20° CAPITOLO

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                                       "Tu sei ossigeno
                                         tu sei vita"

La signora Ferri, seduta aspettava il nostro ritorno, aveva lo sguardo assente e sul suo volto i segni della stanchezza, vederla in quello stato mi faceva male.
L'avevo conosciuta come una donna forte, capace di reggere e sopportare il mondo intero e adesso sembrava così fragile e vulnerabile.

"Signora, non mi piace vederla in
questo stato, adesso provi a pensare
che tra poco potrà riabbracciare  
Alessio"

"Hai ragione, ma mi manca mio
marito, lui avrebbe saputo gestire 
tutto questo in maniera migliore 
della mia, non credo di esserne più in 
grado"
"Io capisco come lei possa sentirsi, ma 
sbaglia, lei è una delle persone più
forti che io abbia mai conosciuto e
suo marito non potrebbe esserne più
fiero.
Ha due figli bellissimi, questo
dovrebbe darle la forza, per quanto
riguarda Christian, capirà"
"Piccola mia, grazie ed hai ragione
Christian capirà o sarà suo fratello a
farlo ragionare"

Insieme ci avvicinammo a quella parete fatta di vetri che ci separava da Alessio e da quella dannata stanza di terapia intensiva.
Ferme lì ad osservare con attenzione ogni movimento di Andrea, che dopo qualche attimo la sua bocca si distese in un meraviglioso sorriso, questo voleva significare che Alessio aveva riaperto gli occhi.
Qualcosa non andava era agitato e continuava a tossire, ed io iniziai a preoccuparmi.
Il primario lo invitò a calmarsi, poi tolse via lo schoch che fermava il tubo che aveva in gola e poi sfilò via anche quello, vedendo ciò mi tranquillizzai perché stava a significare che riusciva a respirare senza alcuno aiuto.

I due iniziarono a chiacchierare, Ale sembrava esser sereno, sorrideva e spesso annuiva, avrei tanto voluto sapere quali fossero i loro discorsi.
Dopo minuti che sembravano ore, Alessio finalmente girò il capo alla sua sinistra e anche se distanti riuscì a trovare i miei occhi, quegli occhi di cui mi ero innamorata adesso erano di nuovo fissi su i miei, la sua luce riusciva a illuminare la parte più buia e nascosta del mio cuore.

Dopo qualche minuto intenso le sue labbra si distesero in un meraviglioso sorriso facendo si che il mio cuore ritrovasse quel battito che credevo di aver perso ormai da un po'.
Il tempo continuava a scorrere lento mentre loro due continuavano a parlare e a me sembrava di impazzire.
Volevo che fosse la madre ad entrare per prima ma fu inutile.

Andrea uscì da lì dentro e ci raggiunse, io agitata provai a sistemare il mio aspetto per rendermi almeno presentabile ma ottenni scarsi risultati, sul mio viso i segni di una stanchezza che mi portavo da giorni ed in più la vitiligine sempre più evidente.

"Lara, sei pronta ti aiuto ad indossare
tutto l'occorrente sterilizzato."

Annuii e prima che legasse la mia mascherina

"Posso sapere che ti prende?"
"Nulla, ma senza il mio cappellino mi
sento a disagio"
"Disagio? Credo che il tuo problema
sia solo quello di non poter
nascondere la tua vitiligine"
"Anche se fosse?"
"Non ci sarebbe alcun problema, ma
devi capire che lui ti ama così, 
quando ti entrerà in testa? Immagino 
che ti avrà vista mille volte non vedo
il problema"
"Tu non capisci, tutto è tornato al
punto di partenza comprese le mie
insicurezze."

Senza aggiungere altro legò la mia mascherina è subito dopo oltrepassò
per primo la porta e poi mi invitò ad entrare.

"Ciao, bentornato nel mondo dei vivi,
mi sei mancato"
"Anche tu mi sei mancata, ma dimmi
da quanto tempo non dormi?"
"Ecco il mio dottore, comunque
diciamo che a mala pena riposo"
"Potresti guardarmi per favore?"

Every breath you take ( Sequel Di "Le Sfaccettature dell'amore" ) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora