12° CAPITOLO

396 52 14
                                    

                       " La danze è il linguaggio
                          nascosto dell'anima"

I giorni anche se lenti continuavano a passare ed il nostro rapporto sembrava andare meglio, la promessa era stata quella di provarci e andare avanti ed era quello che grosso modo stavamo facendo.

Trascorrevamo la maggior parte della giornate al telefono, tra SMS e lunghe telefonate, per tenere impegnata la mente avevo riempito le giornate ma ciò che mi aiutava a svuotare completamente la mente era il ballo  una poesia in cui ogni parola diventava un movimento come il tango.

Nei giorni successivi avevo notato la sua assenza in alcune ore della giornata, volevo sapere dove fosse o cosa facesse ma le mie continue domande e pressioni portavano solo litigi dai quali uscirne era impossibile.

Il tanto atteso giorno dell'esibizione era arrivato, avevo sempre considerato questa danza, come danza dell'amore ma il mio insegnante mi aveva aperto un modo sul significato.
Il tango sì dai tempi lontani era considerata più una danza del dolore,  i cui colori riflettono l'immagine più bella dell'armonia, una danza significativa che esprime il conflitto tra l'uomo e la donna, dove l'uomo è il cacciatore e la donna la sua preda che resiste costantemente.

Il tango un amore senza speranza, un turbine di emozioni contrastanti come la sofferenza,il desiderio, la passione mischiata alla rabbia.
Questo sapere mi fu molto utile nell'esprimermi.

Il pomeriggio prima dell'esibizione avevo avuto una lunga conversazione con Alessio finita in un lutigio per la sua folle gelosia.

Alle 20 ero pronta, avevo indossato un vestitino bianco e una scarpa adatta nera, avevo deciso di tenere i capelli slegati, ferma davanti allo specchio osservavo la mia immagine riflessa che mi piaceva sempre meno, ormai il contorno dei miei occhi aveva perso i pigmenti del colore lasciando spazio alla vitiligine, come nelle mani, ormai mi sentivo come una delle cartine geografiche di Alviero Martini. Davanti a quell'immagine una lacrima scese giù dal mio viso ed io prontamente coprii con la maschera che copriva la parte superiore del mio viso.

In auto esternai al mio migliore amico un po' di dubbi che mi tormentavano

"Ro, non sono più così sicura di
esibirmi, non voglio che nessuno mi
tocchi, a meno che non  sia tu a
ballare con me"
"Lara, non devi avere nessun timore,
nessuno può farti del male"
"Non è questo, ho una strana
sensazione"

Arrivati alla scuola di ballo, la sala era già piena di gente e per i miei gusti anche troppa, da li iniziò a martellarmi nel petto una strana ansia mista ad un nervosismo poco piacevole, da lì il prurito alle mani.

C'era sempre più gente, eppure tra tutta quella gente avevo come la sensazione che qualcuno mi osservasse e non mi sbagliai, infatti tra la folla incontrai due occhi a me famigliari che mi provocarono uno strano sussulto al cuore.
Impossibile non notare così tanta bellezza, un uomo alto,possente, con delle grandi spalle e sotto la sua camicia potevo intravedere i suoi addominali perfetti, portava i capelli indietro raccolti da un piccolissimo codino ed in fine una maschera nera spruzzata d'argento che copriva l'intero volto tranne gli occhi,  le labbra perfette e carnose, ma chi era quest'uomo misterioso? I nostri occhi incastrati, io dentro avevo un turbine di emozioni, eppure la sua luce e il modo in cui mi guardava mi riportava ad Alessio, ma sapevo che era impossibile.

Tutto era pronto, tranne io, dopo un lungo respiro mi avvicinai alle altre allieve e lui fece lo stesso ,sembrava che seguisse i miei movimenti ed in quel preciso momento il mio cuore che aveva smesso di battere riprese a farlo, era come se fosse tornato al proprio posto e sembrava volesse scoppiare.

Every breath you take ( Sequel Di "Le Sfaccettature dell'amore" ) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora