Capitolo 8 - dinner together -

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"Okay, Axel vieni qui a leggere."
Erano passati diversi giorni da quando ero stato ufficialmente accolto nelle serpi e ottenuto il ruolo di "tutore" di quelli che io avevo preso l'abitudine di chiamare 'i bimbi sperduti', e le cose andavano a gonfie vele. Anche se non avevo la più pallida idea di come tenere a bada dei bambini, loro erano più pazienti di me, e ci aiutavamo a vicenda per passare del tempo di qualità insieme.
Avevamo rimesso in ordine la camera che condividevamo, e avevo usato la rimanenza dei miei guadagni dell'ultimo mese, per comprare colori e libri da leggere. Pansy si era offerta di darmi altri soldi, ma io avevo rifiutato, dicendole che ormai eravamo compagni e che non doveva più darmi nulla. Comunque aveva continuato a portare la cena a me e Draco, senza ribellarsi alla parola data al biondo. Questo era quello che mi diceva, ma di Draco sembrava non esserci traccia, almeno per me. Ero convinto che mi stesse evitando, e non sapevo come fare a risolvere la situazione.
"Leggiamo la nuova pagina?" Axel mi mostrò il libro, chiedendomi da dove dovesse cominciare, io annuii.
"Ma Harry, abbiamo già finito questo libro ieri." Si lamentò Tamika. Guardai nuovamente la copertina del libro che aveva tra le mani Axel e sospirai.
"Sì, hai ragione. Perché non ne scegliete un altro, allora?" Chiesi dolcemente. Astrid scosse la testa.
"Li abbiamo già letti tutti!" Mi avvisò tristemente. Cercai di non scoraggiarmi. Non avevo potuto comprare molta roba per loro, ma ero sicuro che avrei trovato un modo per insegnargli qualcosa. Infondo la conoscenza non arrivava solo dai libri, no?
"Bene, allora prendete un foglio e fate un disegno sulla scena dei libri che abbiamo letto che vi è piaciuta di più, okay?"

A ora di cena, quando tutti se ne andarono, rimasi da solo per qualche minuto, e misi in ordine i disegni che avevano fatto. Alcuni erano davvero terribili, ma mi intenerivano talmente tanto da trovarli ugualmente carini. Anche se non ne ero stato affatto contento, all'inizio, stare con i bambini mi piaceva davvero tanto.
Spensi le luci e scesi le scale. Quando ero arrivato al Manor, Pansy mi aveva ospitato in una delle stanze dell'ala laterale, meno usata, ma adesso che conoscevo tutti e che non avevo più il timore di incappare in qualcuno nei corridoi, avevo ottenuto una stanza al centro della struttura, proprio accanto a quelle di Pansy, Draco e gli altri ragazzi. Era stato come una specie di promozione, della quale andavo persino fiero.
Stetti per aprire la porta di camera mia, quando la luce filtrò a causa di un'altra porta che veniva spalancata. Mi fermai in tempo per vedere Draco guardarmi con occhi rammaricati. Non ero certo che volesse vedermi, così mi apprestai ad andarmene, ma lui mi bloccò, schiarendosi la voce in modo rumoroso. Mi voltai, quindi, verso di lui e aspettai che dicesse qualcosa.
Aveva i capelli sciolti sulle spalle, una felpa larga nera, e dei pantaloncini sportivi. Non era la prima volta che lo vedevo in abiti casual, ma per un attimo mi persi a fissarlo.
Era davvero un bel ragazzo. Chissà cosa pensava di me. Guardai in basso, indossavo un jeans nero e una maglietta a collo alto dello stesso colore, forse non ero tanto male...
"Ehi." Dissi tanto per rompere il ghiaccio, quando capii che non sarebbe stato il primo a parlare. Lui parve sorpreso.
"Ehi." Rispose. Erano giorni che non sentivo la sua voce, mi era mancata, e mi era mancato anche lui. "Pansy mi ha detto che torna tra dieci minuti con la cena. Vorrebbe che la aspettassimo insieme in camera sua." Disse, poco convinto. Io sospirai.
"Posso dirle di portartela in camera se vuoi." Fece subito dopo, probabilmente fraintendendo il mio sospiro. Agitai le mani in aria, nervoso.
"No, no. E' già tanto che mi porta la cena, figuriamoci se le chiedo di farmela portare in camera. Pansy non è la mia cameriera. Solo che... stavo per andarmi a fare una doccia."
"Oh. Beh, sì, hai ragione. Fai con comodo, ti aspetto in camera sua." Stette per chiudere la porta, ma questa volta fui io a bloccarlo.
"Perché non vieni in camera mia? Possiamo aspettarla insieme, lì. Non ci metto molto a fare la doccia." Sapevo che la mia fosse una mossa azzardata, ma volevo davvero tanto passare un poco di tempo con lui, e magari chiarire le cose. Il non sapere cosa avesse contro di me mi faceva stare perennemente in ansia. Forse la cosa migliore per entrambi sarebbe stata parlarne apertamente. Draco tossì imbarazzato, ma annuì ugualmente, sorprendendomi. Non credevo avrebbe accettato la mia proposta.
Camera mia era esattamente come tutte le altre, ma a differenza di quella in cui stavo prima, aveva un armadio enorme, una scrivania e persino un balconcino al posto della finestra. Il bagno poi, era leggermente più grande, e la vasca era enorme e magnifica.
"Puoi sederti dove vuoi. Io ci metto cinque minuti." Dissi, affrettandomi a prendere il cambio di vestiti e chiudermi in bagno. Avevo il cuore che batteva forte, e la testa piena di pensieri. Draco era davvero in camera mia? Non ci potevo credere, mi sembrava così surreale dopo tutto quello che era successo. Avevamo passato molti momenti insieme, ma non eravamo mai stati da soli in camera di uno dei due, e adesso avevamo persino 'litigato'. Mi sentivo strano.
Non mi ero mai lavato così velocemente, ma sapendo che il biondo era ad un muro di distanza, ci misi esattamente quattro minuti a fare la doccia e a rivestirmi. Fui talmente svelto che quando aprii la porta della camera, Draco sobbalzò, spaventato.
"Scusa, non volevo spaventarti." Borbottai.
"Tranquillo, ero solo distratto." Mormorò lui di rimando. Mi passai una mano tra i capelli bagnati, annuendo, e mi sedetti sul letto, a meno di mezzo metro di distanza da lui.
Era imbarazzante, e non sapevo nemmeno perché. Draco mi guardò per un lungo e infinito istante, poi arricciò il naso con disappunto.
"Dovresti asciugarti i capelli. Così ti prenderai un raffreddore." Mi rimproverò. "Dammi l'asciugamano." Fece poi, e senza nemmeno aspettare che facessi ciò che mi aveva chiesto, prese l'asciugamano che avevo appoggiato sulle spalle e me lo mise in testa, cominciando a frizionare i miei capelli, quasi come fossi un cucciolo abbandonato. Le sue mani erano grandi e si muovevano dolcemente sulla mia testa, asciugandomi i capelli con cura. Draco si era avvicinato. Avevo la sua faccia ad un palmo dal naso e sperai che non si accorgesse di quanto forte stesse battendo il mio cuore. Sarebbe stata davvero una scena patetica.
"Draco io..." Cominciai.
"Non ti chiederò scusa per quello che ho detto l'altro giorno." Mi anticipò lui. Poi, però, dovette pentirsi.
"Non voglio che tu mi chieda scusa." Mormorai allora. "Hai i tuoi motivi per dire quello che hai detto. So che non ti vado a genio." Non era propriamente la verità, ma non potevo certo dirgli che ci ero rimasto male.
Chiedere spiegazioni mi sembrava anche peggio.
"Hai ragione, non mi vai a genio." Confermò. A discapito di quello che stava dicendo, continuò ad asciugarmi dolcemente i capelli. Ero così confuso...
"Hai davvero intenzione di rimanere? Insomma, lo fai per te stesso o Pansy ti ha costretto?" I suoi occhi erano immersi nei miei, e per un attimo fui certo che me lo stesse chiedendo perché ci tenesse a me, e non perché volesse che io me ne andassi.
"L'ho scelto da solo. Ho promesso a me stesso di non lasciare più che gli altri scelgano cosa è meglio per me." Dissi serio. Le mani di Draco si fermarono. Sentii il suo respiro soffiare leggero sul mio naso, tanto vicino da farmi trattenere il fiato.
"Mi dispiace." Mormorò. Sentii le sue parole sulla mia bocca.
"Credevo che non mi avresti chiesto scusa." Sussurrai di rimando. A quelle parole parve risvegliarsi, e bruscamente si allontanò da me, arrossendo, e guardando dalla parte opposta a dove ero io.
"Non lo ripeterò una seconda volta." Fece offeso, ridacchiai.
"Cosa ti ha fatto cambiare idea?" Lo punzecchiai, curioso. Lui mi guardò nuovamente.
"Ti ho sentito, mentre parlavi al telefono." Mi rivelò. Aggrottai le sopracciglia, cosa c'entrava quello con le parole che mi aveva rivolto? 
"Hai detto di essere bloccato qui. Che l'unica cosa che volevi realmente era tornare a casa." Continuò, ed io finalmente collegai. Aveva creduto che io mi sentissi costretto a rimanere con loro. Probabilmente credeva di farmi un favore cacciandomi in quel modo. Mi stava dando il suo consenso a tornare a casa. Oppure credeva solo che stessi tradendo la fiducia di Pansy...
"Quello che ho detto non è la verità. Cercavo solo di proteggere qualcuno. Non sei l'unico ad avere una persona importante nella propria vita." Gli spiegai. Lui annuì.
"Avrei dovuto parlarne prima di saltare a conclusioni. E poi, anche se tu fossi voluto tornare a casa, non avrei potuto biasimarti."
"Draco, io non ho una casa. Pansy mi ha dato un'occasione, le serpi mi hanno dato una nuova vita, e persino quei bambini mi hanno dato speranza. Come potrei voler lasciare tutto questo? Se avevi paura che potessi fare del male a Pansy, sfruttando la sua gentilezza per poi scappare via nel cuore della notte, puoi dormire sogni tranquilli. Rimarrò qui." Draco parve capire, perché annuì nuovamente.
"Credo che lei ci tenga molto a te. Credo abbia visto in te, la se stessa del passato. La bambina sola e in difficoltà che era, fino a quando io non l'ho presa con me. In pratica sta ricambiando il favore." Sorrise, ricordando i vecchi tempi.
"In pratica sono il suo fratellino minore." Sbottai, fingendomi offeso. In realtà ero più che felice. Se non avessi incontrato Pansy, in quel momento sarei stato in mezzo alla strada, a vendere droga, o più probabilmente a vendere me stesso.
"Presumo che ti si possa definire tale, sì." Cedette Draco, dopo averci pensato per un po'.
Non lo avrei detto ad alta voce, ma ero convinto che anche lui ci tenesse a me, almeno un po'.
"Questo fa di te il mio fratello maggiore?" Chiesi sfacciato, prendendolo in giro. Lui spalancò gli occhi chiari, sconvolto.
"Te lo puoi anche sognare, Harry."  Disse solo. Sorrisi sornione. Mi aveva chiamato per nome.

Quando Pansy arrivò, fu piacevolmente sorpresa di trovarci a parlare pacificamente tra noi. Non riuscì a nascondere un sorriso, ma io fui più che certo che fosse stata lei a mettere la pulce nell'orecchio a Draco per fare in modo che chiarissimo, così come ero più che certo che avesse ritardato di almeno mezz'ora con la cena, in modo che noi avessimo tutto il tempo di rimanere da soli.
"Ho portato il pollo!" Urlò, sedendosi sul pavimento, e porgendoci le nostre porzioni.
"Avresti dovuto prendere la pizza. Io volevo la pizza." Si lamentò Draco.
"Io volevo il sushi." Dissi, invece io. Pansy alternò lo sguardo tra me ed il biondo, poi scoppiò a ridere.
"Chi lo avrebbe mai detto che un giorno vi sareste coalizzati contro di me?" Fece retorica, e Draco accennò un sorriso.

Una volta finito di mangiare, Draco andò a dormire, mentre Pansy rimase con me, lamentandosi del fatto che la sua stanza era troppo lontana e che lei avesse mangiato sin troppo per poter affrontare un viaggio di tale portata.
"Pan, sul serio. Devi fare solo dieci passi e sei arrivata." Cercai di smuoverla, ma lei non ne voleva sapere. Sospirai e chiusi gli occhi.
"Non mi interessa, fai quello che vuoi. Ma se rimani qui, vai a spegnere la luce." Mi misi sotto le coperte e mi voltai dal lato opposto al suo. La sentii esultare, spegnere la luce e tornare sul letto, mettendosi sotto le coperte, accanto a me. Alzai gli occhi al cielo. Era una bambina.
"Ti sei almeno tolta le scarpe?" Borbottai.
"Sì, mi sono tolta anche i vestiti." Per poco non caddi a terra. La ragazza scoppiò a ridere.
"Calmati, calmati, Har. Sto scherzando. Ho tolto solo le scarpe. Non c'è bisogno di agitarsi." Disse, ridendo di gusto. "Sbaglio o ti ho già detto che non sei il mio tipo?" Continuò, spensierata. In effetti non era la prima volta che Pansy lo diceva. Lo aveva detto anche nei confronti di Draco... che ci considerasse solo come compagni? O forse come figure fraterne?
"Fa lo stesso. Rimani sempre una ragazza, dovresti avere un po' di decenza." Borbottai, sgridandola. Non la riuscii a vedere a causa del buio, ma fui convinto che avesse messo il muso, perché quando parlò di nuovo, la sua voce risultò leggermente distorta.
"Io sono la regina della decenza." Fece, offesa. Sbuffai, ma non commentai. Avevo sonno, e l'ultima cosa che volevo era avere una discussione futile con lei.
"Harry?" Mi chiese dopo un po'.
"Mhhhh." Mugugnai in risposta.
"Sono contenta che tu e Draco vi siate riavvicinati." Fui certo di sentire, prima di addormentarmi con un sorrisetto sul volto.

Surrender || Drarry (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora