𝒕𝒉𝒆 𝒆𝒏𝒅 𝒐𝒇 𝒕𝒉𝒆 𝒍𝒊𝒏𝒆 [✓]

thirteenth of august

13 Agosto 2020. 17:58.
The Wedding Day.

"Ti ho lasciato indossare le dog tag, ho lasciato che tu continuassi ad indossare quegli orribili piercing alle orecchie e ho anche permesso che continuassi a portare l'Iron Soldier al polso. Accetto tutto, ma questo proprio no!" esclamò Lady Loki, allontanandosi e andando a guardare fuori dalla finestra.

"Non voglio fare un omicidio, Loki, sto solo indossando i combat boots anziché le tipiche scarpe da matrimonio!" replicai, osservandola dallo specchio e lasciando che la gonna tornasse a coprire anche gli stivali.

"Che sono rozzi e orribili da vedere." aggiunse, tornando davanti a me e ricominciando a chiudere il corsetto.

"Ma sono pratici e utili nel caso qualcuno decida di ucciderci nel bel mezzo della cerimonia - cosa non del tutto fuori questione, siccome siamo ex-Soldati d'Inverno, oltre che Avengers." ribattei ancora.

Loki alzò lo sguardo dal corsetto, mi fissò per due secondi in totale silenzio e poi alzò gli occhi al cielo. "Zelda. Sei nel bel mezzo del nulla. Qui non ci trova neanche Heimdall, figurarsi una delle tue vecchie amicizie."

"Shelbyville, Indiana, non è nel bel mezzo del nulla." dissi, ostinata a difendere la mia posizione.

"Certo, e io sono il Dio del Tuono," sbuffò la Dea, girandomi attorno prima di posizionarsi alle mie spalle. "Potrei avere le mani fredde." continuò con un sorrisetto

"Lo so, ma la tua temperatura corporea non è la mia preoccupazione principale, al momento."

"Se lo dici tu."

Senza preavviso, Lady Loki agguantò le stringhe del corsetto e le tirò fino a farmi mancare il respiro. "Tu... sei pazza." boccheggiai, una mano appoggiata al petto e l'altra al comò di fianco allo specchio.

"Questo ti meriti per non ascoltare i miei consigli. E ringrazia che non sia di pelle Asgardiana." mi rispose in totale tranquillità, allentando poi la presa sulle stringhe. Intuii che le stava legando, perché stavo riprendendo a respirare in maniera meno affannosa.

Avevo scelto Loki soltanto perché ero certa che sarebbe stata la persona che conosceva meglio i corsetti e gli abiti pomposi, in quanto nobile e assidua frequentatrice di eventi pubblici. Mi maledissi per aver scelto un vestito con il corsetto in primo luogo. A quest'ora potevo avere Wanda o Natasha ad aiutarmi. Con quest'ultima avevo chiarito, poi. In quanto fu una conversazione intima, rimarrà tutto confidenziale. Un po' come Budapest.

"Ringrazio che poi te ne torni su Asgard." borbottai, mordendomi il labbro quando Loki decise di tirare un altro strattone alle stringhe.

"Non per sempre." puntualizzò, iniziando finalmente a legare le stringhe, anziché continuare a torturarmi.

Il corsetto era l'opposto di comodo, eppure non era malvagio. Ora che Lady Loki aveva deciso di prendere la cosa sul serio, respiravo bene e riuscivo anche a fare movimenti limitati. Guardai il mio riflesso e notai, con molto disappunto, che la mia pelle era abbronzata e il vestito piuttosto scollato. Questa combinazione 'perfetta' metteva in evidenza tutte le mie cicatrici, inclusa quelle che scendevano lungo i lati del collo fino alle clavicole.

Mi sfiorai le braccia, anch'esse riempite di cicatrici, e raggiunsi i polsi. Tagli irregolari, fatti alla cieca, senza logica. Quelle cicatrici erano il frutto della sofferenza e del dolore che non riuscivo più a contenere. Dannata me e i miei momenti di debolezza. Tuttavia benedivo la debolezza, perché voleva dire che ero ancora umana e fallibile, invece che una semplice macchina da guerra.

"Vuoi che le copra?" Loki interruppe la mia contemplazione.

Sospirai, sfiorando la cicatrice che divideva diagonalmente la parte destra del mio viso. Non mi vergognavo delle cicatrici, che fossero state create per mano mia o altrui. Non erano una delle mie insicurezze, in quanto ne avevo di ben peggiori. Eppure mi sembravano così fuori luogo, nonostante avessi convissuto per oltre settant'anni con la consapevolezza che le mie cellule raramente si sarebbero ricostruite alla perfezione.