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Suona la sveglia, il rumore fastidiosissimo riecheggia in tutta la stanza facendomi assumere un'espressione drammatica: credo che il rumore della sveglia di prima mattina, sia una delle cose più urtanti.

-Diana!- urla mia madre dal piano di sotto.
-Mamma, ho la febbre. Devo rimanere a casa- le dico urlando ancora con gli occhi chiusi mentre abbraccio il cuscino.

In un batter d'occhio mi ritrovo mia madre nella mia camera, sento un forte odore di torta al cioccolato. Quest'odore mi sa di felicità.

-Diana, forza! Alzati dal letto e fila a scuola- esclama togliendomi il lenzuolo di dosso.
-Ma sei pazza?- sbraito spalancando gli occhi.

Mi metto a sedere a gambe incrociate stropicciandomi gli occhi, oggi non sono proprio in vena di prepararmi e andare a scuola. Che palle.

-Non puoi assentarti oggi, non è nemmeno un mese che è iniziata la scuola- mi rimprovera.
-Preparati e scendi giù, fai colazione con la torta al cioccolato oggi, una buona motivazione per alzarsi, no?- mi domanda già sapendo la risposta.

Sbuffo e mi alzo rischiando di cadere e nello stato peggio di uno zombie dopo aver fumato forte, mi reco verso il bagno.

∆∆∆

Appena arrivo davanti scuola, vedo Ciro appoggiato vicino al muretto a fumare. Alla fine c'ho pensato, voglio far finta di niente e aspettare lui che si faccia avanti per dirmi ciò che prova, non voglio rovinare nulla, ci tengo troppo al nostro rapporto.

-Buongiorno- borbotto sistemandomi lo zaino in spalla, guardandolo. Mi rivolge uno sguardo e fa un cenno di testa.

È freddo, mi turba questa freddezza.

-Come va?- gli chiedo cercando di tenere un contatto visivo, ma lui vaga con gli occhi.
-Va- sbotta, fa l'ultimo tiro e lancia via il mozzicone.
-Mi sento in colpa!- esclamo.
-Non mi va di parlare, ci vediamo in classe- dice, fa per andarsene, ma lo blocco.
-Ciro, non posso accettare che la nostra amicizia abbia preso questa piega. Mi sembra esagerato essere arrabbiato con me solo perché feci delle riflessioni su te e Vanessa- dico, cercando di vedere la sua reazione.
-Senti, è un periodo un po' così- afferma.
-Le rotture di palle non le voglio, prendiamoci una pausa- aggiunge, così i miei occhi si cristallizzano e mi si forma un nodo in gola.

Ma lui non aveva detto di tenerci a me?

-Sei serio?- sbotto con la voce spezzata.
-Sì, Diana. Se me la sentirò, mi farò vivo io- mi spiega.
-Sei solo uno stronzo, lo sai? Vaffanculo- mi ribello additandolo, mi guarda e fa spallucce mostrandosi menefreghista.
-Ti ho dato tutto in questi anni e tu adesso mi ripaghi così. Sei ingrato e sei egoista, stai pensando solo a te stesso. Non pensare che le persone siano bamboline che gestisci a modo tuo, okay?- gli sbraito contro e noto i suoi occhi spegnersi ancora di più.
-Ho perso mio padre, di certo perdere una persona a caso non mi farà tanto male- fa spallucce, si volta e va via.

Come? Mi ha distrutta. Io sarei una persona a caso?

Io e lui non abbiamo mai litigato così, queste cose non ce le siamo mai dette. Ci stiamo perdendo, me lo sento. E la cosa più brutta è che sta avvenendo tutto d'un colpo, così, proprio di punto in bianco.

Sapevo che oggi a scuola non dovevo mettere piede, me lo sentivo.

Mi volto e per poco non sbattevo contro Luca.

Abbasso lo sguardo senza dire niente, faccio per andarmene, ma mi afferra per il polso e avverto tremila brividi lungo tutto il corpo.

Ci guardiamo negli occhi, tutto sembra perdere senso, ma mi riprendo subito dopo dalla trance.

-Che vuoi?- sbotto acida.
-Vuoi venire con me?- mi domanda con voce roca fissandomi le labbra che mordo a causa del nervosismo.
-No- sbotto, faccio per andarmene, ma mi blocca un'altra volta.
-Nulla di illegale, lo giuro- ridacchia.
-Amica- puntualizza sorridendo.

Sospiro e incrocio le braccia al petto.

-Va bene- accetto, sempre meglio di stare in classe con la tensione addosso o stare da sola a girare per Salerno.

∆∆∆

Siamo in macchina, ancora non capisco dove mi stia portando.

-Sei sicuro che non mi vuoi rapire?- domando spontanea, provocando un sorriso al ragazzo di fianco a me.

Ha un bel profilo, però. Mo lo sto notando bene. Sono belle anche le mani, per non parlare degli anelli. Il mio sguardo gli scivola addosso, è vestito tutto di nero, ha una personalità tenebrosa.

-Perché mi hai scambiato per uno psicopatico?- mi domanda con una risata.
-Le persone sono strane- ammicco guardandolo.
-Ora non mi fissare in quel modo, però- borbotta, così sento delle scosse e spalanco di poco gli occhi.

Mi sento arrossire, sento tante vampe impossessarsi del mio corpo.

-Non ti sto fissando- mento, così mi rivolge un mezzo sguardo che io distolgo subito facendo finta di nulla.

Poco dopo mi posa una mano sulla coscia, spalanco di poco la bocca e lo guardo intensamente: Diana, torna in te. Lui è un donnaiolo, non puoi pensare ad uno così. Riprenditi.

Mentre continua a guidare, inizia a stringermi la coscia con la mano, ma lo fa leggermente, non in maniera violenta.

Mi mordo il labbro e poco dopo accosta, spegne il motore e si volta verso di me senza togliere la mano dal mio corpo.

Vorrei staccargli il braccio, ma mi sento persa, è come se fossi bloccata: sento una dannatissima adrenalina.

Con la mano continua a massaggiare la mia coscia e si sporge verso di me, ci guardiamo negli occhi senza distogliere lo sguardo, mi sto sentendo impazzire.

Ho il fiato mezzo spezzato, non sto capendo più niente, è come se non fossi lucida.

Ma che mi sta succedendo?

Diana, torna in te.

Ho la mente annebbiata, aiuto.

Luca mi si avvicina al volto fissandomi le labbra che sto torturando con i denti, mi ipnotizza con i suoi enormi occhi castani.

-S-Scendiamo- balbetto cercando di nascondere le mie emozioni.
-Tu vuoi scendere?- bisbiglia con voce roca al mio orecchio, così lo guardo e deglutisco.

Ho la bocca e la gola secca, mi sento in un pallone.

-Sì- farfuglio quasi a fatica, mentre sul suo volto nasce un ennesimo sorrisetto malizioso.
-Sei sicura di voler scendere?- mi domanda, sento il suo respiro solleticarmi il collo.

Volevo rispondergli, ma mi muoiono le parole in gola.

Annuisco solo con la testa e appena toglie la mano dalla mia coscia, mi sento vuota.

-Scendiamo, su!- esclama ridendo, subito dopo scatta giù dalla macchina, prendo un bel respiro e lo imito immediatamente.

Devo assolutamente eliminare dalla mente ciò che è appena successo.

DAMN//CAPO PLAZADove le storie prendono vita. Scoprilo ora