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Ci risiamo, oggi ricomincia la scuola.

Quinto ed ultimo anno di superiori. Praticamente un sogno.

Già mi manca l'estate, l'odore del caffè della mattina, il sole sulla pelle, la musica alta delle feste, lo spirito estivo che ti porta a vivere meglio le giornate, anche se non sono chissà quanto produttive.

Sono vestita e profumata, pronta per quest'ultimo percorso scolastico, non vedo l'ora di prendere l'attesissimo diploma. Ho rischiato più volte di essere bocciata, diciamo che lo stare ferma in un banco per mattinate intere non è mai stato il mio forte, tanto meno studiare: mai stato un mio grande hobby.

Mi sistemo i capelli allo specchio dandogli una spazzolata, si sono allungati molto in questi ultimi tre mesi, l'effetto del sole mi piace, perché sono castano scuro e il sole li ha leggermente schiariti.

Decido di contornare i miei occhi color nocciola con una matita nera, applicare un filo di mascara e un lucidalabbra alla ciliegia: sinceramente per andare a scuola non mi va di truccarmi come mi trucco per uscire, per fare serate. Alla fine stiamo parlando di scuola, non di una grande sfilata di moda a Milano.

Afferro il mio zaino e mi affretto ad uscire di casa dopo aver recuperato un paio di gocciole dalla cucina, ho fame, tanta, ma se mi mettessi a mangiare ora, credo che finirei per ora di pranzo e salterei per giunta il primo giorno di scuola.

Io e il cibo siamo una cosa sola, sono sempre stata attaccata al mangiare di continuo. Fin da bambina.

Ricordo infatti che da piccola ero in sovrappeso, poi seguendo una dieta alimentare, persi diversi chili, arrivando ad un peso normale e buono per la mia statura: sono bassa, potevo averli almeno cinque centimetri in più.

Saluto Ciro, nonché mio vicino di casa e migliore amico dalla nascita, salgo nella sua auto e ci rechiamo verso scuola.

Io e lui abbiamo sempre avuto un bellissimo rapporto, non abbiamo quasi mai litigato. Qualche battibecco c'è stato, ma è normale, nessun rapporto umano è perfetto perché alla fine siamo proprio noi persone ad essere imperfette.

Ci vogliamo un bene dell'anima, per me è come il fratello che non ho mai avuto, mi è sempre stato vicino per qualunque cosa, lo adoro.

Abbiamo frequentato tutte le scuole insieme, dall'asilo alle superiori e mi sento veramente molto fortunata ad averlo nella mia vita, è una persona stupenda che auguro a tutti di incontrare e di tenere nella propria vita per sempre.

-Mi ha detto Vanessa che c'è un alunno nuovo quest'anno, ma non so chi sia- afferma il ragazzo, portando molta attenzione nel guidare.
-Ah, non ne sapevo nulla- ribatto io, sgranocchiando le gocciole.

Mamma mia, che fame.

-A lei lo hanno riferito delle persone che conoscono questo ragazzo- dice, così annuisco accendendo lo stereo.

Vanessa è la ragazza di Ciro, si sono fidanzati poco dopo il primo anno di superiori, stiamo tutti e tre in classe insieme.

Sinceramente all'inizio l'avevo presa un po' male, non per qualcosa, ma per il semplice fatto che eravamo stati sempre e solo io e lui, infatti ricordo che passai un periodo di insicurezza totale del nostro rapporto, stetti mesi interi che non sembravano passare più a farmi paranoie inutili, alla fine però mi ha dimostrato di tenerci ed è filato tutto liscio come l'olio.

Ciro ha gli occhi scuri, sono castani, i capelli del medesimo colore e si è fatto crescere il baffetto. Sembra più grande, ma comunque a me piace ugualmente come ci sta con questo nuovo look. Ha dei lineamenti davvero molto belli, non perché sia il mio migliore amico, è così e basta.

Vanessa invece, la sua ragazza, ha i capelli tinti di rosso, gli occhi verdi ed una statura minuta, ma formosa, proprio come me. Credo che abbia la mia stessa altezza su per giù.

Ed eccoci arrivati a destinazione poco dopo.

Sono tutti ammassati, sembrano una mandria di pecore pronte al pascolo. Che angoscia, sento tanta nostalgia delle vacanze già da ora, figuriamoci quando entrerò in classe.

Ciro parcheggia, fortunatamente abbastanza in fretta. Mi affretto a scendere perché devo assolutamente sedermi agli ultimi banchi.

Solo lì si sta più in pace col cervello, per pochi mesi stetti seduta ai secondi banchi, era un incubo, non potevo fare nulla che subito venivo sgamata.

Invece stando in fondo alla classe, posso ascoltare la musica, cazzeggiare su Instagram, continuare a leggere dei libri mai terminati su Wattpad, scrivere, disegnare...

Affiancata dal mio migliore amico, mi reco verso il cancello, con la speranza che gli ultimi banchi siano nostri.

DAMN//CAPO PLAZADove le storie prendono vita. Scoprilo ora