<<Vuoi dell'altro caffè, Hermione?>> Pansy si avvicinò alla ragazza, accennando un sorriso gentile, al quale lei rispose con lo stesso trasporto.
<<No, ti ringrazio.>> Rispose. I suoi capelli biondi, tinti per l'ennesima volta, catturavano i raggi del sole, facendo sembrare quelli del rosso accanto a lei, aridi e spenti, . Si era truccata gli occhi di un leggero rosa cipria, e il mascara risaltava le sue ciglia lunghe. Non l'avevo mai vista così carina. Aveva persino messo una minigonna beige, abbinata ad una camicetta bianca con vari motivi floreali. Mi chiesi se fosse così che si vestiva di solito, e fossi soltanto io a non averlo notato. Ron, però, sembrava lo stesso di sempre, con i capelli scompigliati sulla testa e l'abbigliamento di un cinquantenne in crisi di mezza età.
<<A lei non piace il caffè.>> Si mise in mezzo quest'ultimo, rivolgendo a Pansy uno sguardo di sufficienza. Pan soppesò le parole con attenzione, poi si rivolse a me, chiedendomi che programmi avessimo per la giornata.
<<Sinceramente non lo so, domani è Natale, e ancora non ho trovato il regalo giusto per Draco. Speravo che potessimo uscire insieme e andare a comprarlo.>> Proposi. Lei annuì.
<<Certo. Potremmo approfittare della cosa per far vedere ai tuoi amici la città.>> Acconsentì. Il modo in cui aveva detto ''i tuoi amici'' mi sembrava un po' distaccato, ma il fatto che ci tenesse a renderli partecipi di quello che facevamo, mi rendeva comunque felice.
<<Mi sembra una buona idea. A voi sta bene?>> Chiesi. Tutti annuirono.
<<Bene, allora ci vediamo tutti qui tra un'ora.>> Dissi, quindi, sorridendo.Finii di prepararmi in molto meno, così decisi di andare in camera di Pansy. L'idea di andare a vedere se Draco fosse sveglio e stesse bene mi attraversò la testa, ma poi mi dissi che entrare in camera sua sarebbe stata una mossa davvero azzardata. Gli avrei dovuto dire che sarei uscito con tutti gli altri, e di sicuro lui avrebbe capito il motivo della nostra ''passeggiata'' in sua assenza, e poi, avevo la netta sensazione che sarebbe stato difficile lasciarlo di nuovo solo dopo averlo visto. Persino la sera prima, mentre me ne stavo da solo, nel mio letto, mi ero immaginato di essere al suo fianco, e alla fine non ero più riuscito a dormire.
Entrai in camera di Pansy sospirando. Lei, però, non sembrò farci caso, dato che stava cercando qualcosa, con la testa infilata nell'armadio in legno, borbottando animatamente con se stessa.
Persino quando è sola, non sta mai zitta. Pensai, ridendo.
<<Ti serve una mano?>> Le chiesi, affacciandomi nell'armadio, insieme a lei, che sbuffò, infastidita. <<Non riesco a trovare la mia gonna di pelle!>> Si lamentò, buttandosi per terra, e cominciando a fare i capricci, come una bambina di un anno. Alzai gli occhi al cielo e mi diedi un'occhiata in giro.
<< Parli di quella gonna?>> Domandai, indicando il capo in questione, quando lo vidi in mezzo ad un mucchio di altri vestiti lanciati sul pavimento. Gli occhi di Pansy si illuminarono.
<<Ti amo, Harry!>> Mi abbracciò, baciandomi sulle guance. Scossi la testa e mi sedetti sul suo letto. <<Cosa farei senza di te?>> Chiese poi, retorica, cominciando a prepararsi.
<<Non faresti. Comunque come mai tutta questa cura nel vestirti? Di solito non metti quello che capita?>> In effetti, ora che la guardavo bene, sembrava più agitata del solito, e non nel modo positivo che la contraddistingueva, al contrario, sembrava presa da una sorta di follia.
<<Stai dicendo che di solito mi vesto di merda?>> Fece accusatoria. Aggrottai le sopracciglia.
<<Piuttosto stavo dicendo che stai bene con tutto, quindi mi sembra inutile tutta questa premura.>> Mi giustificai. Lei sospirò, e mi si sedette accanto, con ancora la gonna di pelle tra le mani, e lo sguardo triste.
<<Hai ragione. Io sono la regina delle Serpi, non ho bisogno di una gonna di pelle per essere carina.>> Per qualche secondo mi chiesi se stesse parlando con me o con se stessa, fino a quando non rilanciò la gonna nel mucchio in cui l'avevo trovata, e mi prese le mani nelle sue.
<<Ron ed Hermione sono fidanzati?>> Chiese di punto in bianco. Spalancai la bocca, preso alla sprovvista dalla sua curiosità improvvisa. Era per lei che si stava mettendo in tiro? A colazione l'avevo vista particolarmente presa dalla bionda, e lo stesso avevo notato la sera prima, ma non mi ero aspettato che Pansy si lanciasse così in fretta con lei. E poi, avevo dato per scontato che Ron ed Hermione stessero insieme, in qualche modo contorto.
<<Aspetta, stai dicendo che...>> Provai a dire, sorridendo malizioso.
Lei mi mise una mano sulla bocca.
<<Non. Un'altra. Parola.>> Disse, arrossendo, ma mantenendo un tono orribilmente severo. Cominciavo davvero a credere che avesse perso la ragione tutta in una volta.
<<Rispondi solo alla domanda.>> Disse poi, balbettando.
<<Oddio, la piccola ed insensibile Pan si è presa una cotta per la mia migliore amica!>> Non potei fare a meno di prenderla in giro. Lei avvampò ancor di più.
Scoppiai a ridere. Adesso capivo perché lei si divertisse tanto a prendere in giro me e Draco. Era fottutamente magnifico.
<<Oh avanti, non è il momento delle vendette.>> Sbuffò lei, arrabbiata.
<<E va bene. Non credo stiano insieme. Li conosco da anni, ma per quanto ne so si sono sempre limitati a flirtare...>> Dissi, quindi, riflettendoci. In effetti mi ero sempre fatto delle domande sulla relazione che quei due avevano. A volte si comportavano davvero come una coppia sposata, eppure non li avevo mai visti fare qualcosa di concreto.
<<Quindi c'è una possibilità?>> Gli occhi di Pan era luminosi di speranza.
<<Non credo che lei sia lesbica, Pansy.>> La avvisai, cauto. Pansy agitò una mano in aria.
<<Questo non è un problema. Insomma, anche tu non sei gay, ma questo non ti impedisce di stare con Draco.>> Disse sicura. Fu il mio turno di arrossire.
<<Io e Draco non stiamo insieme.>> Mormorai. Lei sorrise.
<<Non ancora...>> Fece, alzando e abbassando le sopracciglia. Presi il suo cuscino e glielo tirai addosso. <<Pensa ai fatti tuoi, Pan.>> La sgridai, prima di scoppiare a ridere.
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Surrender || Drarry (in revisione)
Fiksi Penggemar[...] Bloccai lo schermo e misi il cellulare in tasca, mettendo la mano sulla pistola. La sigaretta mi cadde dalle labbra e finì per terra. La lasciai dov'era, avviandomi verso la fonte del rumore. Non c'erano dubbi. Era stato uno sparo. [...] "No...