7: Non innamorarti

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Fa freddo. Sento il rumore del vento ed il fruscio delle foglie e più apro gli occhi e più mi rendo conto che è notte.

Non riesco a dire una parola ma mi guardo intorno e capisco di essere sdraiata su un pezzo di cemento.

Mi hanno lasciata per strada, mi hanno abbandonata...

Vorrei piangere ma ancora non riesco a concepire bene il tutto.

Ma all'improvviso, sento delle voci!

"Non posso lasciarla qui!" Grida qualcuno ed è impossibile per me non riconoscere quella voce diventata ormai così familiare.

"Niragi forza andiamocene, cosa ti importa di quella, le abbiamo messo una fascia, vedrai che starà bene." Sbotta una voce sconosciuta.

"Ci vediamo alla Spiaggia." Sento dire da Niragi per poi ascoltare i suoi passi che piano piano si avvicinano a me.

"Forza prendila e portiamola, ti aspettiamo." Risponde quel tizio sbuffando.

Ho paura, conosco Niragi e per questo motivo so quali potrebbero essere le sue intenzioni.

Vedo le sue scarpe, si è avvicinato a me e si sta accucciando.

"Sei sveglia?" Mi chiede.

Riesco ad emettere un lieve 'sì' e lui si accontenta.

"Ti aiuto io." Dice lui.

Mi afferra come se fossi una principessa e io mi reggo a lui. Non so spiegare cosa provo e perché lo provo, ma non potrei stare meglio.

Il suo corpo è caldo e il suo calore mi trasmette sicurezza e mi fa sentire protetta.

Entriamo in macchina e lui per tutto il viaggio mi tiene stretta a sé, mi ha addirittura avvolta in una coperta trovata in auto.

La stanchezza mi pervade di nuovo e cado ancora in un sonno profondo.

._._._._._._._._._._._._._._._._._._._._._.

"Svegliati, Misaki?"

Apro gli occhi, è mattina e davanti a me si mostra Niragi.

Sono sdraiata su un letto e lui è in piedi, sempre con il suo mitra sulla spalla e il suo fare da sfacciato.

"Biondina mi farai perdere la testa." Sussurra lui per poi sedersi al bordo del letto e lasciare l'arma a terra.

"Dove sono?" Gli chiedo io, finalmente in grado di parlare.

"Sei in camera mia." Afferma lui appropinquandosi verso di me.

"Cosa è successo?"

"Ti sei fatta graffiare da una tigre robot e fortunatamente non sei morta." Mi risponde lui.

"Fortunatamente?" Riprendo quello che ha detto e mi fa ridere che sia stato lui a pronunciare quella frase.

Lui mi guarda intensamente allora smetto di sorridere anche se è difficile.

"Il Cappellaio ti vuole viva, è una fortuna per lui non per me." Dice infine per poi alzarsi a prendere qualcosa in bagno.

Sbuffo e provo a muovermi ma all'improvviso mi brucia la gamba e tiro un grido di dolore.

"Sei stupida o cosa? Rimani ferma e aspettami." Mi ordina lui.

Faccio come mi dice finché non arriva con varie medicazioni in mano.

Appoggia le cose sul letto e cerca di sbottonarmi i jeans ma lo spingo immediatamente via.

"Ma che cazzo fai?" Esclamo io.

Lui mi prende i polsi e li posiziona ai lati della mia testa tenendoli stretti.

"Lasciami fare..." Sussurra lui passando il mio sguardo dai miei occhi alle mie labbra.

Delicatamente arriva alla cintura e la slaccia, mi fa scendere i pantaloni e io mi contorco per il dolore.

Lo vedo mentre mi osserva e si lecca le labbra.

Deglutisco e non posso evitare che questa situazione mi faccia arrossire.

Toglie quella specie di benda che mi avevano messo prima e inizia con un panno a togliermi il sangue secco, poi mi disinfetta e dopodiché mi rimette una benda vera.

"La ferita ti parte da qua." -Mi mette il dito a inizio coscia- "A qua." E lo fa arrivare più in basso verso l'interno coscia.

Questo suo movimento dovrebbe farmi male e invece mi fa soltanto venire la pelle d'oca.

Lui se ne accorge e accenna un sorriso, poi posa entrambe le sue mani sulle mie gambe e stringe dolcemente.

"Non avere paura, non mordo..." Mormora lui.

Si avvicina alle mie labbra e io non lo respingo.

"Il Cappellaio dovrebbe uccidermi ora..." Si riferisce alla minaccia fatta da mio zio, solo io posso decidere se e quando può fare qualcosa con me, se mi molesta è un uomo morto.

Mi posa una mano sulla guancia e noto che con quella riesce benissimo a prendermi tutto il volto.

Mi scappa un sorriso.

Lui diventa dolce e mi accarezza il viso. Chi è la persona che ho davanti? Di sicuro non è Niragi.

Mi sa che ritorna in sé e senza il mio volere, si distacca freddamente.

"Perché mi hai salvato?" Mi chiede lui.

"Cosa?" Chiedo io ritornando alla realtà.

"Perché mi hai salvato?" Mi richiede lui con aria prepotente.

"Cosa dovevo fare scusa? Lasciare che quella tigre ti uccidesse?" Gli chiedo io alzando il tono.

"Cosa ti importa se muoio? Manco ci conosciamo." Sbotta lui alzandosi.

"Non ci ho pensato due volte, ecco." Ammetto io, abbassando lo sguardo.

Lo sento sbuffare. "Sei solo una bambina." Dice infine.

"Come scusa? Ti salvo e mi dici che sono una bambina?" Chiedo arrabbiandomi.

"Non mi serviva la tua impresa eroica ragazzina, ce l'ho sempre fatta da solo." Dice con aria apatica per poi rimettersi il mitra sulla spalla ed uscire dalla sua camera senza voltarsi un attimo.

Cosa voleva dire con quella frase?

E poi che cos'era quel momento di dolcezza? Perché ho lasciato che accadesse? Perché lo ha fatto?

Basta, non ci voglio più pensare, voglio che il mio unico pensiero sia Eisaku e un modo per tornare da lui il più presto possibile.

Mi giro verso la porta aperta, Niragi è sparito e c'è qualcosa dentro di me che vorrebbe che lui tornasse... Ma non succede.

Devo smettere di pensarci! Mi alzo e senza pensare al dolore metto i piedi a terra.

La gamba fa male ma non è impossibile camminarci.

Purtroppo, continuo a pensare a lui... Dovrei pensare a Eisaku ma perché il mio pensiero è fisso su Niragi?

In fondo mi ha solo salvata e dopodiché, anzi, sempre non ha fatto altro che trattarmi male, eppure...

Posso fare ogni cosa, posso trovare la soluzione ad un game senza sapere il motivo, posso uccidere degli animali feroci robot ma perché non riesco a smettere di pensare a te?

Niragi // Alice in BorderlandDove le storie prendono vita. Scoprilo ora