15° CAPITOLO ( Alessio )

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La vita: una giostra in continuo movimento.
A volte sale, poi scende, a volte va veloce e altre rallenta tutto da provare , affrontare e accettare, l'importante e non fermarsi mai e andare avanti.

Per colpa delle mie scelte ero disteso su un lettino di ospedale.
Il mio amico Andrea primario del reparto di chirurgia era professionalmente molto simile a me e quindi convincerlo sapevo che sarebbe stata un' impresa quasi impossibile.
Sapevo che il mio comportamento era poco professionale, ma dovevo parlare da solo con lei.
Aspettavo che arrivasse e nel frattempo
chiusi gli occhi e lei arrivò, avvertii la sua presenza, il suo profumo che riempiva i miei polmoni, ed ero certo che mi stesse osservando, a lei piaceva farlo e a me non dispiaceva.

"Lara entra, vieni accanto a me "

In silenzio fece ciò che gli chiesi, non parlava è questo era decisamente un brutto segno, dai suoi movimenti e atteggiamenti non fu difficile capire quanto fosse spaventata.
Finalmente alzò lo sguardo e quando i nostri occhi si trovarono in un attimo lessi il suo dolore, la sua rabbia, la sua delusione e cosa peggiore vedere come si sentisse responsabile di tutto.

Pur rimanendo in silenzio era riuscito a dirmi molto piu di mille parole.
Quella stanza era carica di ogni tipo di emozione che fecero si che il mio cuore tremasse.
Mi soffermai a guardare quanto fosse bella, era cambiata, era più decisa
determinata, ma ancora odiava se stessa e la sua vitiligine, e a suo modo provava
a farsi scudo con uno dei suoi cappellini.

" Alessio, vorrei tanto che tutto questo
fosse solo un brutto incubo, ma so
che non è così, quindi ti prego
spiegami "

"Io volevo evitarti tutto questo
dannazione "
"In che modo? Tenendomi all'oscuro
di tutto? "
"Volevo solo che tutto non andasse 
così "
"Volevi ? Non doveva? Ale non puoi
sempre programmare ogni cosa, la
vita va vissuta no programmata "
"Pensi che sia una colpa provare ad
avere tutto o quasi sotto controllo?
Comunque il punto non è questo,
puoi ascoltare quello che ho da
dire? "

Con un cenno del capo annuì, adesso sarebbe arrivata la parte più difficile, abbattere ogni muro, azzerare ogni cosa e ricominciare.

"Lara, credo che tu mi abbia
idealizzato, hai sempre creduto di
avere al tuo fianco l' uomo perfetto,
ma non è così, io non sono perfetto,
non lo sono mai stato.
Quando è morto mio padre, mi sono 
fatto carico di ogni cosa, ma il dolore
mi ha sopraffatto, e con lui è andata
via anche una parte di me.
Nonostante tutto, ho mantenuto le
mie promesse ma le cose non vanno
mai come vorremo."

Stanco, avevo bisogno di una pausa e riprendere fiato dal momento che i dolori erano sempre meno sopportabili.

"Basta, hai bisogno di riposare,
avremmo tempo e modo per il resto. "
"Sto bene, riesco a parlare "
"Stai bene? Come puoi dire una cosa
simile, guardaci, guardati, e andato
tutto a rotoli ed è solo colpa mia."
"Le mie scelte non posso essere tue 
colpe. Ascoltami, la vita è
imprevedibile, ci sono cose che ti
cerchi e altre che ti vengono a 
cercare non siamo noi a sceglierle e
spesso non le vorremmo, ma
arrivano e dopo non si è più uguali.
Le soluzioni sono due:
o scappare e lasciarsi tutto alle spalle
o fermarsi e affrontarle, ma
qualunque scelta si faccia nel bene o
nel male ci cambia "
"Pensi che non lo sappia, ho passato
un anno d'inferno ed ogni cosa mi ha
cambiata, ma tu sei stato il mio punto
di riferimento, non posso dire lo
stesso "
"E del mio passato che parlo, e se
avessimo avuto più tempo te ne avrei
parlato, ma tutto e finito troppo in
fretta ed il passato è tornato a
bussare ed io lo lasciato entrare "
"Cosa hai lasciato entrare? una 
donna?"
"O mio dio, no! Lasciami finire "
"Provai a sfogare il mio dolore in  
palestra, li ho conosciuto Andrea che
con il tempo e diventato la mia
persona , il mio migliore amico, lui
mi conosce come nessun altro "
"Ti prego, arriva al dunque per i
dettagli ci sarà tempo "
"Bene, più tempo passavo in palestra
più diventavo bravo, la mia bravura
è stata attensionata da una persona
poco raccomandabile, il proprietario
di un fight Club, dove non c'era
nessuna regola se non quella di
rimanere in piedi.
Quelle erano le mie tenebre dalle
quali uscirne era impossibile.
Guadagno molti soldi, e con quelli
pagavo i miei studi e non pesare così
su mia madre, o meglio la mia era
solo una scusa ma la verità era
un'altra, io avevo bisogno di tutto
quello "
"Alessio di cosa avevi bisogno "
"Avevo bisogno di sentire e provare
dolore e recarlo agli altri.
Uscirne non è stato facile, ma grazie
ad Andrea e mio fratello ci sono
riuscito.
Quell' esperienza mi ha fatto
diventare l' uomo freddo, distaccato
e controllato che hai conosciuto.
Poi nella mia vita il sole finalmente,
tu che sei riuscita ad abbattere tutti
i miei muri, poi tutto è andato a
puttane ed io non sono stato
abbastanza forte e uomo da resistere
e sono tornato al punto di partenza "
"Lara, non piangere, guardami!
dimmi hai paura di me? "
"Come potrei mai avere paura di te,
sono incazzata perché sono stata
egoista, ho solo pensato a me e
guarda come ti ho ridotto "
"Basta nessuno mi ha costretto lo vuoi
capire "
"Si ok, io avevo capito che portavi un
dolore dentro, avrei dovuto 
spronarti, provare a tirartelo fuori e 
provare insieme a superare tutto, ed 
invece sono scappata e ti ho lasciato
da solo, scusami devo andare fuori, 
mi manca l' aria "

Senza dire altro scappò via correndo, non potevo lasciarla andare, così staccai ogni ago dalle mie braccia, mi alzai sommerso dai dolori e uscii dalla stanza per andare a cercarla.

Every breath you take ( Sequel Di "Le Sfaccettature dell'amore" ) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora