missione a Roma, contro l'HYDRA, Legolas aveva perso l'udito e da allora era stato costretto ad indossare degli apparecchi acustici. Inutile negare che a volte se ne dimenticava, e quindi eravamo tutti stati obbligati ad imparare anche il linguaggio dei segni – nel quale io ero completamente negata nel parlare ma capivo quasi tutti i gesti di base.

Thor non era venuto per ovvi motivi; era occupato con i problemi dei Nove Regni e, anche se non era più Re di Asgard, rimaneva pur sempre Figlio di Odino. In compenso si erano uniti a noi Peter Parker – che per tutta la festa si ostinò a chiamarmi Caporale nonostante gli avessi detto cento volte di chiamarmi solo Zelda – e la sua ragazza MJ.
Ero quasi certa che Stark mi avesse presentato anche un certo Scott Lang ed una Hope Pym, ma forse non stavo prestando abbastanza attenzione a quel meccanico con manie di protagonismo.

Qualche bicchiere di Jack Daniel's dopo, decisi di prendere una boccata d'aria sulla terrazza, dove l'aria fredda mi sferzava le spalle scoperte e mi scompigliava le due ciocche che avevo lasciato fuori dallo chignon. Chiusi gli occhi e feci un respiro profondo mentre i fiocchi di neve si posavano delicatamente sul tulle blu royal del vestito.

"Non ci sono mai piaciuti i posti affollati." affermò la voce del mio migliore amico, apparendo dall'ombra con le mani nelle tasche dei pantaloni del completo nero ed affiancandomi.

Immaginavo di essere da sola, ma non avevo visto Steve per tutta la serata e quindi mi sembrava plausibile che si trovasse lì. "Infatti. Buck é sparito e Tony mi ha presentato almeno duecentocinquanta persone diverse. Ho bisogno di una boccata d'aria."

"Sono scappato prima che Stark potesse aprire bocca."

"Non ti sei perso niente, te lo assicuro."

Ci fu un po' di silenzio, almeno finché Steve non notò che stavo indossando un vestito con le maniche praticamente inesistenti. "Dovresti rientrare dentro; fa un freddo da morire."

"E da quando sei la mamma del gruppo? Non era Bucky, quello?" dissi scherzosamente, spintonandolo in maniera amichevole.

"Era, hai detto bene. Lo scettro è passato a me. Ah, e non cambiare discorso, la conosco questa tecnica di tua usanza." rispose Steve, accennando un sorriso all'angolo della bocca.

𝒕𝒉𝒆 𝒆𝒏𝒅 𝒐𝒇 𝒕𝒉𝒆 𝒍𝒊𝒏𝒆 [✓]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora