Capitolo 13 - take care of me -

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<< Harry! Possiamo andare a mangiare le ciambelle? >> Pansy mi guardò, cercando di convincermi con i suoi occhi da cerbiatto ferito, ai quali io risposi con una smorfia.
<< Sul serio Pan, se mangio qualcosa in più il mio stomaco potrebbe esplodere.>> Mi lamentai. Dopo avene discusso con lei al cottage quella mattina, Pansy aveva seguito il mio consiglio, e aveva parato con Marlena, che subito dopo ci aveva riaccompagnati tutti al Manor, in silenzio.
Il viaggio era stato immerso nell'imbarazzo e nel disagio, e io non avevo nemmeno potuto dormire, data la paura di Draco al mio fianco a briglia sciolta. Se solo avessi chiuso gli occhi chissà cosa avrebbe potuto combinare. Alla fine, quindi, guardai fuori dal finestrino per tutto il tempo, schiacciato dal silenzio che aleggiava sui sedili anteriori.
<<Grazie di tutto.>> Avevo detto a Marlena, quando eravamo scesi dalla macchina, lei aveva annuito, accennando un sorriso educato, poi si era rimessa alla guida e aveva lasciato il Manor. Da quel momento Pansy non si era staccata un attimo da me: mi aveva trascinato in camera sua e mi aveva costretto a mangiare tutte le schifezze possibili e immaginabili, che mi aveva confessato, nascondesse nel doppio fondo dell'armadio. Avevamo persino guardato una serie di film strappalacrime, e adesso non ce la facevo più.
<< Ti prego, Harry! >> Mi supplicò, inginocchiandosi sul letto, melodrammatica come suo solito.
<< Marlena non ti interessava e stai facendo tutto questo. Se ti avesse lasciato l'amore della tua vita cosa avresti fatto? Ti saresti lanciata dall'ultimo piano?>> La rimproverai, sfinito.
A quel punto avrei persino preferito la compagnia di Draco a quella tortura.
<< Uhhhh, a proposito di amore della tua vita... devi ancora raccontarmi cosa è successo con Dray.>> Mi pizzicò una coscia, facendomi sussultare dal dolore.
<< Non è successo niente. Quante volte devo dirtelo? Io e Draco siamo amici. Smettila di chiedermelo.>> Bofonchiai, anche se il rossore delle mie guance non aiutava la mia versione a sembrare veritiera.
<< Gli amici non dormono avvinghiati l'uno all'altro come avete fatto voi.>> Mi rimproverò lei. Boccheggiai. Perché mi doveva mettere in difficoltà?
<< Ah no? Eppure mi sembra che sia proprio così che dormiamo io e te. Avvinghiati. E pensa un po', siamo solo amici.>> Ero fiero di essermi salvato con quelle parole. Pansy arricciò le labbra, come faceva sempre quando qualcosa le dava fastidio.
<< Con me non è la stessa cosa! >> Provò, ma dovette rinunciare da sola, perché il suo tono si spense, e lei rimase in silenzio, imbronciata.
Rimanemmo per qualche minuto così, mentre in sottofondo l'ennesimo film romantico andava avanti. Poi mi decisi a parlare.
<< Posso andare a fare la doccia, adesso? >> Chiesi, intimorito. Lei mi fulminò con lo sguardo.
<< Se proprio devi.>> Borbottò. La abbracciai, dandole un bacio sulla fronte.
<< Smettila di essere imbronciata. Ho bisogno della tua stravaganza per sopravvivere!>> Le urlai contro, scuotendola dalle spalle, ironico.
<< Ehi, stravagante a chi?!>> Corsi appena in tempo verso la porta, perché lei mi lanciò dietro una delle stecche di cioccolata ancora intatte, che si frantumò all'istante, cadendo sul pavimento. Le feci la linguaccia. Lei sorrise.
<< VIsto? Sei molto più umana quando sorridi.>> La presi in giro, scoppiando a ridere.
Sentii le sue urla rincorrermi in corridoio, per poi sparire quando finalmente tornai in camera mia. Sospirai di sollievo e mi appoggiai alla porta di legno, respirando. Libertà.
<< Credevo non ti lasciasse più andare.>> Per poco non mi venne un infarto, quando sentii la voce di Draco. Sbarrai gli occhi e guardai verso il letto. Lui era lì, seduto a gambe incrociate, con un libro alla mano e l'aria tranquilla. Mi guardai intorno, assicurandomi di essere nella stanza giusta. La sedia piena dei miei vestiti, la scrivania coperta dai disegni dei bambini. Non c'era dubbio, quella era la mia stanza. Allora perché Draco sembrava essere completamente a suo agio, seduto sul mio letto? Mi passai una mano tra i capelli, tentando di calmarmi.
<< Che diavolo ci fai qui? Mi hai fatto spaventare!>> Lo rimproverai, subito, sconvolto. Lui si strinse nelle spalle. << Te l'ho detto, ti stavo aspettando.>> Fece lui, tranquillo.
<< No. Non me lo hai detto, e poi perché mi staresti aspettando? Sul mio letto, per giunta.>>
<< Avevi detto che mi avresti raccontato tutto quando saremmo tornati al Manor, no? Quindi eccomi qui.>> Spiegò. Si stava riferendo alla telefonata con Hermione?
Come era possibile che riuscisse a mantenere così tanta calma in qualsiasi momento? Maledizione, era così imbarazzante.
<< Ci tieni così tanto a saperlo? >> Chiesi. Lui annuì, teneramente.
<< E va bene, ma prima vado a fare una doccia. >> Acconsentii. Mi tolsi la maglietta e la lanciai sulla sedia, dove c'erano gli altri abiti. Draco deglutì a vuoto.
<< Stai cercando di dirmi qualcosa? >> Mormorò, privo di malizia. Alzai gli occhi al cielo.
<< Se vuoi sentire quello che ho da dire, tieni le mani al proprio posto, pervertito.>> Lo rimproverai. Al contrario del resto delle volte, però, non ero affatto arrabbiato. Forse era solo la rassegnazione a parlare. << Torna con gli occhi sul tuo libro, cervellone. >> Continuai, togliendo i pantaloni e buttandoglieli in faccia, oscurando la sua vista giusto il tempo di riuscire a chiudermi in bagno senza avere il suo sguardo puntato addosso.
<< Questo è giocare sporco. >> Lo sentii dire, non potendo fare a meno di ridacchiare.
Anche baciarmi più volte senza il mio permesso era giocare sporco, almeno adesso eravamo pari. Pensai, aprendo il getto dell'acqua e cominciandomi a lavare con calma.
Quando ebbi finito e stetti per uscire, mi resi conto di essermi dimenticato qualcosa.
Non c'erano asciugamani. Mi avvicinai alla porta in punta di piedi e aprii piano.
<< Cercavi questa? Devi essertela dimenticata. >> Draco mi spuntò davanti, tenendo in mano il mio telo, spensierato. Sobbalzai.
<< S-sì. L'ho dimenticato. Puoi passarmelo? >> Chiesi, sorridendo nervosamente. Lui scosse la testa, schioccando la lingua maliziosamente. Il mio cuore prese a battere più forte del solito.
Nascose l'asciugamano dietro la schiena e con l'altra mano aprì la porta del tutto, facendomi indietreggiare, fino a finire sul lavabo.
<< Che stai facendo? >> Provai a chiedere quando ormai fu ad un passo da me. Il suo sguardo languido scivolò sul mio corpo nudo, ed un brivido mi attraversò la schiena.
La sua mano si appoggiò sul mio petto, prima di scendere sui fianchi, e poi sulla coscia. Trattenni un gemito. << Draco.>> Mormorai. Lui sorrise.
<< NONONONO. Datti una calmata Harry. >> Aprii gli occhi, ritrovandomi ancora sotto il getto dell'acqua calda. Guardai fuori dalla doccia. Il mio asciugamano era lì, a portata di mano.
Il mio cuore, però, continuava a battere furioso.
Mi diedi un paio di schiaffi sulla faccia, tentando di calmare i miei bollenti spiriti. Avevo appena avuto una fantasia su Draco? Cazzo. Non sarei più riuscito a guardarlo in faccia.
Cosa mi prendeva? Non ero mai stato attratto da un ragazzo prima di allora, era sconvolgente come quel biondo riuscisse a provocarmi determinate sensazioni, senza nemmeno fare qualcosa di reale. Mi ero immaginato che mi sfiorasse la coscia, e già mi sentivo come se fossimo andati molto più il là. Infondo non era strano... Anche il solo baciarlo mi aveva fatto rabbrividire di piacere. Mi schiaffeggiai un'altra volta.
<< AAAAAAAH >> Urlai arrabbiato. Non ci stavo capendo niente.
<< Harry? >> Draco bussò alla porta, con urgenza. Mi portai una mano alla bocca, dandomi dello stupido. << Harry? Stai bene? >> Chiamò nuovamente.
<< Sì. L'acqua è diventata fredda all'improvviso.>> Urlai di rimando, dicendo la prima cosa che mi veniva in mente.
<< E' normale, sei lì dentro da venti minuti! >> Rispose lui. Nella sua voce non c'era più alcuna preoccupazione. Sbuffai, chiusi l'acqua e mi asciugai in fretta, prima di uscire. Draco era appoggiato sul muro, accanto alla porta. Avvampai.
<< Mi dispiace, non volevo spaventarti.>> Dissi in fretta. Lui scosse la testa.
<< Tranquillo. >> Ebbi un dejavù. Era la stessa identica frase che ci eravamo scambiati la prima volta che era stato in camera mia da solo. Anche quella volta ero appena uscito dalla doccia.
Chissà se lui se lo ricordava...
Presi i vestiti e ritornai in bagno, assicurandomi di uscire soltanto quando ogni millimetro della mia pelle fu coperto dal tessuto morbido della tuta nera. Non sarei riuscito a sopportare gli occhi curiosi di Draco per un solo altro secondo...
<< Hai il vizio di non asciugare i capelli, vero? >> Domandò Draco, non appena mi vide spuntare dal bagno. Ridacchiai. << Quando vivevo con i miei zii, non volevano che sprecassi la loro corrente, quindi il Phon per me era offlimits.>> Spiegai, timido. Lui aggrottò le sopracciglia.
<< Che cazzo di problemi hanno? Questa è pura cattiveria. >> Si arrabbiò. Mi strinsi nelle spalle.
<< Sarà, ma credo che questo mi abbia permesso di sviluppare degli anticorpi che non mi fanno ammalare mai, nemmeno in un inverno gelido come questo.>> Mi battei un pugno sul petto, come a dimostrare la mia forza interiore. In realtà provavo sempre una sorta di dolore sordo quando pensavo a tutte le cose che avevo dovuto subire sin da bambino sotto il tetto dei Dursley, ma non volevo che Draco lo vedesse. Ero certo che se gli avessi mostrato la mia sofferenza, lui se la sarebbe presa come sua, e l'ultima cosa che volevo, era vedere la tristezza velare i suoi occhi grigi.
<< Avresti potuto anche diventare immortale, ma resta comunque una cosa disumana.>> Sbottò. << Aspettami. Torno subito. >> Disse poi, uscendo dalla stanza a passo di carica. Mi sedetti sul letto e diedi un'occhiata al libro che stava leggendo: La canzone di Achille.*
Ricordavo di averne sentito parlare durante una delle lezioni di letteratura a scuola. Era un romanzo contemporaneo. Lessi la trama. La storia si concentrava sulla relazione tra Patroclo e Achille. Sospirai.
Non ero affatto meravigliato.
<< Se ti interessa, puoi prenderlo. Io l'ho già letto un sacco di volte. E' uno dei miei preferiti. >> Draco rientrò nella stanza, ed io lasciai cadere il volume sul letto, imbarazzato.
<< Ti ringrazio, ma non penso sia il caso. Sono maldestro con i libri, non vorrei rovinartelo. >> Mormorai. Lui scosse la testa.
<< Tranquillo, non sono uno di quelli che ammazza qualcuno solo perché ha fatto una piega ad una pagina. Insisto. >> Si avvicinò a me, ed io mi ritrovai ad annuire. Solo quando si sedette accanto a me, mi resi conto che era tornato con qualcosa tra le mani. Mi ci volle un attimo per capire, ma quando lo feci, il mio cuore prese a battere all'impazzata, come al solito.
<< E' un phon? >> Chiesi, sorpreso e intenerito allo stesso tempo. Lui annuì. Si allungò verso il comodino e infilò la spina nella presa. Il rumore dell'apparecchio si diffuse nella camera, così come il suo calore. Sorrisi.
<< Girati. >> Non me lo lasciai dire due volte. Diedi le spalle a Draco e lasciai che mi asciugasse i capelli. La sensazione delle sue dita tra le ciocche, mista al tepore dell'aria che il Phon emanava, mi mise addosso tanta tranquillità che quasi finii per addormentarmi.
<< Hai dei capelli davvero morbidi. >> Draco mi accarezzò la nuca, soffermandosi sulle ciocche più lunghe, facendomi rabbrividire.
Mi voltai verso di lui, sorridendo. << Dovresti smetterla di farmi i complimenti. Finirò per montarmi la testa. >> Lo rimproverai bonariamente. Lui alzò gli occhi al cielo. Spense il Phon e si sedette più comodo al centro del letto, incrociando le gambe. Feci lo stesso, mettendomi di fronte a lui. << Allora, cosa vuoi sapere? Potrei partire da quando sono nato, ma la cosa sarebbe abbastanza noiosa.>> Annunciai, cercando di essere il più sereno possibile.
<< Qualsiasi cosa ti riguardi è tutto fuorché noiosa. >> Rispose lui, tranquillo.
Rimasi in silenzio qualche attimo, respirando a fondo, e mettendo in ordine i pensieri. Draco mi mise una mano sulla gamba.
<< So di averti messo pressione, ma se non vuoi, non devi dirmi niente.>> Mi rassicurò. E furono proprio quelle parole a convincermi a parlare. Draco e Pansy mi avevano raccontato delle loro vite senza che io nemmeno lo chiedessi loro, era il momento di ricambiare.
<< Beh, dei miei genitori biologici non so molto. I miei zii mi hanno detto che sono morti in un incidente stradale quando ero piccolo. La casualità volle che fu proprio mio zio, essendo un poliziotto,ad intervenire per primo.
Essendo gli unici parenti della mia famiglia, poi, si sono dovuti addossare loro la mia custodia. Non ho mai visto una loro foto in casa o saputo qualcosa di concreto. Ai miei zii non sono mai piaciute le mie origini. Credo che all'inizio abbiano provato a trattarmi normalmente, ma più il tempo passava, più la zia mi diceva che ero uguale a mia madre. Credo che questo li abbia allontanati. La mia presenza gli ricordava quella dei miei genitori, e mi rendeva indesiderato.>> Cominciai a raccontare. Draco tirò fuori un pacchetto di sigarette e me ne porse una. Sorrisi, accettandola.
Respirare il fumo mi rendeva meno nervoso, doveva essersene ricordato.
<< Quando avevo quattordici anni, un ragazzo più grande mi chiese di aiutarlo con un "servizio". Non sapevo di cosa si trattava, ma lui mi aveva offerto dei soldi, così accettai. >> Continuai. I ricordi vorticavano furiosi nella mia testa, presi un altro tiro dalla sigaretta.
<< Si rivelò essere la distribuzione di una partita di droga per uno dei licei vicino al mio.>> Confessai. Adesso provavo persino più vergogna di quanta ne avessi provata all'epoca.
Tenni lo sguardo basso, intimorito dal giudizio di Draco. << Nessuno avrebbe sospettato di un moccioso. E, infatti, gli affari andarono tanto bene da farmi entrare nelle grazie di uno dei capobanda dei Tassorosso. Una delle bande più potenti della mia città. Credevo che stare con loro mi rendesse più libero. Il solo mettermi con i "nemici" di mio zio, mi creava una specie di eccitazione febbrile. Ma non capivo che era solo un'altro cappio al collo. Continuavo a scappare e a scappare.>> Cercai di riprendere fiato, accorgendomi di esserne a corto.
<< Non deve essere stato facile. >> Le parole di Draco, mirate a tirarmi su di morale, mi fecero sorridere, tristemente.
<< Non fingerti sorpreso, anche tu te la sei passata piuttosto male da piccolo.>> Feci ironico. Lui annuì, ridacchiando amaramente.
<<Proprio non riesci a non essere ironico, vero?>> Chiese, retorico. <<Sei peggio di Pan.>> Continuò poi, alzando gli occhi al cielo.
<< Peggio? Oh mio Dio è davvero terribile.>> Mi misi una mano sulla bocca, fingendomi scioccato. Lui sorrise di nuovo. Vederlo sorridere era così bello...
<< Avanti, continua. Non mi hai ancora spiegato come hai conosciuto i tuoi amici, e come sei finito rapito dai Grifondoro. >> Agitò una mano in aria, facendomi segno di andare avanti. Lo feci, continuando a fumare.
<< Ron ed Hermione erano i miei compagni di classe alle superiori. Il primo anno nessuno dei due provò ad avvicinarmi, ma a causa di una ricerca di gruppo, fummo costretti a collaborare durante il secondo anno. È così che abbiamo legato. Non me ne sono nemmeno accorto, ma un giorno mi sono svegliato e ho capito che loro ci sarebbero stati.>> Questa volta riuscii a sorridere sul serio, senza ironia o sarcasmo.
<< Per quanto riguarda i Grifondoro... non lo so nemmeno io. La sera che mi hanno preso, il mio capobanda mi aveva mandato a supervisionare l'arrivo di un corriere. Ho sentito uno sparo, e quando sono andato a vedere, ho trovato gli scagnozzi di Grifondoro. Mi hanno detto che avevano avuto una soffiata riguardo la mia presenza in quel luogo, e che cercavano proprio me. Il resto lo sai... >> Finii di raccontare. Non erano molte cose, ma era tutto ciò che sapevo. Draco annuì.
<< Pensi che siano loro a seguire i tuoi amici?>> Chiese, dando voce ai miei dubbi.
<< Potrebbero essere arrivati a loro, cercandomi dopo essere scappato con voi, sì. Ma la cosa non mi convince. Se hanno un minimo di intelletto, dovrebbero capire che essendo scappato con voi, ci sono maggiori probabilità che io sia qui.>> Ragionai.
<< La tua vecchia banda? >> Domandò, allora, Draco. Scossi la testa.
<< Non ho alcun debito o robe del genere con loro. Sarebbe improbabile. >> Sbuffai.
Poi il lampo di genio.
<< DD! >> Esclamai. Draco alzò un sopracciglio, confuso.
<< Quando sono stato rapito, Pansy mi ha detto di aver sentito che era stato lui a vendermi.>> Gli spiegai.
<< E chi sarebbe?>> Quella sì che era una bella domanda.
<< Credo proprio che mi toccherà scoprirlo.>> Mormorai.
<< Chiunque sia, io e Pansy ti daremo una mano a trovarlo. E proteggeremo insieme i tuoi amici.>> Draco mi porse la mano, chiedendomi implicitamente di stringerla.
Mi stava proponendo un'alleanza, ed io non ero sicuro di poterla rifiutare.
<< È la nostra scelta, eh? >>
La afferrai e la strinsi con sicurezza.
<< È la nostra scelta. >> Confermò, lui.


*Romanzo di Madeline Miller. E' un romanzo stupendo e consiglio a tutti di leggerlo. Credo che quella di Patroclo e Achille sia una delle storie d'amore più strazianti e belle di sempre. E questo romanzo unisce mitologia e sentimento in un modo assurdo. (Se lo avete letto fatemelo sapere)

Angolino Autrice:
Siiiiii due capitoli in un giornoooo!!
Non so come io abbia fatto, ma eccomi qui.
Siete felici? ❤️❤️❤️❤️
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Un bacione e alla prossima.

Surrender || Drarry (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora