Fortunatamente siamo riusciti a ricavare i nostri posti, Vanessa è seduta davanti a noi; ha deciso Ciro di sedersi vicino a me, ogni anno fa così. Alterna i periodi, con ciò non se la prende nessuna delle due.
-Amore, oggi ti va di andare al mare? Tanto fa caldo, siamo appena agli inizi di settembre- propone la rossa al ragazzo.
-Mh- sospira lui.Lo vedo strano da prima, ma non capisco perché. Credo se ne sia accorto anche Vanessa, dato che ad ogni cosa che gli dice, le risponde a monosillabi.
-Cos'è successo? Sei freddo e in realtà non solo da stamattina. È da un po'. Che cos'hai?- gli domanda la rossa.
Sentendomi un po' di troppo decido di estraniarmi iniziando a smanettare col mio telefono.
Appare una foto di Harry Styles sulla home di Instagram e ci clicco immediatamente sopra per mettere il cuoricino, che ricordi.
Da piccola ero innamorata di Harry, del suo accento inglese ben marcato, degli occhi color acquamarina, di quei ricci ribelli e del sorriso. Ne ero ossessionata e volevo sposarlo, non so quante lettere gli scrissi nella speranza che un giorno avesse potuto leggerle.
Come si è ingenui da bambini, si sogna. Si sogna davvero tanto, senza avere la paura di fallire la maggior parte delle volte.
Invece ora è tutto così strano, si ha il timore di fare la minima cosa per la paura del fallimento. Io ho cercato di modificare questa cosa, di buttarmi senza averne la paura del dopo.
La docente entra, poco dopo decido di andare in bagno, ho bisogno di prendere un po' d'aria, fa troppo caldo qui dentro.
-Prof, scusatemi. Posso uscire?- domando alzando la mano.
-Ferri, è appena la prima ora- ribatte la donna abbassandosi gli occhiali sul naso.
-Non esiste a casa tua il WC?- aggiunge con tono spiritoso, questa docente non mi è mai andata a genio fin dal primo anno.
-Devo andare!- esclamo.
-Sa, è quel periodo...- mento spudoratamente e alcuni dei miei compagni trattengono le risate per la mia spontaneità nel dire le cose.
-Ah, capisco. Va bene, esci e torna subito allora- afferma la donna, mi alzo e sotto la sguardo di tutti mi reco verso il bagno.Comunque essere femmina in alcuni casi è una salvezza; la scusa del ciclo la uso da una vita e funziona sempre.
Ho fame? Be', periodo rosso. Sono nervosa? Ciclo. Non voglio fare educazione fisica? Ehi prof, è venuto a trovarmi Fausto.
I vantaggi di essere donna, che bello.
Entro nel bagno, la puzza di candeggina mi invade le narici. Ah, che bello. Quindi ogni tanto le collaboratrici scolastiche fanno qualcosa in questa dannata scuola?
Mi avvicino ai lavandini, lo specchio è mezzo spaccato, chissà cosa è successo. Ovviamente non verrà mai rimpiazzato con uno nuovo se non passeranno minimo cinque anni e se non ci sarà un rappresentante d'istituto come si deve, con un cervello buono e che non chieda sciocchezze alla preside.
D'un tratto inizio a sentire dei lamenti venire da dietro una delle porte di questi gabinetti; sono gemiti, si sentono sussurri affannati.
Faccio finta di nulla, mi do una rinfrescata con l'acqua fredda, passo diversi minuti a fare ciò.
Appena alzo la testa mi spavento nel vedere un riflesso dietro di me.
Chiudo la valvola del lavandino e mi volto: è un ragazzo castano, ha gli occhi scuri ed un'espressione indecifrabile.
-Cosa c'è da guardare?- mi domanda con la voce roca.
-Niente, mi hai spaventata- rispondo dopo essermi schiarita la voce.
-E poi questo è il bagno delle ragazze, hai sbagliato- aggiungo mettendomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
-Sono fatti miei, no? Spostati adesso, devo lavarmi le mani- afferma, così incrocio le braccia al petto e lo fisso.
-Potresti anche essere più cortese con le ragazze- lo fulmino con lo sguardo, lui se la ride sotto ai baffi e fa un piccolo passo in avanti.
-La gentilezza non è il mio forte- arriccia il naso, poi si inumidisce le labbra.
-Piccola- sussurra avvicinando la sua bocca al mio orecchio.Indietreggio, lui si lava le mani e nel frattempo dal gabinetto esce anche Clarissa, una biondina della mia classe. Ecco perché sembrava mancasse qualcuno, ci mancava l'oca a lezione.
Sono entrambi arrossati in viso, allora erano loro a gemere in quel modo poco fa; elimino il pensiero e decido di recarmi in classe.
Clarissa non mi è mai stata simpatica, è bella, sì, tanto bella, ha i capelli biondi e mossi, gli occhi azzurri ed un corpo da modella, è sempre ben curata, sempre ordinata, ma è un'oca.
Rientro in classe, poco dopo seguita da Clarissa che consegna la giustifica del suo ritardo palesemente falsa e va a prendere posto.
Io noto che Vanessa si è spostata accanto a Ciro, stanno parlando animatamente sottovoce, non ho intenzione di interromperli.
Prendo posto al banco davanti a loro e inizio a smanettare nuovamente col telefono, questa lezione di inglese è noiosa: sarebbe stato più divertente un concerto di musica classica.
Non appena il ragazzo di prima sguscia all'interno della classe, avverto una sensazione strana allo stomaco. Quindi è lui l'alunno nuovo?
-D'Orso, arrivi tardi già il primo giorno?- sbraita la docente sistemandosi i capelli.
-Ho avuto un contrattempo non indifferente- risponde con aria da buffone il ragazzo, rivolgendo uno sguardo complice all'oca che lo guardo sorridendo maliziosamente.
-Va bene, prendi posto e non dare fastidio. Spero che queste bocciature prima o poi ti facciamo maturare almeno un po'- espone la professoressa, lui fregandosene di tutto e tutti, con un sorrisetto stampato sul volto, passa tra i banchi, quando d'un tratto si ferma proprio accanto a quello mio che è vuoto.Diamine. La scuola già è un carcere, ora andiamo anche con le pene avanzate.
-Uh, chi si rivede- ribatte con tono ironico, ma non lo guardo manco in faccia, lo evito continuando a cazzeggiare col mio cellulare.
-Si risponde alle persone- borbotta sottovoce, una volta preso posto.
-Si vede che non vuole parlarti, no?- si intromette Ciro, dopo che Vanessa è uscita fuori dall'aula in lacrime.
-E chi sei tu? Il suo ragazzo o la sua guardia del corpo?- sbotta ironicamente il nuovo arrivato che già mi irrita particolarmente.
-E anche se fosse? Non sono cazzi tuoi, bello- replica Ciro, così il tizio serra la mascella e lo sfida con lo sguardo.
-Lo scherzo ci sta, ma non prenderti troppa confidenza. Non ti conviene- sputa irritato il tipo seduto vicino a me, guardo Ciro facendogli capire di evitarlo, così si concentra solo su di me.
-Ragazzi, ma che state complottando là in fondo? Si può sapere perché Vanessa è uscita dall'aula in lacrime?- si intromette la docente, così mi rigiro in avanti.
-Niente prof, è tutto okay- mento, lei fa spallucce e riprende a spiegare delle cose.Guardo Ciro, il quale evita la mia carezza.
-La smetti di fare lo stronzo oggi? Sei strano da stamattina- farfuglio cercando di non farmi sentire dagli altri.
-L'ho lasciata- borbotta agganciando il mio sguardo.
-Ma perché, Ciro? Andava tutto bene, così mi hai sempre detto- gli dico dispiaciuta, lui fa spallucce, per poi guardarmi nuovamente.
-Ho in testa un'altra, ora lasciami stare- sbotta acido, prende le cuffiette e si isola dalla realtà.Ecco, questo è uno dei tanti difetti del mio migliore amico: estraniarsi dal mondo esterno quando ha un problema, fuggire dalle cose. Abbiamo avuto tanti battibecchi a volte a causa di questo e a quanto pare sembra non cambiare.

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DAMN//CAPO PLAZA
FanfictionDiana, una ragazza sveglia, abbastanza vivace, inizia il suo ultimo anno scolastico nella sua città: Salerno. Accanto a lei ha tutto ciò che desidera: una famiglia, divertimento e Ciro, il suo migliore amico al quale è legata in una maniera indescri...