18

205 4 0
                                    

La musica è altissima, si sente già da fuori la casa.

-Pronta?- mi chiede la mia complice.

Sospiro e poi annuisco.

-Andiamo!- esclama trascinandomi all'interno dell'enorme casa.

Puzza di erba, puzza di alcool, coppie che limonano come se non ci fosse un domani, non si capisce niente.

La ragazza mi afferra sotto il braccio e mi trascina con sé al piano di sopra, stavo per cadere dalle scale, dannatissimi tacchi a spillo!

-Ehi, Rita! Da quanto tempo!- dice una ragazza coi capelli verdi, vestita di nero e che puzza d'erba.
-Ciao, Giulia. Come va?- sorride la mia amica.
-Una bomba. Ho già fumato tre canne e sto veramente una favola- ribatte l'altra.
-Afferrato- espone la biondina di fianco a me con un grosso sorriso stampato sulle labbra.
-Tu e la tua amica vi unite a noi?- domanda la ragazza stramba dai capelli verdi.
-Certamente- dice Rita, per poi afferrarmi per la mano.

Prendiamo posto su una poltrona, con noi ci sono dei ragazzi, uno in particolare mi ha colpito per il taglio degli occhi e poi sono verdi-azzurri.

Il tizio mi sta fissando, mi sento in soggezione.

-Bro, rollane un'altra, vai! Ci sballiamo un po'!- urla spensierata Giulia.
-Aspetta pazza, ne hai fumate già tre. Vuoi collassare come ieri sera per caso?- le chiede ridacchiando un ragazzo biondino.
-Voglio solo viaggiare un po'- dice la ragazza.

Mi è salita la voglia di bere, ho troppi pensieri per la testa.

-Rita, fammi passare. Voglio dell'alcool- le dico, così mi fa spazio e mi reco al tavolo.

Afferro un bicchiere di plastica rossa, all'interno ci verso la vodka e comincio a bere.

Sento il liquido bruciarmi nella gola, i pensieri nella mia testa sembrano forte martellate.

Continuo a bere, bevo come se non ci fosse un domani.

All'improvviso sento due mani calde posarsi sui miei fianchi, mi volto e mi ritrovo quel ragazzo di prima davanti al volto, a pochi centimetri di distanza.

-Come mai ti sei allontanata?- mi chiede, per poi infilarsi le mani in tasca.
-Volevo prendere da bere- gli dico già non riuscendomi più a reggere in piedi su questi maledetti tacchi.

Lo sapevo che avrei dovuto indossare delle scarpe comode, me ne pento tantissimo.

-Comunque ti ho notata fin da subito- mi dice, così lo guardo e sorrido appena.
-Figo!- esclamo, per poi annuire e continuare a bere.

A che bicchiere sto? Quinto? Forse no, è il settimo.

Cazzo, io non reggo affatto nessun tipo di alcool, eppure continuo. I pensieri negativi si allontanano sempre di più, lasciando spazio ad un vuoto, un vuoto però rilassante.

Zero pensieri. Zero stress. Zero paranoie. Zero ansie.

-Ti va di stare un po' da soli?- mi domanda il ragazzo con la voce leggermente roca.
-Dove vorresti andare?- gli domando ridendo e oscillando un po' di qua e un po' di là.
-In una della camere- mi dice afferrandomi un'altra volta per i fianchi.
-E perché?- sbotto, per poi scoppiare a ridere, mentre continuo a bere.
-Mi provochi un sacco con questo vestito- mi sussurra all'orecchio, per poi mettere le mani sul mio fondoschiena.

Nonostante non sia lucida, provo un senso di forte fastidio, infatti assumo un'espressione irritata.

-Ma che fai?- sbotto acida.
-Dai, vieni con me- dice afferrandomi per il polso.
-No, non mi va. Io non... Non sono quel tipo di... Ragazza- ingerisco l'ultimo sorso di vodka e poso il bicchiere vuoto sul tavolo.

Adesso la testa mi scoppia.

-Non fare la santarellina- mi dice stringendo ancora più forte il polso.

Nessuno sembra dare peso a questa scena, sono tutti troppo presi in qualcosa e la musica è decisamente alta.

-Lasciami stare, voglio tornare da Rita- gli ordino, ma non mi sta a sentire.

Torna ad afferrarmi per i fianchi e mi posa un bacio sul collo, poi sulla scollatura e lo respingo immediatamente.

-Ti ho detto di no, lo capisci?- gli urlo contro.

Mi fissa con uno sguardo arrabbiato e mi afferra per il braccio, per poi trascinarmi un po' più lontano dalla folla.

-Lasciami, cazzo. Mollami- urlo mentre mi tiene ferma al muro e continua a baciarmi il collo.
-Brutto stronzo!- urla qualcuno afferrando il ragazzo che viene scaraventato immediatamente a terra.

È Luca. Cosa ci fa lui qui?

Il moretto riempie di botte il tizio, provocandogli il sangue dal naso e lamenti vari di dolori.

Una volta finita la sua rissa, Luca mi afferra per il braccio e mi guarda negli occhi.

-Mi spieghi che cosa cazzo ci fai ubriaca ad una festa e per giunta con un bastardo del genere? Non lo vedi come sta combinato? Avrò tirato non so quanta cocaina e puzza di alcool da far schifo!- mi sbotta contro.
-Tu chi cazzo sei, eh? Il mio papà? Uh, non lo sapevo. Ciao papà- dico oscillando a causa del giuramento di testa.
-Se non fosse stato per me, questo essere schifoso ti avrebbe fatto del male, lo sai?- si ribella contro di me il moretto, così i miei occhi si riempiono immediatamente di lacrime.

Stavo per accasciarmi a terra, ma Luca mi ha afferrato.

Siamo vicini, molto vicini, riesco quasi a sentire la sua frequenza cardiaca, nonostante la musica molto alta.

-Non puoi più stare qui, vieni con me- mi ordina.

Adesso sento gli occhi farsi sempre più pesanti, non ci sto capendo niente.

Gli errori verranno corretti.

DAMN//CAPO PLAZADove le storie prendono vita. Scoprilo ora