10° CAPITOLO

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                           "Vivere e un po'come
                            perder tempo vivere e
                            sorridere dei guai,
                            cosi come non hai      
                            fatto mai e pensare      
                            che domani andrà
                            sempre meglio..."

Arrivata a casa, stanca e senza fiato mi piegai sulle ginocchia per cercare di recuperare le forze, mi madre preoccupata mi raggiunse

"Lara, che succede? Ross dov'è?"

Non risposi, piangevo disperata, era come se mi fossi svegliata da quel coma indotto con una nuova visione delle cose

"Ditemi che non è così, che il mio è
solo un brutto incubo, non ho
abbandonato l'unico uomo che mi
abbia mai amato "
"Ben tornata alla realtà, figlia mia" "Mamma, anche tu la pensi come
Ross? Come ad esempio che io non
abbia lottato abbastanza o meglio che
non abbiamo mai provato? E che lo
abbia fatto solo per la persona
sbagliata?"
"Sì, mi spiace so che non è il momento  
di essere schietti, ma mentire non
cambierebbe ciò che hai fatto"
"Ma non era questo il mio intento,
volevo solo che la mia vita incasinata
non interferisse con la sua"
"L'amore è sempre paziente, si
accettano i pregi, i difetti, si
condividono gioie e dolori, dalle
scelte alle conseguenze giuste o
sbagliate che siano, i problemi
bisogna affrontarli insieme e non
scappare da essi"
"Anche tu pensi che ho connesso un
errore ritornando a casa?"
"No, tu dovevi tornare a casa per
rimetterti in sesto, ma non condivido
la scelta che hai fatto, ti sei arresa 
senza nemmeno averci provato e
questo non è da te.
Pensare, o  immaginare ciò che
hai dovuto passare e stai passando è
impossibile,ma dovevi fare di tutto e
non lo hai fatto.
Sei nata è sempre stata una
combattente, quante volte sei caduta
e ti sei sempre rialzata più forte di
prima, capisco che questa volta
sarebbe stato più difficile e doloroso
ma insieme a te c'era lui "
"Come ho potuto mandare tutto a
puttane, la mia vita, i miei sogni,  
e Alessio.
Non ci credo sono caduta nella
trappola di Daniel cosa peggiore o
lasciato che vincesse"
"Credo di si, ma sei stata tu a
permettere tutto questo, forse la
paura, non lo so.."

Chiusa in camera ero consapevole del fatto di avere sbagliato tutto,ma adesso dovevo concentrarmi sulla parte più difficile, rialzarmi e riprendermi ciò che era mio, Alessio e la mia vita, non potevo ancora  piangermi addosso era arrivato il momento di reagire..
Avevo un estremo bisogno di parlare con lui, sentire la sua voce, ma ancora non avevo il coraggio di farlo così Provai con un sms
Un ciao come stati fu tutto quello che riuscii a scrivere e solo dopo aver premuto invio, sentii il cuore tornare di nuovo a battere forte, avevo paura che ignorasse il mio piccolo gesto, ed invece la risposta fu immediata, riuscendo così a dare a me anche se piccola ma sempre una speranza.

"CIAO A TE, TU COME STAI?"
"SAI CHE NON SOPPORTO QUANDO
AD UNA DOMANDA SI RISPONDE
CON UN ALTRA DOMANDA"
"AL MOMENTO NON HO RISPOSTA
MIGLIORE"

Quelle semplici parole riuscirono a gelare il mio cuore e la mia anima.

"Come biasimarti, non mi aspettavo
nulla, so di avere sbagliato, sono
stata egoista e testarda.
Scusami, lo so che avrei dovuto
combattere e provarci, ma non posso
tornare indietro e cambiare ciò che
ho fatto, ma posso provare a
rimediare e far si che il presente sia
diverso è migliore,
Ti amo e non posso fare a meno di te,
perdonami se puoi"

Al mio lungo messaggio nessuna risposta, quando sul display il suo nome continuava a lampeggiare, una chiamata,

"Ciao"
"Perchè piangi? prova a calmarti,
respira io sono qui"
"Stronzate, tu non sei qui ed è tutta
colpa mia"
"So di non essere li con te, ma posso e
voglio ascoltarti"
"Bene, dimmi cosa pensi di me? si
sincero! "
"Lo sono sempre stato, comunque
credo che tu sia stata egoista in
diverse circostanze e che tu abbia
peccato di presunzione scegliendo
per entrambi"
"Andando via si, sono stata egoista,
ma solo in questa occasione almeno
credo"
"No ti sbagli, ti ricordo che hai deciso
di passare l'estate chiusa in casa a
studiare, ma dimmi hai mai pensato
per un attimo a noi? no! Hai mollato,
sei scappata via, senza provarci
decidendo tu per entrambi.
Per lui sei andata in capo al mondo,
per noi no! "

Quelle parole non portavano a nulla di buono ma dovevo provarci comunque.

"Ale, ti prometto che farò qualunque  
cosa per riaverti nella mia vita, non  
rinuncerò a te! Sempre se tu lo 
vorrai"

Il tempo passava lentamente, inizia il mio corso di auto difesa, in questo modo passavo molto tempo in palestra, dividendomi tra gli esercizi di auto difesa e la boxe, questo mi aiutava molto a scaricare rabbia ed inoltre per quanto assurdo potesse sembrare grazie ad essa riuscivo a sentire più vicino a me Alessio, era come se riuscissi a sentire la sua anima.

Avevo impegnato ogni singolo minuto della giornata, passando dalla palestra, allo studio, al ballo, compreso il lavoro, il mio intento era quello di riuscire a tenere la mia testa impegnata, nonostante tutto questo, lui era sempre un pensiero costante. Con Alessio ci sentivamo tutti i giorni in maniera assidua.
La ripresa non fu affatto semplice,  decisa a rimettere a posto ogni cosa, chiamai Emily con la quale mi scusai ma lei non aveva bisogno di nulla, lei era speciale in tutto.

Ormai per tutti ero una stronza, fredda e senza filtri, una di quelle persone da evitare e a me andava bene così.
Ross e le mie sorelle erano diventati le mie ombre, purtroppo tra Mara e Ross le cose non andarono per il verso giusto, i due capirono che oltre ad una bella amicizia non poteva esserci altro.
Una delle tante sere prima di andare a lavoro mandai il mio solito messaggio, ma questa volta non ricevetti un messaggio come risposta, ma una chiamata, bastò la sua voce a provocarmi in una serie di scariche elettriche in tutto il corpo.

"Ciao"
"Ciao Rocki!"
"Spiritoso, qui l'unico Balboa sei tu"
"Acida dove vai?"
"Vado a lavoro"
"Lavoro? Se così può chiamarsi,
dimmi un po 'avete una divisa?"
"Vuoi sapere cosa indosso?"
"Quante storie vuoi dirmelo oppure
no?"
"Indosso un leggins, una maglia lunga
mono spalla e uno dei miei
cappellini"

Non disse nulla, dopo un lungo respiro quasi come un voler calmare la sua gelosia riattaccò con una scusa, era geloso e possessivo e la distanza aumentava ancora di più tutto questo e a me non dispiaceva.

Nonostante riuscissi a mascherare il mio stato d'animo, mi sentivo sempre più sola e vuota, sempre nervosa, mi sentivo una bomba ad orologeria pronta ad esplodere, tutto questo dava libero sfogo alla mia vitiligine sempre più evidente continuava ad espandersi, ma non era quello più un problema per me, il problema era il continuo prurito che avevo sulle mani, che riuscivo a far sanguinare.

Every breath you take ( Sequel Di "Le Sfaccettature dell'amore" ) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora