Avremmo dovuto studiare per un test, ma tutto quello che riuscimmo a fare, fu copiare un paio di pagine di appunti, mentre Hermione ci faceva la sua solita predica su quanto fosse importante ascoltare in classe, piuttosto che ripassare gli argomenti a casa.
Mi limitai ad ascoltarla in silenzio, tenendo d'occhio l'orario sul mio cellulare.
-Che ne dite di guardare un film? Forse in questo modo potreste ricordare meglio le cose che stiamo studiando...-
Sbloccai lo schermo e guardai per l'ennesima volta i numeri che riempivano la schermata grigia del display. Erano le undici e trentacinque.
-Mi dispiace, io devo proprio andare. Se non rientro ora lo zio è capace di lasciarmi fuori.- Interruppi Hermione, che stava elencando una serie di film che aveva trovato interessanti, inerenti al nostro percorso scolastico, e mi alzai dal divano.
-Dopo mandatemi le foto degli appunti, così finisco di copiarli.-
Ignorai il formicolio insistente della mia gamba addormentata, e afferrai la giacca di pelle.
Ron mi fissò per un attimo, indeciso se accompagnarmi o rimanere lì dov'era.
-Voi continuate pure. Non voglio rovinare i vostri piani di studio.-
Falso. Urlò il mio cervello.
-Sicuro che non vuoi rimanere qui? I miei non ci sono, potreste dormire entrambi qui, senza alcun problema.- Hermione si strinse nella coperta che la avvolgeva, quasi si sentisse più sicura a parlare con quella stretta sul corpo.
-Sarebbe un'idea fantastica, ma non ho niente di quello che mi serve per domani, e poi lo sai come sono fatti i Dursley, non aspettano altro che una scusa per mettermi in punizione.-Accennai ad una smorfia. Vidi Hermione annuire malinconica, così le diedi un bacio sulla fronte, sorridendole nel modo più dolce e vero possibile, cercando di rassicurarla.
-Va bene, ma vedi di copiare quegli appunti. Se il professor Piton ti trova di nuovo senza, il corso di recupero non te lo toglie nessuno.- Disse per tutta risposta.
-Va bene, capo.- Cantilenai. Lei ridacchiò.
Salutai anche il rosso, con un cenno del capo, poi uscii.
L'aria si era fatta glaciale, e il vento era diventato talmente forte da farmi rabbrividire, mentre mi rannicchiavo nel mio stesso giubbotto, alla ricerca di calore.
Guardai di nuovo l'ora.
Le undici e quaranta.
Ero in perfetto orario.
Controllai che non ci fosse alcuna macchina per la strada ed attraversai, avviandomi verso uno dei posti che ormai conoscevo come fosse il palmo della mia stessa mano. Si trattava di un edificio abbandonato, al confine della città.
Non ci volle molto prima che riuscissi a scorgere una figura familiare al di sotto di uno degli unici lampioni che illuminavano la stradina.
-Harry Potter che si presenta in anticipo. Deve essere per questo che fa così freddo.- Cedric mi aspettava con le mani nelle tasche dei pantaloni neri, sorridendo come un ebete. Mi avvicinai a lui, alzando gli occhi al cielo di nascosto, ma non dissi nulla.
Ero abbastanza legato alla mia pelle da rimanermene in silenzio.
-Cedric.- Salutai, quindi con un mezzo inchino. Il suo sorriso si fece più spigoloso.
Era tipico di lui gongolare quando qualcuno si sottometteva così lealmente al suo volere. Ed era tipico di me sottomettermi come un bravo soldatino.
-A Lovegood serve una mano per scaricare della merce, voglio che te ne occupi tu.- Presi una sigaretta dal mio pacchetto e la accesi, aggrottando le sopracciglia.
-Parli di Luna? Credevo fosse uscita dal giro mesi fa.- Ero confuso, ma non troppo meravigliato.
Cedric alzò le spalle, facendomi intendere che non gli importava affatto, poi mise una mano dietro la schiena, tirando fuori una pistola che avrei riconosciuto anche a miglia di distanza.
-Tieni questa. Potresti averne bisogno.- Me la porse, ghignando.
Io la presi con leggerezza e la infilai nei pantaloni, sentendo la sensazione familiare di quell'oggetto premermi sulla schiena, inquietante e allo stesso tempo rassicurante.
-Grazie per averla tenuta per me.-
-Non usare quel tono di gratitudine con me. Non ti sto facendo un favore, Potter. Lo faccio per me stesso. Se tuo zio ti scoprisse, manderesti a puttane l'intera banda.- Mi prese per la collottola, sollevandomi di mezzo centimetro da terra. -Ma tieni a mente: mi sono rotto di coprirti. O sei fuori, o sei dentro questa cosa.- I suoi occhi emanavano potere. Tenni stretta la mia sigaretta tra le dita, per evitare che cadesse.
-Lo so, mi dispiace.- Fu tutto quello che riuscii a dire. Lui ne fu soddisfatto, così mi rimise a terra, aggiustandomi la giacca sulle spalle, come se il sollevarmi da terra l'avesse sgualcita, e a lui desse particolarmente fastidio la piega Chee si era creata sul tessuto.
Non era la prima volta che chiedevo a Cedric di prendersi cura delle mie armi, questo era vero, ma avevo più paura del fatto che i miei tutori legali le avessero potute trovare in camera mia, che di Cedric in sè. In effetti non era raro che mi ritrovassi uno dei membri della mia "famiglia" in camera, ad indagare sulla mia vita privata, mettendo tutto sottosopra. Quella casa era priva di qualsiasi privacy, ed il fatto che Vernon fosse un poliziotto, non mi rendeva le cose tanto facili.
-Sto cercando un nuovo appartamento. Dammi un po' di tempo.- Feci un tiro dalla mia sigaretta, cercando di ricompormi.Per qualche attimo lo sguardo di Cedric rimase fisso nel mio, come se con i soli occhi si stesse addentrando nella mia mente, per carpirne ogni segreto.
Rimasi fermo, in attesa che smettesse.
Se c'era una cosa che avevo imparato in quell'ambiente, era che abbassare lo sguardo non era mai una cosa positiva, quindi non lo feci. Mi limitai a fumare la mia sigaretta, con le sue iridi chiare puntate nelle mie.
-Trova subito una soluzione, Potter. Tuo zio non è un mio fottuto problema.- Disse alla fine.
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Surrender || Drarry (in revisione)
Fanfiction[...] Bloccai lo schermo e misi il cellulare in tasca, mettendo la mano sulla pistola. La sigaretta mi cadde dalle labbra e finì per terra. La lasciai dov'era, avviandomi verso la fonte del rumore. Non c'erano dubbi. Era stato uno sparo. [...] "No...