12

205 2 0
                                    

Noto che Clarissa poco dopo il mio rientro sguscia fuori dalla porta, prima smanettava col suo cellulare, sicuramente le ha inviato un messaggio quel senza cervello di Luca.

Stringo le mani in due pugni, inoltre ho ancora la maglia macchiata, così afferro il giubbino di pelle dalla sedia del moretto ed esco nuovamente per andare in bagno.

Una volta cambiata, sento dei gemiti. Appena esco dall'ultimo gabinetto, noto delle gambe che sbucano da sotto una delle porte.

-Fai piano- sento dire da una voce.

È Clarissa, come non riconoscerla quella voce da oca.

-Stai ferma- borbotta Luca, sono palesemente loro due.

Una forma di rabbia improvvisa mi invade interamente, vorrei spaccargli la porta in testa. Stringo le mani in due pugni facendo quasi diventare le nocche bianche, mi sento presa in giro. Lui con quelle sporche e brutte mani osa toccare i miei fianchi, il mio corpo, con le stesse mani con cui tocca chiunque altra.

Questa cosa mi fa altamente schifo.

I gemiti avanzano, questo suono sta diventando esasperante, perciò esco dal bagno e irritata, con gli occhi lucidi, decido di recarmi dalla preside per dirle che non c'entro niente con quei stupidi graffiti.

∆∆∆

-Quindi mi staresti dicendo che tu non hai fatto niente in quella stanza? Non hai pitturato le pareti?- mi chiede la donna.
-No, ero solamente entrata per far smettere Luca dato che se no sarebbe finito nei guai. A volte sono troppo buona con le persone sbagliate e di questo me ne pento tantissimo- dico pensando improvvisamente anche a Ciro.
-Avevi la maglia sporca, non posso fidarmi. Non ho prove concrete e comunque adesso il muro è sporco, qualcuno deve pur ripulirlo- ribatte la vecchiaccia sistemandosi meglio sulla sedia di pelle nera.

Ho i nervi a mille.

-Sì, ma non sono stata io, quindi non vedo perché debba rimanere a scuola con uno come Luca D'Orso, non voglio, non mi sta bene. Prendetevela con lui, io ero solo entrata nella stanza per non metterlo nei guai, mi è uscito spontaneo essendo un compagno di classe. È stato lui a schizzarmi la pittura addosso, stop- spiego innervosita, così la preside sospira e si abbassa gli occhiali sul naso.
-E va bene, ho capito, Ferri. Voglio darti la mia fiducia allora, rimane solo D'Orso oggi a ripulire il muro, ora però torna in classe e pensa a studiare, che è importante!- esclama la donna davanti a me, così annuisco, mi alzo e mi reco fuori dall'ufficio.

Che bello, almeno oggi una soddisfazione.

Torno in classe, mi siedo e ripongo la maglia sporca di vernice nello zaino.

Sto godendo da matti ora che so che solamente quel cretino deve rimanere oggi a scuola per riverniciare il muro.

∆∆∆

-Vanessa, come va?- domando alla ragazza avvicinandomi a lei.

Ha un'aria triste.

-Va- risponde fredda senza incrociare il mio sguardo.
-Non parliamo da un po' di giorni, sembri giù di morale, che hai?- le domando già conoscendo la risposta.
-Cosa posso mai avere? Ciro mi ha lasciata dopo un sacco di tempo condiviso insieme, posso mai ballare la salsa?- sbotta acida con le braccia incrociate al petto.

Nel corridoio in questo momento ci sono parecchie persone, non vorrei che scoppiasse un litigio.

-Sì, ma non è colpa mia- rispondo un po' nervosa a causa del suo carattere.
-Invece sì. È di te che è innamorato Ciro, praticamente da sempre- afferma guardandomi negli occhi.

Pur già sapendolo, mi si forma un vuoto nello stomaco. Io mi sono avvicinata a lei solo per farle capire che sono preoccupata, a quanto pare ce l'ha con me.

-Vanessa...- sento dire da una voce fin troppo conosciuta che proviene dalle mie spalle.

Mi volto e mi ritrovo Ciro davanti.

-Che vuoi?- esplode la rossa, sento l'aria tesa.
-Che cazzo dici?- sbotta il ragazzo avvicinandosi a noi.
-Quello che tu mi hai detto, il motivo per il quale mi hai lasciata, forse!- grida la ragazza, così mi sento immediatamente in imbarazzo.
-Diglielo che quando stavi tra le mie lenzuola ed io pensavo che volessi solo me, in testa avevi solo lei. Diglielo che in ogni momento pensavi a lei. Mi hai solamente usata, brutto stronzo! Hai abusato della mia ingenuità, perché magari, boh, a casa tua non ti hanno mai dato le giuste attenzioni ed io per te ero solo un riparo e una ruota di scorta. Dillo a tutti!- inizia ad alterarsi Vanessa.
-Ragazzi, basta. Vi prego. Non diamo spettacolo- mi intrometto sentendomi in colpa.

Non avrei dovuto avvicinarmi alla rossa, se l'ho fatto però, è stato solo per umanità, perché sono preoccupata per lei. Non l'ho mai vista così.

-Tu fatti i cazzi tuoi- mi dice con aspra acidità la ragazza, così sento avvampare il mio corpo.

Digrigno i denti, non sopporto essere trattata così.

-Senti, Vanessa. Non è colpa mia se il mio migliore amico si è innamorato di me. Non posso farci nulla e non merito di certo di essere trattata così da tutti e due. Cosa ci posso fare io, eh? Ho perso una persona che pensavo fosse una mia compagna e ho perso il mio migliore amico, così, in un batter d'occhio. Sono sempre stata all'oscuro di tutto, non sapevo nulla del fatto che Ciro fosse innamorato di me- cerco di spiegare, ma alla fine non dovrei spiegare proprio niente, perché l'innamoramento viene spontaneo, non si può comandare il cuore di una persona.

Sono nervosissima in questo momento, è come se poi la colpa fosse mia, è come se la causa di tutto fossi io. Alla fine io cosa posso farci?

-Diana, hai parlato già parecchio, meglio se te ne vai- mi dice Ciro, così i miei occhi si cristallizzano incontrando i suoi che sono vuoti e spenti.
-Sei serio?- gli domando ancora non riuscendo a realizzare la perdita della nostra amicizia.
-Sì, hai rotto le palle. Vattene!- esclama con rabbia, così senza aggiungere altro stringo le mani in due pugni belli saldi e sgattaiolo via, involontariamente vado a sbattere contro Luca nel corridoio, che appena mi vede piangere assume un'espressione dispiaciuta, fa per dire qualcosa, ma lo lascio lì impalato.

DAMN//CAPO PLAZADove le storie prendono vita. Scoprilo ora