21° CAPITOLO (LARA)

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                   " Empatia: significa sentire
                      la felicità ed il dolore
                      dell'altro.
                     Sentirlo nella propria    
                     pelle e nelle ossa"

Finalmente dopo mesi di notti insonne, ero riuscita a dormire ormai era risaputo che  le sue braccia erano la mia casa, la cura ai miei mali o meglio l'antidoto.
Il continuo bisbigliare di Alessio e Andrea mi svegliarono, ero coperta da un lenzuolo, con gli occhi ancora socchiusi li osservai per qualche istante e mi parve di vedere me ed il mio migliore amico.

"Buon giorno, ti abbiamo svegliata?"
"No, ma avresti dovuto farlo"
"Non ne vedevo il motivo, il primario
tornerà tra un po' per un controllo
insieme a dei specializzandi"

A quelle parole scattai dal letto ed imbranata com'ero inciampai sul lenzuolo che mi copriva e per poco non mi ruppi l'osso del collo.
Riacquistato l'equilibrio in completo imbarazzo mi chiusi in bagno, ma potevo sentire comunque le loro risate.

Dopo aver sciacquato il viso e lavato i denti, slegai i capelli, truccai il viso e dopo aver indossato un leggins e una maglia tornai da quei due simpaticoni.

"Sono contenta di essere riuscita ad
intrattenervi."
"Dai, lo sai che è stato divertente"
"Un po' lo è stato, comunque siete
stati poco carini"

Alessio sorrideva ancora molto divertito, Andrea abbassò lo sguardo poco dopo bussarono alla porta da dove fecero il loro ingresso i due specializzandi.

"Buon giorno capo"
"Ragazzi buon giorno, iniziamo."

Uno dei due iniziò ad illustrare il quadro clinico di Alessio in maniera dettagliata, l'altro specializzando era assente e disinteressato, continuava a rivolgere le sue attenzioni a me, mettendomi in imbarazzo e facendo innervosire parecchio Alessio.

"De Luca, continui lei"
"Scusi ero distratto"
"Scusa, hai detto distratto? Sai che una
distrazione potrebbe mettere a 
rischio la vita del paziente? Un
medico o meglio futuro medico, non
può concedersi il lusso di essere
distratto da una bella ragazza, inizio
a dubitare della tue capacità "
"Ammetto di non aver scusanti, ma
voler diventare medico non esclude
l'essere uomo"

L'aria era diventata pesante, così con una scusa uscii da quella stanza sfiorando prima le labbra del mio uomo rosso dalla gelosia.
Uscita da lì non riuscivo a capacitarmi del fatto come riuscissi a trovarmi sempre in situazioni così assurde.

Un caffè era l'unica cosa di cui avevo bisogno, così dopo aver letto con cura tutto ciò che il distributore automatico offriva, mi accorsi di non essere sola.

"Ciao, posso offrirti un caffè?"

mi chiese lo specializzando sbruffone

"No, non ne vedo alcun motivo"
"Mi scuso per la scenata di prima, non
sarebbe dovuta andare così"
"Non doveva proprio succedere, i
medici piacioni sono sempre stati
squallidi a mio avviso, un medico
deve sempre essere serio e
professionale e cosa importante deve
riuscire a mettere a proprio agio i
pazineti e non credo che tu ne sia
capace."
"Libera di pensare ciò che vuoi, avrei
solo voluto che le presentazioni
fossero andate in maniera diversa,
ma possiamo sempre rimediare"
"La tua arroganza non mi è nuova,
inoltre sono innamorata pazza del
mio uomo, ma in caso contrario non
sarebbe cambiato nulla"
"Dimmi solo il tuo nome"
"No, adesso va via che  inizi ad
infastidirmi"
"De Luca, hai sentito? Adesso torna al
tuo lavoro o non avrai più neanche
quello"
"Vado, ma non credo che lei possa
farlo"
"Non sfidarmi, ti assicuro che a
rimetterci qualcosa quello saresti tu"

Every breath you take ( Sequel Di "Le Sfaccettature dell'amore" ) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora