Capitolo 15

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Quando scesi dal treno avrei sperato con tutta me stessa che gli altri non mi rivolgessero la parola. E così fu, fortunatamente. Salutai i signori Weasley e tutti insieme ci dirigemmo verso la Tana. Esteticamente era molto strana ma mi intrigava ugualmente. Quando entrai non potei far a meno di sentire l'odore di cannella mischiato con il sapone per i piatti che veniva emanato dalla stanza principale, composta dalla sala da pranzo, il soggiorno e la cucina. Molti oggetti erano simili a quelli babbani ma non mi stupiva molto questa cosa vista la grande ossessione che il signor Weasley aveva verso di essi, in più il colore arancione che avvolgeva la casa era qualcosa di unico. Mi sentivo molto a mio agio.

"Emma, mia cara, lascia pure le valigie davanti alle scale a chiocciola, Fred se ne occuperà, non è vero caro?" disse Molly.
Fred fece un lungo sorriso e mi guardò con uno sguardo perso.
"Naturalmente mamma" disse mentre le prendeva e saliva le scale.

"Accomodati pure tesoro, fa come se fossi a casa tua" disse sempre lei.

"La ringrazio signora Weasley ma-..."

"Oh, chiamami pure Molly. Allora voi altri preparate le camere per gli ospiti, dopo scendete e vi dirò le disposizioni per esse, forza muovetevi" disse incitandoli ad andare.
Tutti quanti si disposero intorno alla casa per rimettere tutto apposto, tranne Harry che come me era rimasto lì, dopodiché gli altri salirono nelle camere.

"Signora Weasley? Scusi non riesco proprio a chiamarla Molly... vede ecco, posso aiutare in qualcosa?" dissi io.

"Ma figurati, non dirlo nemmeno per scherzo, tu devi solo rilassarti" disse mostrandomi un caloroso sorriso.

"Si figuri, lo faccio con piacere"

"Anch'io, la vorrei aiutare" disse Harry.

"Beh se proprio insistete...potresti aiutare gli altri a rifare i letti, Emma, mentre tu Harry mi aiuteresti a preparare la tavola? Sempre se per voi non sia troppo faticoso, naturalmente" continuò lei.

"Non si preoccupi" dicemmo io ed Harry all'unisono. Lui mi guardò triste. Mi dispiaceva vederlo così, ma il mio orgoglio non voleva dargliela vinta, dopotutto ero ancora arrabbiata per quello che era successo sul treno.
Salii le scale che si affacciavano su un corridoio dove ai lati c'erano tante porte. Decisi di entrare in quella di Ginny ed infatti la trovai lì a rifare il letto. Lei mi guardò abbastanza sorpresa ma ricominciò poi a fare quello che stava facendo.

"Ginny, senti mi dispiace per come mi sono comportata sul treno" dissi io per rompere quell'imbarazzante silenzio. Appena finii la frase lei si alzò di scatto, mi guardò e poi corse ad abbracciarmi fortissimo, un abbraccio che ricambiai volentieri.

"Emma, mi scuso a nome di tutti noi, in particolare da parte mia me. Sono stata una stupida ad accettare di far parte di quel piano. Sapevo che forse non l'avresti presa bene ma nonostante ciò non mi sono tirata indietro, che stupida che sono stata" disse lei rimproverandosi.
Mi staccai da quell'abbraccio e la guardai.

"Ginny, la colpa non è vostra, ma solo mia. Volevate solo rendermi felice e per questo vi ringrazio davvero. Purtroppo non era né il momento né il modo giusto, ma apprezzo il gesto ugualmente" dissi sorridendole per poi ricominciare ad abbracciarla.
La giornata passò abbastanza in fretta, decisi di perdonare tutti nonostante quell'episodio sul treno mi avesse dato noia, tranne Fred, perché con lui ero già arrabbiata da tempo e con lui erano accaduti episodi ben peggiori di questo. Poco prima di andare a cena, ero sul mio letto a leggere (avrei dormito insieme a Ginny nella sua camera), fin quando ad un certo punto sentii bussare alla porta.

"Chi è?" dissi io senza levare lo sguardo dal libro di pozioni che stavo leggendo.

"Sono io" disse una vocina. Sembrava quella di Ginny, a primo impatto.

"Ginny, Devi chiedermi il permesso per entrare? È anche camera tua" dissi ridendo. La porta si aprì e la figura che entrò non fu affatto lei.

"Tu?!" dissi esasperata "Si può sapere cosa vuoi ancora da me?"
Era Fred. Mi guardò e poi si sedette sul mio letto accanto a me.

"Levati subito"

"Emma" disse prendendomi le mani.

"Non mi toccare" dissi indietreggiando. Mi ero alzata dal letto per cercare di farlo uscire, ma invano. Continuai ad indietreggiare fino a quando non toccai con la schiena il muro.
"Ti prego levati" gli dissi.

"No, sono qui per parlare" continuò lui.
Rimasi incredula. Che non fosse un altro stupido piano come quello sul treno e che Ginny stamani stesse mentendo dicendomi che era mortificata da quello che era successo? Impossibile, ma decisi comunque di togliermi questo dubbio.
"Ah si? Eh senti, dimmi, dove sono nascosti gli altri?"
Stavo palesemente facendo riferimento all'episodio accaduto questa mattina, ed infatti lui lo capì. Abbassò lo sguardo ma in meno di un secondo lo rialzò e iniziò a fissarmi.

"Non sono da nessuna parte, gli altri. Voglio solo parlarti, di mia spontanea volontà"
Rimasi pietrificata a queste sue parole, ma chi mi diceva che non mi stesse mentendo di nuovo?

"E come faccio a crederti?"
Le parole mi uscivano da sole dalla bocca.

"Semplicemente facendomi parlare" continuò lui con un tono calmo.
Acconsentii e mi spiegò quello che successe quella mattina. Mi spiegò che fu Angelina aiutata dalla sua amica Katie Bell a baciarlo e che lui nonostante volesse staccarsi non ci riusciva, che qualche settimana dopo l'accaduto incontrò Hermione nei dormitori femminili che gli vietò di parlarmi per non farmi stare ancora più male. Ma la cosa che mi colpì fu quando lui pronunciò questa frase:

"Sono stato io ad ideare il piano, con l'aiuto di Hermione, anzi, per gran parte è stato messo in atto da lei, ma l'idea è partita da me"

Ero mortificata, non sapevo che dire. Dopo tutto questo tempo, lui ha sempre cercato di ritornare da me, ed io? L'ho sempre evitato. Quando lo incontravo per i corridoi cambiavo sempre direzione, quando cercava di parlarmi facevo finta di non vederlo e per tutti questi giorni non ho fatto altro che ignorarlo. Mi sentivo in colpa, tantissimo.

"I-io non so che dire" dissi con un fil di voce.

"Anche niente. Il mio obbiettivo adesso era solo farti sapere la verità, se vuoi potremo continuare ad ignorarci come prima, ormai ho imparato a conviverci con questa tua scelta"
Con questa frase concluse il suo discorso. Mi sentivo uno schifo. Io, Emma Grace Parkes, una ragazza qualunque avevo veramente fatto stare male il popolare Frederik Gideon Weasley?

"Fred io non ho mai voluto che tutto questo succedesse. Quando quel giorno ti vidi con Angelina ebbi la conferma della persona che eri o meglio che mi eri sempre sembrata. Non avrei mai voluto tutto questo. Quel giorno io-..." feci un respiro profondo "Quel giorno avrei voluto dirti che sì, mi piacevi e che sarei stata lieta di essere la tua ragazza"
Quando pronunciai quel "piacevi" lui capì subito che non c'erano più speranze ed abbassò la testa che però io gli ritirai subito su con la mia mano.

"Fortunatamente, quel sentimento non è cambiato"

Mi guardò, potevo vedere la felicità nei suoi occhi. In men che non si dica mi prese le guance e delicatamente mi baciò. Era bacio che stavo aspettando da tantissimo tempo. Finalmente dopo mesi, risentivo le farfalle nello stomaco e sempre grazie alla stessa persona.

SPAZIO AUTORE:

Bellaaa, come va? Primo capitolo dell'anno 2021 speriamo sia un motivo per far sì che quest'anno sia migliore di quello precedente. Comunque finalmente e dico FINALMENTE (scusate sono stra happy ihih) EMMA E FRED STANNO INSIEMEEE. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e scusate per la mia assenza in questi giorni ma a dire il vero c'ho messo tantissimo a scrivere il capitolo perché non mi convinceva su alcune parti. Fatemi sapere cosa ne pensate!!!
(comunque vi amo siamo a 401 visualizzazioni)❤️❤️❤️

//my favourite joker// FRED WEASLEYDove le storie prendono vita. Scoprilo ora