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-D'Orso, ancora non ti decidi di mettere la testa a posto?- domanda la preside, scrutando il ragazzo di fianco a me.
-Sono solo dei graffiti, è arte- il ragazzo incrocia le braccia e poggia la schiena alla sedia.
-Mettiti composto!- esclama la vecchiaccia.
-Comunque da te non me lo aspettavo, Ferri- aggiunge la donna abbassandosi gli occhiali su quel brutto naso a punta che ha.
-In verità io...- faccio per ribattere, ma Luca afferra la coscia con la mano e inizia a stringere, facendomi morire le parole in gola.

Se non la smette con questi stupidi giochetti, giuro che gli tiro le orecchie. Stupido.

Ci guardiamo negli occhi, il resto sembra svanire.

-In verità niente, Ferri. Oggi rimanete a scuola a riverniciare la parete, non voglio sentire nulla! E ritenetevi fortunati che non vi ho sospeso- annuncia la preside, così spalanco gli occhi.
-Ma io...- faccio nuovamente per ribattere, ma la mano di Luca mi stringe l'intento coscia e deglutisco nervosamente guardandolo.

Gli do un pizzico e se la ride sotto ai baffi come se niente fosse, è odioso.

-Tornate in classe e studiate. Arrivederci- dice la donna, per poi posare lo sguardo sul suo computer.
-Arrivederci!- sbotto acida alzandomi dalla sedia, per poi sgusciare fuori dall'ufficio.

Sono irritata, quel ragazzo mi fa ribollire il sangue nelle vene in una maniera incredibile.

-Ferma!- esclama il moretto affermandomi, mi sbatte al muro e mi si para davanti.

Siamo molto vicini, sento i battiti del mio cuore arrivare fin dentro le orecchie, sento un forte calore.

I suoi occhi mi ipnotizzano, sono così profondi e dannati.

-Che vuoi?- sbotto affogando nelle sue iridi scure.

Il suo dolce profumo, mescolato all'odore di erba, invade le mie narici, le sue mani scivolano sui miei fianchi e sento il cuore fare delle piccole capriole.

Continua a ridacchiare divertito per l'accaduto, lo detesto. Sembra un bambino.

-Mi piace quando ti arrabbi- mi stuzzica, così sbuffo roteando gli occhi al cielo.
-Vattene da Clarissa, no? Sei stato con lei prima- dico scrollando le spalle, così lui alza una sopracciglio.
-Sì, abbiamo fatto delle cose- borbotta provocandomi con tono malizioso.

Lo guardo e avverto irritazione, deve togliere le sue brutte mani dai miei fianchi, perché con queste mani sfiora tutte allo stesso modo e io non sono come tutte quelle che lui sfrutta a suo piacimento.

-Levati!- sbotto liberandomi dalla sua presa, così mi afferra un'altra volta, siamo ancora più vicini.

I nostri respiri si mischiano all'unisono, sento la mia mente impazzire, non ci sto capendo più nulla. Aiuto.

-Se mi respingi, mi provochi. E tu più mi provochi, più mi attiri a te- bisbiglia guardandomi le labbra come se fosse incantato, mi perdo nel suo sguardo e mi mordo il labbro inferiore con fare nervoso.

È come se fossi stregata dai suoi occhi, quando siamo così vicini non riesco a capire più nulla.

-Hai finito?- domando fredda.
-Che c'è, ti metto in imbarazzo?- mi domanda sorridendo.
-E perché dovresti?- mendico fulminandolo con lo sguardo.

Con una mano mi accarezza il viso con una delicatezza estrema, per poi metterla attorno al mio collo. Avverto infiniti brividi, spalanco di poco la bocca e avverto i battiti del mio cuore correre veloci.

Luca chiude gli occhi afferrandomi un'altra volta per i fianchi, li chiudo anch'io trasportata da mille emozioni, i nostri nasi si sfiorano, poi la sua risata invade le mie orecchie.

Riapro gli occhi e lo guardo divertirsi.

-Pensavi veramente volessi baciarti, piccola Diana?- mi domanda ridendo di gusto.
-Mi hai stufata, torno in classe- esplodo innervosita.
-Fai uscire Clarissa!- esclama, così mi volto e lo guardo male.
-Non faccio uscire proprio nessuno, non ci parlo con quelle come lei. Ciao- dico, mentre nelle mie orecchie continua a vagare la sua risata.

Faccio per andarmene, poi mi fermo.

-Hai finito di ridere?- gli chiedo.
-No- mi sfida, così sbuffo nuovamente.
-Smettila, non ti sopporto- affermo sorridendo falsamente.
-E se non la smetto?- borbotta squadrandomi col suo sguardo, così nervosa mi mordo il labbro, gli faccio il dito medio e sgattaiolo via.

Più lontano ci sto e meglio è.

DAMN//CAPO PLAZADove le storie prendono vita. Scoprilo ora