Da quando Vanessa è tornata in classe c'è aria di tensione, fortunatamente la prima giornata è finita qui.
-Ti accompagno a casa?- mi domanda il mio migliore amico con un'aria esausta.
-Ciro, a me dispiace un sacco. Ormai stava andando avanti da anni la vostra relazione, avete passato tante cose insieme- gli dico afferrandolo per il braccio davanti al cancello della scuola.
-Diana, non poteva continuare. In lei ci vedevo un'altra, non era il caso. Forse non è mai stata una cosa tanto reciproca da parte mia, forse volevo semplicemente convincermi del fatto che potesse funzionare, ma non ha funzionato e ho preferito troncare tutto- mi spiega, molla la presa, così sospiro a causa di questo suo nervosismo.
-Avresti potuto almeno lasciarla fuori scuola, no? Proprio in classe...- puntualizzo.
-Io non avrei mai retto il dolore, specialmente se fosse stata una cosa durata per degli anni- preciso e lui sbuffa sonoramente.
-Ti ci vuoi mettere pure tu adesso a rompere le palle?- mi sbraita contro, così mi sento diventare piccola piccola, quasi come una formica.Mi sistemo lo zaino in spalla e lo guardo negli occhi.
-Non mi hai mai trattata così, si può sapere che cazzo ti prende?- inizio ad irritarmi e lo stesso anche lui.
-Non devi stare sempre in mezzo. Vanessa ed io non siamo fatti per stare insieme, può capitare- alza le spalle, fa per andarsene, ma lo blocco.
-Ciro, aspetta. Io non ti sto obbligando a stare con lei, questi sono fatti tuoi, ho semplicemente fatto delle riflessioni, tutto qua. Non mi sembra corretto il fatto che tu ti accanisca così tanto nei miei confronti- replico arrabbiata, incrociando le braccia al petto.
-Tu non ti mettere sempre in mezzo. Non abbiamo quasi mai litigato, se ci sono stati dei battibecchi era sempre a causa di situazioni del genere, perché tu volevi stare sempre al centro delle mie situazioni, dei miei problemi- dice gesticolando.
-È ciò che fanno le vere amiche, si preoccupano per l'altro!- esclamo, lui rotea gli occhi al cielo, così io nervosamente mi mordo il labbro inferiore.
-Basta, Diana. Non me ne faccio un cazzo della tua preoccupazione. Comunque torna a casa a piedi, devo andare a fare dei giri con la macchina, sono nervoso- sputa acido, alzo le spalle e incrocio le braccia al petto.Quando fa così sembra un bambino, diventa proprio insopportabile.
-Sei stronzo però, eh!- esclamo mentre lui si prepara per attraversare la strada.
Passa un auto nera e dopo essere passata si slancia per attraversare e avvicinarsi alla sua auto.
Quando sta male lui è così, non vuole stare con nessuno e non vuole sentire nessuno. È un tipo nervoso a volte di carattere, non ha avuto un'infanzia molto semplice: il padre era tossicodipendente ed è morto quando era piccolo e la madre non gli ha mai dato troppe attenzioni. È una bravissima donna, ma presa dal lavoro e da altro, lo ha un po' trascurato.
-Ti ha abbandonato il tuo cagnolino?- sento dire da una voce, mi volto e mi ritrovo Luca Volpe... Cavallo... Davanti.
-Che vuoi, Volpe?- sbotto acida.
-D'Orso- mi corregge.
-Non mi importa come ti chiami- scrollo le spalle, faccio per andarmene, ma lui mi blocca.
-Poi sarei io quello che dovrebbe essere più cortese con le ragazze, anche tu non sei da meno- mi provoca, è ciò che fatto per tutto il resto delle lezioni prima in classe.
-Con te mi esce spontaneo, hai la faccia da stronzo, antipatico, montato...- dico contando gli aggettivi sulle dita della mano.
-Sì, bello e dannato- borbotta ironicamente e sul suo volto si dipinge un sorrisetto.
-Scendi dal piedistallo, Orso. Non sei il centro del mondo, sappilo- sbuffo.
-Non sarò il centro del tuo mondo, ma sono il centro del mondo di molte ragazze qui a Salerno- decide di stuzzicarmi, mi sbatto una mano sulla fronte e sospiro.Questo ragazzo sa essere veramente irritante quando vuole.
-Torna dalla tua Clarissa, non rompere a me. Ciao- faccio per andarmene, ma lui mi blocca un'altra volta.
Scosse. Brividi. Il mio cervello va in tilt per un attimo, non appena i nostri occhi scuri si scontrano; formano scintille.
-Nessuna ragazza mi ha mai risposto così freddamente come stai facendo tu e questa cosa mi innervosisce- ammette con voce roca, stando a pochi centimetri dalla mia bocca.
-C'è sempre una prima volta, caro Luca- borbotto tenendogli testa con lo sguardo.Mollo la presa e lo guardo intensamente, ancora una volta.
-D'Orso senti, tu sei arrivato oggi e già mi irriti un sacco con questo tuo modo di fare. Io non sono come tutte le altre, non mi incantano due occhioni castani e la finta faccia da angioletto, non cado in queste dannate trappole di ragazzi stupidi come te, quindi evita di ronzarmi intorno e pensa ad andare da Clarissa o da quelle come lei, hai sbagliato palazzo, bello!- esclamo tutto d'un fiato.
Il suo volto si incupisce per un attimo, poi sembra riprendersi in un nanosecondo.
-Ma cosa hai capito, Ferri?- domanda spedito con un sorriso irritante più della sua stessa faccia.
-Non mi chiamare per cognome- lo minaccio con un dito.
-Ah sì, Ferri?- mi sfida marcando col tono di voce il mio cognome, inizio a detestarlo un po' di più adesso.
-Con te ci sto scherzando, mica ci sto provando- ribatte alzando le spalle.
-Attenta a non farti troppi film, piccola- mi fa un occhiolino ed io roteo gli occhi al cielo.
-Non sei il mio tipo, non penserei mai ad una come te in quel modo- aggiunge, sfila una sigaretta dal pacchetto e la accende.Inizia a fumare, quando punta i suoi occhi su di me e continua a fare tiri da quella Marlboro, avverto delle scosse mischiate a brividi.
-E scommetto che sei anche vergine, le ragazze senza esperienza sono noiose- dice e mi si contorce subito lo stomaco, mi ribolle il sangue nelle vene, così stringo le mani in due pugni e lo fulmino con lo sguardo.
-Senti, vattene a fanculo, tu e tutte le stronzate che pensi e che dici. Sei solamente un ridicolo, montato, stupido...- lo addito e lui semplicemente se la ride, per poi farmi un altro occhiolino e allontanarsi senza darmi neanche il tempo per finire le mie critiche.Fanatico. Ecco che cos'è. Un fanatico del cazzo.
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DAMN//CAPO PLAZA
FanfictionDiana, una ragazza sveglia, abbastanza vivace, inizia il suo ultimo anno scolastico nella sua città: Salerno. Accanto a lei ha tutto ciò che desidera: una famiglia, divertimento e Ciro, il suo migliore amico al quale è legata in una maniera indescri...