Capitolo 6 - nostalgia -

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Seguii il consiglio di Pansy, e passai le settimane successive a pensare a me stesso più che agli altri. Mi trovai un lavoretto part-time a chiamata e riuscii in poco tempo a mettere da parte un po' di soldi. 
Stando ''al servizio'' di Pan per tutto il giorno, lavoravo part-time in un locale notturno, così da non venire meno all'impegno preso con lei, eppure dovevo ammettere che la cosa era struggente. Mi sentivo più libero, ma erano giorni che non dormivo per più di tre ore, e cominciavo a risentirne.
Avevo comunque guadagnato il necessario per comprare un nuovo telefonino e per passare dal barbiere a cambiare taglio di capelli. Anche quello come gli abiti di mio cugino, non era mai stato fatto a mio piacimento. Era sempre stata mia zia Penunia a tagliare, infatti, i miei capelli, con le stesse forbici e la stessa scodella per anni... rasarli ai lati e tenerli lunghi in mezzo fu una sorta di conquista per me. Pian piano stavo riscoprendo me stesso, e lo dovevo solo a Pansy. Certo, i Grifondoro con il loro rapimento avevano aiutato, e il fatto che chiunque mi avesse venduto, in realtà mi avesse fatto solo un favore, mi causava un certo divertimento.
Inoltre, c'era Draco. Per quanto si sforzasse di fare l'indifferente, io e lui passavamo molto tempo insieme, e scommettevo che piaceva a lui tanto quanto a me. Stavo imparando a conoscerlo, un po' come stavo facendo con me stesso, e più scoprivo di lui, più mi sentivo legato. Speravo che presto saremmo diventati amici, avevo bisogno di uno come lui nella mia vita.
"Harry, credi di poter stare con i bambini nel pomeriggio?" Pansy sorseggiò con noncuranza il suo caffè freddo, guardandomi interrogativa. Guardai Draco, ma anche lui sembrava in attesa di una mia reazione.
"I bambini? Dovrei sapere di cosa parli?" Chiesi allora. Eravamo seduti nel bar in cui Draco mi aveva portato la prima volta che eravamo usciti, e stavamo chiacchierando di cose del tutto prive di senso. Mi chiesi da dove fossero usciti fuori dei bambini in quel momento. Pansy giocherellò con la sua cannuccia, guardandomi da sopra il suo bicchiere.
"Ci sono diversi bambini nelle serpi, alcuni sono i figli dei membri più grandi, altri sono orfani che hanno trovato rifugio da noi... Non hanno le credenziali per frequentare la scuola, così di solito ci occupiamo noi della loro educazione..." Cominciò a spiegarmi, Pansy. Aggrottai le sopracciglia.
"Mi stai chiedendo di insegnare a dei mocciosi? Ti ricordo che non ho nemmeno finito la scuola, e anche prima, non sono mai stato una cima negli studi."
"Oh andiamo, non devi mica insegnargli astrofisica o ingegneria meccanica. Devi solo passare del tempo con loro. Puoi anche andare lì e fargli fare cento giri del Manor, non importa." Mi passai una mano tra i capelli, scompigliandoli.
"Perché dovrei fare una cosa del genere?" Mi opposi. Draco teneva il mento appoggiato ad una mano e guardava distratto fuori dalla vetrata, come al solito nel suo mondo. Avrei voluto che partecipasse attivamente alla conversazione, ma evidentemente era chiedere troppo.
"Credo che i bambini compongano la maggioranza della nostra banda. Sono i più numerosi, i più docili ed i più carini. Se cominci a conoscere loro, in pratica sei a metà dell'opera per conoscerci tutti." Disse allegramente. "E poi oggi pomeriggio toccherebbe a me tenerli d'occhio, ma io ho da fare." Confessò subito dopo.
"Quindi stai solo cercando di scaricarmi il tuo lavoro." Conclusi.
"Sì, ma vedila come un'opportunità, potrai renderti utile alla banda, e poi ti darò un compenso extra, che ne dici?" Cercò di convincermi. Mi chiesi se il suo fosse solo un modo gentile di darmi degli ordini, ma alla fine mi resi conto che con tutta probabilità avrei potuto rispondere negativamente alla sua proposta, e lei non avrebbe fatto nulla se non rimanerci male.
"Pansy, mettiamo il caso che io dica di sì..." Non mi lasciò neppure finire che cominciò a saltellare e ad urlare nel locale, facendomi desiderare di sprofondare nella mia sedia.
"Non ho la più pallida idea di come ci si comporti con dei bambini." Riuscii a dire, quando lei si scaricò e tornò ad essere una ragazza composta.
"O non preoccuparti, Draco ti darà una mano." Diede una pacca sulla spalla del diretto interessato, che distolse lo sguardo dal paesaggio esterno, per rivolgerlo a noi.
"Non mi mettere in mezzo. Non sei l'unica ad avere qualcosa da fare." La rimbeccò lui.
"Avanti, Dray, lo sappiamo tutti che il tuo essere impegnato è chiuderti in camera tua a leggere. Sacrifica un tuo pomeriggio da topo di biblioteca e dai una mano ad Harry." Lo supplicò con lo sguardo, strusciandosi sul suo braccio come un gatto.
"Lo faccio solo se compri tu la cena per tutta la settimana." La minacciò alla fine.
"Come sei volubile. Cedi al richiamo del cibo? Beh, affare fatto." Pansy gli porse la mano per sigillare il loro piccolo accordo, ma Draco scosse la testa.
"Non credere di cavartela così, Pan. La devi comprare anche a lui la cena." Fece, indicandomi. Per poco non mi soffocai con l'acqua che stavo bevendo. Stava davvero chiedendo qualcosa per me? Avrei potuto davvero commuovermi.
"Come sarebbe? Harry ha già accettato, perché dovrei comprare la cena anche a lui?"
"Fallo, o preferisci che dica a Blaise e Theo quello che hai fatto al centro commerciale?" Pansy sbarrò gli occhi, spaventata alla sola idea. Cosa aveva fatto di così terribile al centro commerciale? Ricordavo che Draco le aveva detto qualcosa, ma allora come adesso, non avevo la più pallida idea di cosa stessero parlando.
"Non oseresti."
"Oh sì, che oserei." Era diventato uno scambio di sguardi più che di parole. Nessuno dei due sembrava voler cedere.
"Cazzo, affare fatto." Pansy chiuse gli occhi e si affrettò a dare la mano a Draco, prima di pentirsene. Lui accennò un sorriso di vittoria.

Surrender || Drarry (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora