Ero nascosta. Come succedeva spesso, ero nascosta sotto il mio letto. Quando le urla di mio padre si fecero sempre più soffocate fino a sparire all'improvviso. In quel momento capii che qualcosa non stava andando bene, il silenzio e il buio avevano impossessato la mia casa e non riuscii a fare a meno di stare lì a tremare dalla paura...
Ma cominciamo dall'inizio, è una giornata come tante qui a Tokyo, e come al solito sta mattina sono andata a scuola.
Il mio ragazzo si chiama Eisaku e frequentiamo la stessa scuola. Lui è alto e ha dei capelli ricci color rame e degli occhi color nocciola.
Io invece ho dei capelli lunghi biondi e gli occhi verdi e al contrario suo sono leggermente bassa.
Stiamo insieme da quasi tre anni e purtroppo abbiamo degli alti e bassi.
Quando rientro a casa, questa è molto cupa e scorgo l'ombra di mio padre in salotto che con una mano tiene una sigaretta e con l'altra un bicchiere con del whiskey.
Chiudo la porta in modo da non far rumore, salgo le scale per andare in camera mia ma uno scalino scricchiola e lui mi sente.
"Misaki, sei tu?" Mi chiede mentre si alza dalla poltrona.
"Si papà." Gli rispondo frettolosamente.
Siamo solo noi due da quando mia madre è scappata, ci ha lasciati da soli, anzi mi ha lasciata da sola con lui e non la potrò mai perdonare per questo.
Mio padre si avvicina a me e l'odore di alcol si fa sempre più intenso.
"Sei tornata presto, devi fare i compiti?" Mi chiede lui sempre più vicino.
Annuisco.
Lui mi accarezza il viso.
"Bene." Afferma per poi tornare sulla poltrona a guardare la TV.
Con passo veloce raggiungo camera mia e mi chiudo dentro.
Poso tutto a terra e prima di potermi togliere la divisa sento le urla di mio padre.
Un battito sovrumano si impadronisce di me e mi butto sotto il letto rannicchiandomi.
So che sta arrivando, perché l'alcol ha quest' effetto su di lui e io tremo dalla paura. So cosa sta per accadere...
Ma all'improvviso tutto si ferma. Lui non urla più, non sento più il rumore della TV e la luce si è spenta.
Piano piano esco dal letto e un silenzio assordante ricopre l'aria.
L'unico rumore è quello del vento, quando apro la finestra e vedo che la strada è vuota. Non c'è nessuno, le macchine sembrano essere state abbandonate.
Sto sognando? Mi avvicino alla porta della camera e la apro. Nessuno.
"Papà?" Lo chiamo ma non risponde.
Arrivo in salotto, dove trovo il bicchiere vuoto e la sigaretta ancora accesa, lasciata a metà.
Cosa sta succedendo?
Apro la porta di casa e come avevo già visto, nemmeno una persona.
"C'è qualcuno?" Grido.
Nessuna risposta...
Mi viene in mente di chiamare Eisaku, quindi salgo in camera mia e prendo il celulare.
Non va... Non c'è segnale. Come faccio? Cosa vuol dire tutto questo?
Mi rimetto le scarpe ed indago per la città.
._._._._._._._._._._._._._._._._._._._._._._._._.
Arriva la sera, sono nel mezzo della città e ancora nulla, non ho trovato nessuno. È davvero possibile che non stia sognando?
Mi do due pizzicotti sulle spalle, quando all'improvviso qualcosa dietro di me si illumina.
Un' insegna su un palazzo si illumina e compare una scritta.
"benvenuti giocatori il game inizierà tra poco."
Ma cosa... Cosa significa 'game'?
Compare un'altra scritta.
"Game arena da questa parte"
Una freccia sullo schermo indica la mia destra e quando mi volto vedo in lontananza un palazzo illuminato.
Magari ci sarà qualcuno.
Decido di incamminarmi verso quel palazzo.
Appena arrivata vedo delle persone, allora presa dalla foga corro su per le scale e così facendo inciampo e cado per terra.
Sento alcuni ridere, compreso il ragazzo che mi sta porgendo la mano per aiutarmi.
"Sta' attenta biondina." Mi dice lui con un tono di scherno.
"Grazie..." Dico con un po' di imbarazzo e guardandomi la calza sgualcita.
Inaspettatamente mi mette una mano sul mento e mi alza la testa cosicché io possa finalmente guardarlo negli occhi.
"Non c'è di ché." Risponde lui per poi girarsi e impugnare un mitra che non avevo assolutamente notato.
"Ma dove siamo?" Chiedo girandomi verso le altre sette persone vicino a me.
Tutti hanno uno sguardo basso, mentre il ragazzo di prima alza gli occhi al cielo e altri due bisbigliano.
"Prendi un cellulare." Mi intima un altro ragazzo mentre si avvicina ad un tavolo e ne prende uno.
"Si finalmente!" Esclamo. Con questo posso chiamare subito Eisaku!
Ha il riconoscimento facciale e mi mostra una schermata con una carta mentre una voce dice che il game sta per iniziare e che il numero di giocatori è per ora nove.
Ma purtroppo non ha campo, non si può usare per chiamare.
"Qualcuno mi può spiegare che cosa sta succedendo?" Chiedo io abbastanza irritata.
"Ma perché ci deve essere sempre la persona che non sa nulla sui game?" Chiede il ragazzo con il mitra al suo amico.
"Senti tu ora dimmi subito dove siamo!" Urlo io perdendo completamente la pazienza.
Quest'ultimo mi prende in men che non si dica e mi blocca al muro, afferrandomi per la gola e puntandomi la pistola addosso.
"Parlami un'altra volta in quel modo e non esiterò ad ucciderti." Mi dice stringendo sempre più la presa.
Mi guarda intensamente, i suoi occhi sono neri come i suoi capelli ed è pieno di piercing sul volto.
La voce del game fa sii che lui molli subito la presa e io posso riprendere il respiro.
La voce annuncia l'inizio del game e il grado di difficoltà è una carta da gioco che mostra il sei di picche.
Ma? Cosa vuol dire?
"Basta io me ne vado." Dico andando verso l'uscita.
Il ragazzo mi tira per la gonna e mi riporta indietro.
"Ma che fai?" Gli chiedo.
"Una volta entrati non si può più uscire..." Dice un'altra persona. Lancia un piccolo oggetto verso l'uscita e questo viene perforato da un laser.
Mi spavento, sono terrorizzata e come se non bastasse la voce rinizia a parlare.
"Game, 'armi in gioco', regole: i partecipanti armati dovranno essere gli ultimi a sopravvivere se vogliono vincere, i partecipanti disarmati dovranno nascondersi per non essere trovati ed assicurarsi la vittoria, in caso almeno uno dei partecipanti disarmati riesca a sopravvivere, gli armati non sopravviveranno. Tempo limite: 90 minuti. I disarmati hanno tempo 20 minuti per nascondersi. "
Tutti ci guardiamo in torno.
"Ma non ci sono armi." Dice un tizio.
"Ma noi le abbiamo, vero Niragi?" Dice l'amico del ragazzo che mi ha appena strangolata.
È vero, loro due sono gli unici armati. Questo vuol dire che mi devo nascondere.
"Tra venti minuti sono subito da te." Mi intima Niragi guardandomi come se fossi del cibo e lui un leone che non mangia da giorni.
Le persone iniziano a correre e così faccio io.
Se mi trova sono morta, ma perché? Cos'è questa realtà?
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Niragi // Alice in Borderland
FanfictionMisaki vive in un mondo normale, una realtà normale che presto verrà stravolta. Tokyo da popolata qual era, non diverrà altro che un deserto, ma attenzione non sarà lei l'unica in città. I pochi rimasti si scontreranno nei game, giochi di sopravviv...