<<C'era davvero bisogno che venissero anche loro?>> Sospirai, scuotendo la testa, con disappunto. Draco si strinse nelle spalle.
<<Ehi, che cosa ti aspettavi? Non avrai creduto di certo che rimanessimo al Manor con le mani in mano.>> Pansy, con le gambe accavallate e un milkshake tra le mani, mi fulminò con lo sguardo. Accanto a lei, Hermione e Ron annuirono. Erano passati diversi minuti da quando tutti loro erano entrati in casa, affollando la cucina di Cedric, ed io non avevo la più pallida idea di cosa fare.
Se il padrone di casa fosse ritornato in quel momento, e li avesse visti, non ero certo che li avrebbe accolti con la stessa pazienza che aveva riservato a Draco. Era infatti probabile, che già noi due stessimo mettendo a dura prova il suo umore traballante.
<<E poi noi saremmo comunque dovuti tornare qui, prima o poi.>> Commentò Hermione, giungendo in soccorso dell'altra ragazza. Sbuffai.
<<Avreste dovuto rimanere al Manor per due settimane, non due giorni.>> Mi lamentai ugualmente. Ron alzò gli occhi al cielo.
<<E che problema c'è. Potremmo sempre tornarci. >> Mi rimbeccò. Pansy sorrise, felice della presa di posizione del rosso. Io mi passai una mano tra i capelli, sconfitto.
<<Va bene, va bene. Capisco voi, ma lui?>> Indicai ferocemente Blaise, che fino a quel momento se ne era stato seduto buono e in silenzio dietro Ron, con il cellulare in mano, facendo chissà cosa. Tutti si voltarono verso di lui, mentre alzava lo sguardo verso di noi, sfacciatamente.
<<Non fate caso a me, io sono qui solo per Ron.>> Sbottò, beccandosi un pugno sul braccio dal diretto interessato, ed un'occhiataccia da parte mia.
<<Siete già arrivati a questi livelli?>> Borbottai a bassa voce.
<<Lascialo perdere Harry, è solo un chiacchierone.>> Si giustificò il rosso. <<Parliamo di cose serie. Per quale motivo sei tornato qui? Draco ha detto che hai qualcosa da risolvere...>> Continuò Ron, cercando di portare l'argomento il più lontano possibile da se stesso.
<<Infatti, Ron ha ragione. Cos'è che devi risolvere?>> Chiese la mora, interessata e curiosa.
Lanciai uno sguardo a Draco, domandandogli silenziosamente aiuto. Lui sbuffò.
<<Perché non cominciamo con l'andare a parlare in un altro posto?>> Suggerì, infastidito.
Ero certo, che come me, non fosse troppo felice del fatto che l'intero gruppo fosse emigrato per seguirci. Io scossi la testa.
<<Io non posso uscire, e voi non potete stare qui.>> Mi ribellai, frustrato. Pansy cercò di dire qualcosa, ma la bloccai prima che ne avesse l'occasione.
<<Ragazzi, dico sul serio. Non sto cercando di tenervi fuori dalla mia vita o di allontanarvi, ho già capito che è impossibile. Vorrei solo che per il momento vi fidaste di me.>> Dissi, guardandoli negli occhi, uno ad uno. Annuirono, anche se impercettibilmente.
<<Herm, puoi ospitare Pansy a casa tua? Ron, è inutile che io ti domandi di ospitare Blaise da te, presumo...>> Continuai, approfittando del fatto che mi stessero tutti ascoltando. Hermione arrossì, così come Ronald, la cui faccia divenne un'unica macchia rossa insieme ai capelli.
<<Credevo volessi che tornassimo al Manor.>> Mormorò. Scossi la testa.
<<So che non lo fareste a prescindere, quindi tanto vale assicurarmi che siate tutti al sicuro.>> Borbottai. Pansy aggrottò le sopracciglia.
<<Perché stai cercando di sistemare solo noi? Draco dove starà?>> Chiese, a metà tra l'offeso e il preoccupato. Fu il mio turno di arrossire.
<<Draco rimarrà con me. Conosce già tutta la situazione e...>> Non potei finire, perché Pansy stava già urlando, agitandosi sulla sua sedia.
<<Awwww avete fatto davvero tanti passi avanti! Prima i regali di Natale, poi la foto di stamattina, e adesso questo... Sono così felice!>> Gridò entusiasta. Alzai gli occhi al cielo.
<<Non è il momento di festeggiare la mia relazione con Harry, Pan.>> La frenò Draco, anche se nel frattempo stava sorridendo sornione, felice di poter parlare apertamente del nostro legame.
<<Infatti.>> Sospirai. <<Facciamo così. Draco vi accompagnerà e vi spiegherà tutto. Fate quello che volete, poi. Ci aggiorneremo sul resto.>> Conclusi.
In pochi minuti, quello che era stato un vivace dibattito, si spense per far posto al silenzio e alla pace della casa vuota. Sospirai, mentre guardavo le macchine dei miei amici allontanarsi dal vialetto, sperando che filasse tutto liscio. Draco non aveva nutrito dubbi verso le mie intenzioni, anzi, mi aveva pienamente appoggiato. Gli avevo parlato di Dudley, della proposta di Cormac e Cedric di denunciarlo, e del loro piano per scagionare tutti e mettere lui alle corde, e lui si era persino proposto di testimoniare a mio favore, confermando i miei alibi e la mia versione dei fatti. Non volevo metterlo in mezzo, ma lui mi aveva chiesto di pensarci, ed io lo avrei accontentato, lasciandogli il beneficio de dubbio.
I miei amici erano tutto un altro discorso. Sapevo che anche loro avrebbero voluto mettersi in mezzo alla faccenda, una volta scoperta, ed ero pienamente certo di non volerli rendere partecipi. Io e Draco avremmo cambiato città e ci saremmo rifugiati di nuovo al Manor, lontano dai Dursley e dalle loro cattiverie, ma per Ron ed Hermione non sarebbe stato lo stesso. Ero certo che se avessi permesso loro di intervenire, poi loro sarebbero stati soggetti a conseguenze ben più gravi di quelle che spettavano a me.
Nessuno avrebbe impedito ai miei zii di tediarli o rendere loro la vita spiacevole, quando io, Draco e Pansy ce ne saremmo andati e loro sarebbero rimasti da soli.
Andai in camera e mi lanciai sul letto sfatto, sbuffando. Quanto avrei voluto che tutto si risolvesse in un attimo, lasciandomi libero da tutte quelle catene che mi avevano sempre legato. Da quando ero arrivato al Manor, avevo sentito il peso del mondo togliersi dalle mie spalle, distribuito sulle salde fondamenta delle Serpi, e invece adesso ero chiuso nello stesso sconforto di sempre.
Presi il cellulare, che Draco mi aveva riportato, e decisi di scrivere qualche pensiero sulle note. Era un'abitudine che avevo preso chissà quando, anni prima, e della quale, adesso, non potevo più fare a meno.
Quando mi sentivo turbato, oppure euforico, triste o felice, avevo l'istinto ti tramutare le mie emozioni in parole e le fissavo su fogli di carta, o come in quel caso, sul mio telefono.
Non rileggevo mai quello che scrivevo, e spesso cancellavo tutto subito dopo averlo digitato, ma era comunque uno sfogo.
<<Me ne vado per meno di un'ora e cadi in depressione?>> Alzai lo sguardo.
Draco era appoggiato allo stipite della porta, con le braccia incrociate al petto, e lo sguardo ferito. Tirai su con il naso.
Non mi ero nemmeno reso conto di essermi messo a piangere.
<<Mi deve essere entrato qualcosa nell'occhio.>> Mi lamentai, asciugando le lacrime con la manica della maglietta.
Draco sbuffò, ma mi raggiunse ugualmente, sedendosi sul letto, al mio fianco, e passandomi un braccio dietro le spalle, in modo che mi appoggiassi a lui.
<<Che succede?>> Chiese. Scossi la testa.
<<Soliti dubbi esistenziali ai quali tu mi diresti di certo di non pensare. Quindi... cosa hanno detto gli altri di quello che sta succedendo?>> Mi affrettai a cambiare discorso. Non perché volessi nascondere i miei sentimenti a Draco, o fingermi forte, ma soltanto perché adesso, accanto a lui, tutti quelli che mi erano sembrati problemi insormontabili, parevano cose senza senso. Il biondo mi guardò, riflettendo per un attimo se fosse meglio rispondere oppure continuare a chiedermi cosa ci fosse che non andava, poi sospirò.
<<Sai come sono fatti. Hanno detto di voler testimoniare in tuo favore.>> Mi aggiornò.
<<Ho cercato di farli ragionare, e credo che alla fine abbiano ceduto e rinunciato.>> Continuò.
<<Wow, sul serio? Credevo ci sarebbero voluti giorni per convincere Pansy a starsene in disparte...>> Dissi, meravigliato. Draco mi bloccò.
<<Pansy? No, Harry. Ho convinto Ron ed Hermione a starsene in disparte. Con Pansy sarebbe impossibile anche solo provare.>> Disse velocemente, come a giustificarsi per lei.
Il sorriso che stava spuntando sul mio viso lasciò il posto ad una smorfia di frustrazione. Agitai una mano in aria con sufficienza, facendogli capire che non avevo intenzione di commentare, e che ci avremmo pensato più tardi, poi mi stesi sulle gambe di Draco, appoggiandomi al suo petto, e con il mento sulle mani, lo guardai quasi fosse un quadro in una galleria d'arte.
<<Perché mi fissi?>> Mormorò, un po' imbarazzato, un po' felice, scompigliandomi i capelli sulla testa. Ringhiai scherzosamente, mentre i ciuffi più corti uscivano fuori dal codino in cui li avevo legati, finendomi davanti agli occhi.
<<Non c'era bisogno di far calare il sipario.>> Sbuffai ironico, cominciando a soffiare verso l'alto, in modo che i ciuffi si spostassero, senza ottenere, però, i risultati sperati.
Draco ridacchiò, e prima che potessi attuare un qualsiasi piano per sbarazzarmi dei capelli ribelli, lui li mise dietro le mie orecchie, approfittando del gesto per accarezzarmi il viso, dandomi di nuovo la libertà di guardarlo.
Era bello come al solito, ed io non potevo fare a meno di pensare a quanto fossi grato a chiunque lo avesse fatto entrare nella mia vita.
<<Quando ero piccolo e ingenuo, credevo che tutti i bambini fossero come me. Che tutti i bambini avessero dei fratelli come Dudley e famiglie come la mia.>> Dissi ad un certo punto. <<Quando cominciai ad andare a scuola e a studiare, però, mi resi conto di sbagliarmi.>> Continuai. Gli occhi di Draco erano puntati nei miei. Ghiaccio nell'oceano in tempesta delle sue iridi. Provai a non perdermi dentro di essi, cercando il filo del discorso. <<Nella stanza di Dudley c'erano tanti giochi e tanti libri, ma ovviamente lui non usava e non leggeva nessuno di loro. Così un giorno rubai uno dei romanzi impolverati. Ricordo ancora di essermelo messo nella maglietta, tanto larga da coprirmi fino alle gambe, ed averlo nascosto sotto al mio letto. Ogni sera, quando tutti andarono a dormire, io ne leggevo un pezzo. Era la storia di un principessa, alla ricerca della libertà. Viveva chiusa in una torre, aspettando che il principe azzurro la salvasse.>> Ridacchiai.<< Ahh... pensai che fosse così stupida, e che se avesse davvero voluto, sarebbe scappata via dalla torre senza pensarci due volte, senza aspettare l'aiuto di nessuno. Lo pensai perché era esattamente quello che avrei fatto io al posto suo. Ero convinto che non ci fosse nessun eroe. Nessun principe in grado di salvare la principessa.>> Raccontai. Draco cominciò a disegnare piccoli cerchi sul mio braccio, distrattamente.
Avevo notato che era una cosa che faceva spesso, quando si rilassava, ed io non potevo che esserne felice. Mi faceva sentire importante, ed il solo fatto che lo facesse senza minimamente rendersene conto, lo rendeva persino migliore.
<<Adesso la pensi ancora allo stesso modo?>> Chiese, interessato. Io scossi leggermente la testa, accennando un sorriso.
<<Credo di essermi reso conto che fossi io lo stupido a pensare che la principessa ce l'avrebbe fatta da sola.>> Ammisi. <<Me ne sono reso conto nell'attimo in cui anche nella mia vita è comparso un principe azzurro.>> Sospirai, sincero. Draco sorrise.
<<Ah sì? E ti ha salvato dalla torre?>> Domandò, sfacciato. Scoppiai a ridere.
<<Sì, mi ha trascinato via dalla torre, in sella al suo fidato destriero a due ruote. Non l'ho mai nemmeno ringraziato per quello che ha fatto.>> Sussurrai.
<<I principi non hanno bisogno di ringraziamenti.>> Borbottò lui di rimando.
<<E di cosa hanno bisogno, allora?>> Domandai io. Non mi ero accorto di essermi avvicinato, ma adesso il mio viso era a pochi centimetri da quello di Draco.
<<Hanno bisogno di essere amati ogni giorno dalla principessa, e di vivere per sempre felici e contenti, proprio come nelle favole.>> Sembrava pienamente convinto delle sue parole, anche se nella mia testa risuonavano come promesse gridate al vento. Nessuno avrebbe potuto sapere cosa ci riservava il domani. Il per sempre era un tempo troppo lungo per poter essere controllato.
<<La principessa ama il principe con tutto il suo cuore, ma è stata chiusa nella torre per così tanto tempo, che non sa nemmeno più come comunicare o farglielo capire.>> Sorrisi tristemente. Lui annuì, tenendomi più stretto.
<<Va bene, così. Va bene.>> Sussurrò, quasi fosse una litania.
Restammo così, abbracciati l'uno all'altro, in silenzio, fino a quando Cedric non tornò a casa, chiamandoci a gran voce dall'ingresso.
Il resto della giornata, così come i giorni successivi, passò in un battito di ciglia: parlammo di ogni cosa, leggemmo diversi libri, e passammo un sacco di tempo insieme, senza far nulla.
Draco si prendeva cura di me come se lo avesse fatto per tutta vita, come se l'unico scopo della sua esistenza fosse sempre stato quello di stare al mio fianco. Compensava ogni mia mancanza, colmava ogni mia debolezza, e teneva testa ad ogni mio capriccio. Persino il giorno in cui andai a denunciare Dudley, lui si rivelò un perfetto accompagnatore: mitigò la mia ansia con la sua calma glaciale, restando alle mie spalle, come una guardia del corpo, e vegliando su di me.
Per tutto il tempo, alla stazione di Polizia, avevo avuto il timore che da un momento all'altro mio zio Vernon fosse spuntato davanti a me, minacciandomi per la salvaguardia di suo figlio, ma a parte un paio di domande dell'agente in servizio, che si assicurava che stessi parlando di Dudley Dursley, il figlio di Vernon, non ci fu nulla.
Da quella mattina, erano passati due giorni, ed anche se il nervosismo e l'agitazione mi avevano portato a saltare i pasti e a parlare di meno, mi sentivo più tranquillo, sapendo che i miei amici erano nei paraggi. Cedric aveva persino acconsentito a far passare loro qualche ora del pomeriggio in casa, facendomi promettere che se ne sarebbero andati via, prima del suo ritorno. Così adesso l'intera combriccola era nuovamente riunita nel suo salotto, allegra come al solito.
<<Il mare qui è davvero stupendo.>> Pansy, afferrando il suo cellulare dalla tasca, me lo mise davanti agli occhi, costringendomi a guardare le mille foto che aveva scattato dalla veranda di Hermione alle onde azzurre del mare. Draco, al mio fianco, sospirò.
<<Anche io avrei voluto vederlo.>> Mormorò a bassa voce, forse credendo che nessuno gli stesse prestando attenzione. Mi voltai verso di lui, e gli strinsi la mano nella mia, con dolcezza.
<<Ti porterò in spiaggia non appena ne avremo la possibilità. Te lo prometto.>> Gli sussurrai di rimando, affacciandomi verso il suo orecchio.
<<Awwww, siete diventati così dolci. Harry, davvero sei così stupido che ti ci vogliono degli eventi catastrofici per aprirti un po'?>> Mi prese in giro Pansy, approfittando del fatto che avesse il telefono in mano, per scattare a me e Draco un paio di foto. Alzai gli occhi al cielo.
<<E anche se fosse? L'importante è che mi sia aperto, no?>> Brontolai, ammettendo le mie colpe. Ron ridacchiò, mentre Blaise al suo fianco faceva finta di non intromettersi nelle nostre conversazioni, guardando un punto indefinito della camera, distrattamente. Diedi una gomitata a Draco, indicandoglielo con il mento. Lui si strinse nelle spalle.
Davvero avremmo dovuto passare tutto il tempo ad evitarlo? Certo, non ci eravamo mai stati simpatici l'un l'altro, ma adesso che aveva espresso il suo interesse verso il mio migliore amico, si supponeva che avremmo dovuto trascorrere più tempo insieme. Se non per lui, avrei dovuto fare uno sforzo per Ron. Non volevo farlo sentire a disagio.
<<Voi ragazzi? Come sta andando la vostra luna di miele anticipata?>> Provai a dire, allora, sorridendo gentilmente a Blaise. Ron mi guardò per un istante, poi si illuminò felice. Mi conosceva abbastanza da sapere che quello era il mio modo di accettare Blaise come parte del gruppo, mettendo da parte le mie antipatie.
<<Più che luna di miele è un po' un pellegrinaggio.>> Mormorò Ron, scoppiando a ridere.
Blaise, accanto a lui, si smosse dalla sua posizione, fulminandolo brevemente con lo sguardo.
<<Un pellegrinaggio? Non è colpa mia se sei un malato di sesso. Non ce la faccio a stare al passo con te...>> Si lamentò, facendo ridere l'intero gruppo.
<<Mai parole furono più vere.>> Si unì Hermione. Spalancai gli occhi, sorpreso dalla sua uscita. Non credevo che scherzare sulla sua "relazione" passata con Ronald fosse nelle sue corde, e invece...
<<Herm!>> Pansy, scioccata, le diede un buffetto sulla spalla, fingendosi offesa. <<Non ti sembra ineducato commentare le sue prestazioni sessuali davanti a me?>> Continuò. Hermione si strinse nelle spalle, attirando l'altra ragazza tra le sue braccia.
<<Forza non fare finta che tu non conosca già tutti i dettagli.>> La sgridò. Questa volta ad essere scioccato fu Ron, il cui viso divenne un tutt'uno con i capelli ramati.
<<Le hai raccontato delle nostre scopate?>> Urlò.
<<Voi due scopavate?>> Si intromise Blaise.
Guardai Draco, cercando di non ridere, mentre la situazione cominciava a degenerare.
<<Visto? Non siamo noi la coppia più complicata.>> Commentò, facendomi sorridere.
<<Se fosse stato per me, saremmo stati anche peggio. Ma tu sai troppo bene come prendermi. E' grazie a te che stiamo bene.>> Confessai, a bassa voce. Cosa del tutto inutile dato che tutti avevano preso a discutere a voce tanto alta da coprire ogni altro rumore.
<<Sul serio Herm, avresti potuto risparmiartelo.>> Stava dicendo Ron.
<<Ne stai facendo una questione di stato, Ronald, sul serio non mi ha detto niente di che... più che altro mi ha dato prova delle sue capacità fisiche.>> Sbottò Pansy, cercando di proteggere il buon nome di Hermione, senza ottenere particolari risultati.
<<Adesso basta. Tutti quanti.>> La mia voce risuonò tanto forte da bloccare i miei amici, che presero a guardarmi, quasi si fossero dimenticati di dove fossero o con chi fossero. <<State davvero discutendo su una cosa stupida. Ron ha scopato con Hermione, Hermione ha scopato con Pan, Blaise ha scopato con Ron e tutti siamo felici, okay?>> Continuai, alzando gli occhi al cielo. Draco trattenne una risata.
<<Non avrai dimenticato qualcuno?>> Sussurrò, fingendo un colpo di tosse. Arrossii.
<<E io ho scopato con Draco, okay okay. Adesso che abbiamo chiarito i nostri legami sessuali, possiamo calmarci e cambiare argomento, per favore?>> Dissi alla fine.
La mia "confessione" fu ben accolta, e ben presto io e Draco fummo il fulcro della conversazione, distraendo l'intero gruppo dalla lite insensata che si era venuta a creare poco prima.
<<Mi chiedo cosa stiano facendo i bambini.>> Borbottai ad un certo punto, quando finalmente le domande su quella che Pansy aveva ormai ribattezzato come la "Drarry", erano sfumate, facendo calare la stanza in un pacifico e tranquillo silenzio.
Il sole era ormai tramontato da un po', e l'orologio segnava le sette. Cedric sarebbe tornato tra meno di un'ora. Sospirai.
<<Uh, me ne stavo per dimenticare. Bellatrix mi ha mandato questo video proprio stamattina.>> Pansy si alzò dal suo posto, per affiancarmi, e mostrarmi nuovamente il suo cellulare.
Questa volta sullo schermo non c'era alcuna foto della spiaggia che conoscevo alla perfezione, ma un video dei bambini. Un minuto intero di urla e di baci volanti, al quale per poco non mi misi a piangere. Da Astrid ad Axel tutti mostrarono i propri quaderni pieni di esercizi e comunicarono il proprio dispiacere per non avermi con loro. Non sapevo cosa Bellatrix avesse detto loro per giustificare la mia assenza, ma ero felice che non si fossero dimenticati di me.
Era davvero così strano. A quei bambini mancavo esattamente come loro mancavano a me. Chissà perché quella certezza mi fece saltare un battito del cuore.
Mi sentivo più amato di quanto non mi fossi mai sentito nella mia intera vita, e continuava ad essere ogni giorno una sensazione meravigliosa e spaventosa, alla quale sapevo con assoluta sicurezza di non poter fare più a meno.
Concentrato sul video, che rimandai indietro un paio di volte, non mi accorsi del rumore della porta principale, fino a quando Cedric non fu in piedi accanto al divano.
<<Potter.>> Sibilò, serio. Il suo sguardo era fisso su di me, quasi come se la camera fosse completamente vuota a parte la mia presenza.
<<Cedric. Pensavo saresti tornato più tardi. Mi dispiace che siano tutti ancora qui... io...>> Mi alzai, provando a giustificarmi in qualche modo, ma lui mi bloccò, scuotendo la testa.
<<Non mi importa se i tuoi amici sono ancora qui.>> Sospirò.
<<Allora cosa succede?>> Chiesi, io, aggrottando le sopracciglia. Era chiaro che ci fosse qualcosa che lo turbasse, perché per quanto fosse sempre un tipo non molto allegro, era raro vederlo così serio, se non quando si trattava di affari.
Lui indicò fuori dalla porta, dove i fari di una macchina puntavano dritti verso di noi.
<<Abbiamo un problema.>> Disse semplicemente.
Draco fece per alzarsi dal divano, ma io glielo impedii.
<<Rimanete qui.>> Dissi, guardandoli tutti. <<Per favore.>> Continuai, prima di uscire dal salotto e chiudere la porta alle mie spalle.
I fari della macchina si spensero. Sentii due sportelli sbattere, poi i passi di qualcuno avvicinarsi. Mi costrinsi a calmarmi. Qualsiasi cosa sarebbe successa di lì a poco, i miei amici erano nell'altra stanza. Niente e nessuno avrebbe potuto farmi del male. Al contrario, ero io che avrei dovuto proteggere loro. I secondi si estesero e si dilatarono, e nella mia testa sembrarono quasi un'eternità, prima che i miei occhi si scontrassero con quello che era ''il problema''.
Gli occhi freddi e severi di mio zio erano furenti di rabbia, insieme a quelli tristi e disgustati di mia zia. Insieme si avvicinarono, entrando in casa, con una tale espressione da farmi rabbrividire. Feci d'istinto un passo indietro, trovandomi spalla contro spalla a Cedric, che intuendo il mio stato d'animo, ne accennò uno in avanti, come a proteggermi.
<<Allora sei ancora vivo, dopotutto.>> Zio Vernon quasi sputò a terra quelle parole.
<<Mi dispiace di avervi deluso.>> Mormorai io, sofferente. Mia zia sbuffò.
<<Oh, ti dispiace? Se ti fosse dispiaciuto sul serio non saresti qui, adesso. Saresti rimasto nell'antro buio dove ti sei rintanato fino ad ora.>> Mi riprese, con voce piatta e melliflua.
Strinsi i denti.Angolo dell'autrice:
Ehiiiilaaaaa sono tornata, Leoncini. Non mi ammazzate, ultimamente sono veramente poco ispirata 🥺👉🏻👈🏻.
Coooomunque spero che il capitolo vi sia piaciuto ugualmente e aspetto come sempre un vostro parere.
Un bacione e alla prossima ❤️❤️Domandina del giorno:
Vi piacerebbe un capitolo speciale con tutti i post dei protagonisti su instagram??
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Surrender || Drarry (in revisione)
Fiksi Penggemar[...] Bloccai lo schermo e misi il cellulare in tasca, mettendo la mano sulla pistola. La sigaretta mi cadde dalle labbra e finì per terra. La lasciai dov'era, avviandomi verso la fonte del rumore. Non c'erano dubbi. Era stato uno sparo. [...] "No...