Capitolo 21 - spirits in my head -

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<<Quindi usciamo?>> Ci eravamo tutti arenati tra il letto e il pavimento, stesi e rilassati, dopo aver finito di scambiarci i regali. Io ero appoggiato al muro, con Draco al mio fianco, che teneva discretamente la gamba a contatto con la mia, come a farmi capire che non mi avrebbe messo a disagio prendendomi per mano, ma che c'era ugualmente. Avevamo aperto la finestra, e stavamo fumando una sigaretta, come d'abitudine, anche se Ron sembrava piuttosto nervoso. Hermione, stesa con la testa sul braccio di Pansy, si affacciò verso di lui.
<<Farà un freddo cane lì fuori.>> Si lamentò, rispondendo alla domanda che il rosso aveva rivolto a tutti noi.
<<Draco è già stato in mezzo alla neve stamattina, non credo sia il caso di uscire ancora, dato che sono passati solo pochi giorni da quando si è ammalato.>> Contestai anche io, preoccupato per l'incolumità del ragazzo che avevo accanto. Quella mattina, preso dall'euforia, non mi ero ricordato di quel particolare, giocando persino con lui nella neve, e adesso pensavo che avessimo già sfidato fin troppo la fortuna.
<<E se io volessi uscire?>> Draco mi fissò, rivolgendomi la sua domanda impertinente, fumando tranquillo, sfidandomi ugualmente con lo sguardo. Io mi strinsi nelle spalle.
<<Se esci e prendi la ricaduta, sappi che ti curerai da solo.>> Dissi, severo, accennando al fatto che gli fossi stato accanto per tutto il tempo, quando aveva avuto la febbre.
<<Oh beh, Wendy ha parlato.>> Sbottò, allora lui, facendomi alzare gli occhi al cielo, prima di rivolgere uno sguardo di scuse a Ron.
<<Il problema è che mi dispiace bidonare Blaise. Ron, perché non esci tu insieme a lui?Mi faresti un grosso favore.>> Pansy rivolse al rosso uno dei suoi sguardi più docili e più pericolosi. Scossi la testa. Non era esattamente la stessa scusa che mi aveva rifilato, per farmi uscire da solo con Draco, il primo giorno che l'avevo conosciuto? Beh, per noi aveva funzionato, alla fine.
<<Non è una cattiva idea.>> Dissi, allora io. Ron si strinse nelle spalle.
<<Se state cercando di farmi cadere tra le braccia del vostro amico, perdete il vostro tempo.>> Ci sgridò, guardandoci uno ad uno. Mi grattai la nuca, cercando di giustificarmi, ma lui mi precedette.<<Perché so conquistare un ragazzo anche senza questi giochetti.>> Continuò schietto. Un coro di oooooh riempì la stanza, mentre io scoppiavo a ridere.
<<Questo sì che si chiama essere cazzuti.>> Si congratulò Draco, sorpreso. Era chiaro che con quella dichiarazione, Ron si era guadagnato un punto in più sulla simpatia che il biondo provava per lui. Non potevo che esserne felice.
<<Beh, allora io vado.>> Ron ci fece un cenno con la testa, prima di sparire dietro la porta. Hermione sorrise, allegra.
<<E io che credevo che non si sarebbe mai buttato...>> Borbottò, orgogliosa.
Sorrisi anche io. Se i miei due migliori amici erano felici, ero felice anche io. Anche se ovviamente mi chiedevo cosa sarebbe successo quando fossero dovuti tornare a casa, finite le vacanze. Ci stavamo comportando come se vivessero lì anche loro, ma la realtà era ben diversa. Herm e Ron sarebbero tornati alle proprie vite, nelle proprie case, e dalle proprie famiglie. Avrebbero ripreso la scuola e si sarebbero presto diplomati. E poi? Cosa sarebbe successo al nostro gruppo? Come avremmo fatto a continuare la nostra amicizia? Non ero pronto a dividermi nuovamente da loro, non adesso che il nostro rapporto era diventato così affiatato. E poi se Pan ed Hermione facevano sul serio, e Ron e Blaise si fossero trovati bene insieme... quale strada avrebbero dovuto prendere? Ero preoccupato, e malinconico all'idea che quella pace idilliaca che stavo vivendo insieme a tutti loro, avrebbe potuto essere interrotta da un momento all'altro.
<<Harry?>> Mi voltai verso Draco, che mi accarezzò teneramente il volto.
Guardai verso il letto, preoccupato che Pansy avrebbe potuto iniziare a fare le sue solite battutine, ma lei ed Hermione non c'erano più. Distratto dai miei pensieri, probabilmente, non mi ero nemmeno reso conto che se ne fossero andate. Sospirai.
<<Tutto bene?>> Chiese Draco. Annuii.
<<Sì, stavo solo riflettendo su alcune cose.>> Lo rassicurai, sorridendo. Annuì anche lui.
<<Allora, cosa vuoi fare?>> Mi prese per mano, disegnandoci sopra dei piccoli cerchietti con il pollice, facendomi rilassare.
<<Non lo so, avevi in mente qualcosa?>> Risposi io, calmo. <<E non dirmi che vuoi uscire, perché non se ne parla.>> Precisai un attimo dopo, sicuro che Draco non avrebbe saputo resistere alla tentazione di chiedermelo. Sbuffò, infatti, alzando gli occhi al cielo.
<<Ma anche ieri siamo usciti, che differenza c'è?>> Chiese, mettendo il muso.
<<La differenza è che hai esaurito il tuo tempo limite stamattina, quando ti sei messo a giocare in mezzo alla neve. Ieri abbiamo solo passeggiato.>> Lo rimproverai, logico.
<<E se mi coprissi?>> Fece, tenero. Scossi la testa
<<E se, invece, tu mi facessi il favore di startene dentro per un pomeriggio? Credimi non morirai solo perché rimarrai qui.>> Mi imposi io, ugualmente, usando il suo stesso tono. Sbuffò ancora, ed io non potei fare a meno di ridacchiare. Era proprio un bambino viziato.
<<Ti prometto che domani usciremo, se la tua temperatura rimarrà stabile fino ad allora.>> Cercai di convincerlo. Gli avevo misurato la febbre subito prima di pranzo, ed anche se era aumentata soltanto di pochi decimi, avevo costretto Draco a fare una doccia e mettere dei vestiti asciutti. Forse stavo esagerando un po', ma avere così tanta premura nei suoi confronti, era soltanto il mio modo di comunicare quanto ci tenessi a lui. Un modo contorto, ma speravo che lui si rendesse conto che ce la stessi mettendo tutta a stare al passo con le sue aspettative.
Avevo acconsentito ad avere una relazione con lui, e lui mi aveva concesso di prendere le cose con calma, rispettando i miei tempi. Lo apprezzavo davvero tanto, e volevo ricambiare la sua fiducia, lasciandomi andare, poco alla volta.
<<Qui dentro non c'è assolutamente nulla da fare.>> Si lamentò. Quasi pensai che cominciasse a sbattere i piedi per terra, ma rimase a stringere la mia mano, cantilenando le parole.
Ci pensai su per qualche istante, poi mi venne in mente una cosa che volevo provare da tempo...
<<E se mi aiutassi a fare una torta?>> Chiesi, tra l'esaltato e l'incredulo per il mio stesso pensiero. Draco aggrottò le sopracciglia.
<<Una torta?>> Chiese. Annuii con vigore. Avevo già pensato di dover fare qualcosa per ripagare l'accoglienza che la banda mi aveva riservato, e l'idea che mi era sembrata essere più fattibile, era proprio quella di preparare dei dolci per loro. E poi eravamo a Natale, ed ero certo che se ci fossero stati altri biscotti, o altre torte da mangiare, nessuno se ne sarebbe lamentato.
<<Sì, vorrei poter fare qualcosa per Bella e Narcissa, e anche per Sirius e Remus...>> Borbottai. A pranzo questi ultimi mi avevano preso in disparte per farmi i complimenti su come stessi gestendo la situazione con i bambini, e mi avevano persino fatto il loro personale ''regalo di natale'', pagandomi per le ore che dedicavo ai più piccoli della banda. A nulla era servito provare a rifiutare, e giustificandosi con il fatto che quello fosse il mio lavoro a sostegno del gruppo, avevo dovuto intascare la bustina di carta e ringraziare a testa bassa.
Anche Draco e Pansy avevano ricevuto le proprie buste, esortandomi ad accettare la mia senza fare storie. Quella era una delle ulteriori tradizioni alla quale mi sarei dovuto abituare, rimanendo al Manor.
<<Ma almeno sai come si cucina?>> Draco sembrava particolarmente preoccupato alla sola idea di me vicino ad i fornelli, era chiaro dal suo pollice che aveva smesso di disegnare cerchi sulla sua pelle, e dalle sue sopracciglia aggrottate. Mi strinsi nelle spalle.
<<I miei zii mi hanno sempre fatto cucinare per loro, quindi tranquillo. Non lascerò che il Manor prenda fuoco.>> Raccontai, ridacchiando. Draco parve rabbuiarsi ancor di più.
<<Ogni volta che mi dici qualcosa su quella gente, mi fai ribollire il sangue nelle vene. Odio questo tipo di persone. Odio l'ipocrisia con la quale agiscono, odio la loro cattiveria e la loro stupida ignoranza. Hanno rovinato la vita di una persona, ed è la cosa più ignobile che un essere umano possa fare ad un altro.>> Disse, cercando di rimanere calmo, serrando la mascella.
Sorrisi, giocherellando con la collana che gli avevo regalato, che pendeva dal suo collo.
<<Anche io li odio, ma sono contento di non averci più nulla a che fare. Fanno parte del mio passato, ormai.>> Mormorai, tenendo lo sguardo puntato sulla piccola ciambellina colorata.
Draco mi prese il mento, facendomi alzare la testa, in modo che i nostri occhi fossero alla stessa altezza. Socchiusi le labbra, arrossendo. Per qualche secondo l'unica cosa che vidi furono le sue iridi grigie, illuminate dalla luce soffusa del pomeriggio nevoso.
Ero il balia dell'emozione, trascinato di qua e di là dalle mille nuove sensazioni che Draco mi faceva provare. Imbarazzo, timore, soggezione, tenerezza e...
<<Bene. Forse sarebbe meglio se andassi a comprare gli ingredienti per fare il dolce.>> Mi diedi la spinta, appoggiando le mani sulle spalle di Draco, e mi alzai, sorridendogli dall'alto.
Lui allargò gli occhi, sorpreso e deluso dalla mia fuga. Il mio sorriso si allargò.
<<Perché non vai a disinfettare l'orecchino e non ti riposi un po', mentre io vado?>> Allungai una mano verso di lui, in modo che l'afferrasse e si rimettesse in piedi.
<<Stai usando il tuo tono da Wendy con me?>> Chiese lui, facendomi ridere.
<<Sì, lo sto facendo. Quindi ti conviene darmi retta prima che ti lasci sull'isola che non c'è, per tornare alla realtà.>> Avvicinai ancor di più la mano al suo corpo, in attesa. Draco sbuffò, poi mi diede la mano, ma invece di farsi tirare da me, fu lui stesso a tirare, facendomi cadere dritto sulle sue gambe.
<<Draco.>> Urlai, offeso. Lui mi strinse forte al suo petto, mentre i nostri visi erano divisi da meno di un centimetro l'uno dall'altro.
<<La Wendy che conosco io non lascerebbe mai Peter Pan.>> Sussurrò. Avvampai, rimanendo immobile. Cosa avrei dovuto dire, o fare? Non ci fu bisogno di pensare a nulla, perché Draco agì per entrambi, avvicinando le sue labbra alle mie, baciandomi.
Lasciai che la sua bocca prendesse il possesso della mia, mentre Draco allentava la presa su di me, permettendomi di far scivolare le mani dal mio busto alla sua nuca, tirandogli un po' i capelli, facendolo gemere sommessamente. Mi staccai immediatamente.
<<Oddio, ti ho fatto male?>> Chiesi, preoccupato. Draco scoppiò a ridere.
Arricciai le labbra, offeso che mi stesse prendendo in giro come al suo solito.
<<Credimi, Harry, quello non era affatto dolore.>> Mormorò. Per poco non affogai con la mia stessa saliva, mentre la mia faccia andava a fuoco. Se avessi continuato ad arrossire in quel modo, ben presto mi sarei trasformato in una specie di camino, o di stufetta ambulante.
<<Oh.>> Sbottai, poi, prima di cedere all'imbarazzo, mi avvicinai nuovamente alle sue labbra, riprendendo il bacio da dove lo avevamo interrotto.
Era una sensazione magnifica sentire il petto di Draco appoggiato al mio, le sue mani che accarezzavano languidamente la mia schiena, i suoi capelli tra le mie dita...
<<Harry, forse è meglio se ci fermiamo.>> Draco mi afferrò per le spalle, allontanandomi.
Aggrottai le sopracciglia, affannato e confuso.
<<Ho fatto qualcosa di sbagliato?>> Non riuscii a fare a meno di domandare, interdetto. Draco scosse la testa, facendo brillare il suo orecchino alla luce del sole.
<<No, no. E' esattamente il contrario, Harry.>> Disse, sincero. Piegai la testa di lato, non capendo a che cosa si stesse riferendo. Se entrambi stavamo bene, perché avevamo dovuto fermarci?
<<Se continui a baciarmi così, non credo di riuscire a controllarmi.>> Ammise, abbassando lo sguardo. Fu in quel momento che, seguendo la traiettoria dei suoi occhi, mi resi conto di quale fosse il reale problema. Il rigonfiamento nei pantaloni di Draco lasciava ben poco all'immaginazione. Mi alzai, veloce come un fulmine, balbettando parole a caso, incapace di mettere insieme una frase di senso compiuto, afferrando un cuscino e lanciandoglielo addosso. Lui lo prese, e se lo mise in grembo, sorridendo imbarazzato.
<<I-io... vado a ingredientare le compri... cioè tortare le cucine, no, sì. Oh al diavolo.>> Balbettai. <<Tu, risolvi i tuoi problemi prima che io torni, d'accordo? Sì? Sì. Bene a dopo.>> Dissi ancora, prima di scappare fuori dalla porta, seguito dalla risata sommessa del biondo.
Mi appoggiai al muro, cercando di riprendere fiato. Il cuore non sembrava voler decelerare i battiti, così misi una mano sul petto, nella speranza di monitorarli fino a renderli nuovamente normali. Mi sentivo terribilmente in imbarazzo, e un po' triste per Draco e le condizioni in cui lo avevo lasciato.
No. No, non ci dovevo pensare. Non ero ancora pronto a cose del genere, e lasciarmi trasportare dalla situazione sarebbe stata una pessima scelta. Mi conoscevo abbastanza da sapere che se solo avessi permesso a me stesso di continuare quello che stavo facendo con Draco poco prima, me ne sarei di certo pentito, e sarei arrivato al punto da allontanarmi da lui. Decisamente un'opzione alla quale non volevo neppure pensare. Ero stato bravo, stavo prendendo le cose con calma, e Draco era stato ancora più bravo a seguire le mie orme, senza lamentarsi. Dovevamo soltanto continuare per quella strada. Stavamo andando benissimo.
Quando finalmente il mio respiro tornò nella norma, e io fui in grado di ragionare di nuovo lucidamente, mi resi conto che Draco era nella mia stanza, e insieme a lui anche il cellulare e il portafogli. Sbuffai. Non sarei ritornato lì dentro. Non in quel momento.
Cosa avrei fatto se avessi trovato Draco a... scossi la testa evitando anche solo di immaginare la scena.
Fortunatamente, dentro la tasca dei pantaloni, avevo ancora i soldi che Sirius mi aveva dato. Andai in camera di Draco e presi la sua giacca, poi uscii. L'aria fredda diede un po' di tregua al mio viso accaldato, facendomi subito sentire meglio, mentre cominciavo a camminare fuori dal Manor. Come il giorno prima le strade erano completamente illuminate, e piene di persone. Decisi quindi di non prendere la strada principale, addentrandomi nei piccoli vicoli secondari. Una volta avevo accompagnato Pansy ad un alimentari nei dintorni, ma non ero certo che da solo sarei riuscito a ritrovarlo. Sospirai. Se avessi avuto il telefono con me, di certo non avrei avuto alcun problema, e invece adesso ero costretto a girovagare per le stradine deserte, in attesa di un colpo di fortuna.
<<Stupido Draco.>> Mormorai, poi sorrisi. Era stato così carino quando si era fermato. Aveva avuto la sensibilità e la pazienza di rispettare le mie scelte, accantonando il suo desiderio, dimostrandomi per l'ennesima volta quanto fosse sincero nei suoi sentimenti.
Una macchina nera mi passò accanto, rallentando di poco, prima di sparire dietro l'angolo della strada. Mi guardai intorno, dell'alimentari non c'era alcuna traccia. Avrei dovuto chiedere in giro? Probabilmente era l'unico modo che avevo in quel momento per orientarmi di nuovo. Superai l'incrocio, a passo svelto. Un ragazzo stava appoggiato ad uno dei semafori, con una sigaretta in bocca e il volto coperto da cappuccio. Mi avvicinai.
<<Ehi, tu.>> Richiamai la sua attenzione.
Il ragazzo si voltò verso di me, lentamente, e per poco non sentii l'asfalto scivolare via da sotto ai miei piedi. Avevo come l'impressione che il centro della terra mi stesse risucchiando verso di esso, creandomi un vuoto nello stomaco simile alla nausea.
<<Ehilà, Potter.>> Cormac. Era davvero lui? I capelli biondi e ricci, gli occhi scuri e le labbra sottili curvate in un sorriso malizioso non lasciavano spazio ai dubbi. Rabbrividii.
Quindi alla fine mi avevano trovato, chissà perché ne ero sorpreso. Ero certo che quel giorno sarebbe arrivato, eppure non mi aspettavo di doverlo fronteggiare così presto.
<<Ehilà, McLaggen.>> Salutai, con lo stesso tono di voce, fingendomi sicuro di me. <<Cosa ci fai qui? Non credevo che il territorio dei Grifondoro si estendesse anche da queste parti.>> Continuai, cercando con la coda dell'occhio una via di fuga. Non avevo la più pallida idea di dove fossi o di quale fosse la strada per tornare sulla via principale o al Manor. Mi ero distratto, e non avevo fatto attenzione agli svincoli. Ero stato un idiota.
Il ragazzo ridacchiò.
<<Non fare il finto tonto, Potter, sai perché sono qui.>> Ringhiò. Sospirai.
<<Beh, ci hai messo un bel po' per trovarmi, hai fatto la scoperta da solo o ti hanno aiutato anche Neville e gli altri tuoi schiavetti?>> Chiesi, cercando di perdere tempo, ma anche di capire se avessi qualche possibilità. Se Cormac fosse stato da solo, e io fossi stato abbastanza veloce da correre in una qualsiasi direzione, forse avrei potuto raggiungere qualcuno e chiedere aiuto.
<<Ti abbiamo trovato da un bel po', Potter. Ma sembra che questa sia la prima volta che esci da solo.>> Ghignò beffardo. <<Cos'è, anche i tuoi nuovi amichetti ti hanno abbandonato? A proposito, come sta la dolce Pan? Quasi mi manca la sua lingua biforcuta.>> Continuò, prendendomi chiaramente in giro. Strinsi i pugni.
<<Lascia Pansy fuori da questa storia.>> Minacciai. Lui perse il sorriso, mentre i suoi occhi presero a fiammeggiare d'ira.
<<Non sei tu a darmi ordini, coglione. Se avessi voluto prendere quella sgualdrina, avrei avvicinato entrambi. Ma lei non mi serve. Mi basti solo tu.>> Spiegò, inquietante. Mi costrinsi a non indietreggiare.
<<Perché io? Perché continuare a cercarmi anche dopo quello che è successo.>> Lo facevano per vendetta? No, se quella fosse stata la motivazione, anche Pansy avrebbe dovuto esserne coinvolta. Allora qual'era il senso? Cosa volevano ancora da me?
<<Lo scoprirai presto, Potter.>> Mormorò, avvicinandosi. Non potei fare a meno di mettere un passo indietro. Due braccia forti mi mantennero dalla schiena. Quando mi girai vidi le spalle larghe e muscolose di un tipo che non conoscevo.
<<Che ne dici, Topolino. Vieni con noi con le buone?>> Mi sorrise Cormac, languidamente.
Sospirai. Andare con loro senza opporre resistenza mi avrebbe fatto guadagnare un viaggio in comodità e maggiore visibilità. Forse se stavo al loro gioco mi avrebbero riservato un trattamento migliore dell'ultima volta.
E poi se fossi andato con loro, lo avrei allontanati dal Manor, mantenendo tutti i miei amici al sicuro.
<<Andiamo a fare un'altra gita in campagna?>> Ironizzai, sorridendo sfacciato. Cormac annuì.
<<Ottima scelta, Potter.>>

Angolino autrice:
Eccooooomiiiiii. Sono mancata per un po', ma chi segue anche le altre mie storie saprà che nel breve periodo di assenza mi sono concentrata sul correggere e revisionare la prima storia pubblicata su Wattpad "Titanium". Questo ha preso in pratica tutto il mio tempo, e quindi vi chiedo umilmente scusa. Detto questo, spero che questo capitolo possa piacervi (mi si stanno chiudendo gli occhi e non so che cosa ne sia venuto fuori, ma prego per il meglio). Se notate errori o incongruenze, non pensateci due volte e avvertitemi, li correggerò nell'immediato. Fatemi sapere cosa ne pensate. Un bacione e alla prossima. ❤️❤️❤️
La vostra Giuls.

Domandina del giorno:
So di essere un po' pretenziosa, ma con altre ragazze che mi seguono (e che adoro) abbiamo pensato ad un nome da dare a voi fan delle mie storie, e dopo un po' abbiamo raggiunto un verdetto: Leoncini (da Darcy Galen -> Galeoni-> Leoncini) AHAHAHAHAHA
Voi cosa ne pensate? Vi piace o avete altre proposte?

Surrender || Drarry (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora