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Scienze motorie è una delle materie che più detesto, dopo la matematica chiaramente: stare in palestra per un'ora qui è orribile, la docente assegna esercizi fisici insopportabili che oltretutto mi fanno sentire un bel po' a disagio.

-Ora corsetta sul posto! Muovete quelle gambe, siete giovani, dovreste essere atletici, dovete muovermi!- esclama la donna.

Oh mamma, sembra esaurita più degli anni scorsi.

Sento un lamento provenire dalla bocca di Clarissa, mi volto e noto che si è accasciata a terra, credo abbia preso una storta alla caviglia, dato che se la mantiene dolorante.

Vanessa e Ciro si sono posizionati distanti, nessuno dei due si è rivolto la parola a vicenda, nemmeno con me hanno parlato per niente, ho paura di perdere il mio migliore amico, ho una sensazione un po' negativa.

-Clarissa, qui fuori c'è la collaboratrice scolastica, vai da lei e fatti accompagnare immediatamente in infermeria- ordina la docente, per poi fischiare con quel fischietto odioso.

Quell'aggeggio lo sopporto dal primo anno, è insopportabile, ogni volta sempre di più. 

-Perfetto, ragazzi! Ora formate delle coppie, vi faccio lavorare in due- afferma l'esaurita, così sbuffo.

Mi volto verso Ciro, ma non mi degna neanche di uno sguardo e si posiziona insieme ad un altro ragazzo per eseguire la lezione.

Guardo Vanessa e noto che sgattaiola verso in bagno, dopo averlo chiesto alla professoressa.

D'improvviso mi si para Luca davanti, ecco, ti pareva.

Prima che io apra bocca, il ragazzo mi precede.

-Senza che fai storie, Diana. Ti ho scelta a caso- borbotta.
-Io vado in panchina, ciao bello!- esclamo, faccio per andarmene, ma Luca mi blocca afferrandomi per un braccio.
-Non voglio che la vecchia isterica mi prenda d'occhio un'altra volta per colpa tua, solo io e te non abbiamo un compagno, quindi evita di fare l'antipatica del cazzo che mi mandi in bestia, okay?- sbraita con un tono basso; ha la voce roca e i suoi occhi vagano nei miei come fulmini.

Mollo la presa e incrocio le braccia al petto.

-Se ti mando in bestia, non mi dare fastidio. Semplice- dico sorridendo forzata.
-Sei una bambina del cazzo- afferma.
-Meglio essere una bambina che un montato come te!- ribatto sfidandolo con gli occhi, lui si morde il labbro e mi afferra per i fianchi, per poi sporsi in avanti.

Siamo poco lontani, il suo respiro mi solletica la pelle e si può ben sentire il suo profumo dolcissimo, mischiato all'odore di marijuana.

-Diana, non ti mettere a dispetto, non provocare. Cerchiamo di fare le persone civili, grazie- farfuglia, sento dei brividi lungo tutta la schiena, ma li evito e fingo di essere indifferente, mollando ancora una volta la sua presa.
-Tu credi di essere il centro dell'universo, Luca, ma non capisci che non sei nessuno, sei solo un bambino che crede che tutto gli sia dovuto. Tu credi che tutte sbavino per te, ma non è così. Mettitelo in testa. Che c'è? Ti sorprende che io non voglia fare scienze motorie con te? Mi stai altamente sulle palle e poi detesto questa materia, quindi non vedo il motivo per il quale io debba fare ciò che non voglio- mi ribello allargando le braccia, lui serra la mascella e mi avvicina a sé.

Ora a parte i brividi, ho provato scosse, scosse molto intense ed un'adrenalina stranissima.

-Non puoi capire quanto mi provochi quando fai così- bisbiglia, per poi mordicchiarsi il labbro e fare dei respiri un po' più pesanti.

La docente fischia con quell'aggeggio ancora una volta, quasi sobbalzo.

-Adesso che avete formato le coppie, dovete fare questo esercizio: sedetevi a terra, mettete le gambe curvate, come se voleste portarle al petto e unite le punte dei piedi, dovete tenervi le mani e cercare di stare il più dritti possibile con la schiena. Dopo di che uno alla volta,
riponendo fiducia nell'altro, deve dare una spinta all'altro nel tentare di alzarvi, senza cadere di fianco o far ribaltare la
la posizione!- spiega l'insegnante, ci mostra più o meno come fare e subito dopo si tira su fischiando.

Appena Luca mi stringe le mani, avverto sensazioni strane. I nostri occhi si incastrano, provo quasi soggezione, perciò abbasso lo sguardo e mi tiro su per iniziare l'esercizio.

Dannazione, è più complicato di quel che sembrava nella mia testa.

-Fai piano- sussurra.
-Stai zitto, già è troppo che io mi metta a subire queste torture. Non fa per me l'attività fisica- gli dico, per poi far alzare lui.

Ci troviamo a pochi centimetri di distanza un'altra volta, sento arroissirmi, avvampare come la fiamma di un fuoco appena acceso. Fa caldo.

-Secondo me un'attività fisica in particolare potrebbe piacerti- bisbiglia con malizia, faccio per alzarmi, ma colta dall'imbarazzo gli cado addosso e quasi lo schiaccio.

Luca scoppia in una fragorosa risata, siamo davvero molto vicini, da qui i suoi lineamenti si possono vedere perfettamente. Però in fondo almeno la risata non è antipatica, anzi, è bella. Melodiosa.

-Cretino- sbotto.

Smette di ridere, ma continua a sorridere. Per un attimo rimaniamo a fissarci in questa posizione totalmente imbarazzante, i nostri occhi si scontrano e i nostri respiri ballano all'unisono.

L'esaurita inizia ad urlare, così sobbalzo e mi tiro su. Lui mi chiede di afferrargli la mano, ma faccio finta di niente, così mi dà un pizzicotto sul fondoschiena e poi si alza.

-Ma come ti permetti?- ringhio infastidita.
-È stata la prima parte che mi sono trovato davanti- dice rivolgendomi una sguardo.
-Guarda caso- ribatto infastidita, mentre lui se la ride di gusto.
-Non ti permettere più, Luca. Tu con me non ci devi giocare, è inutile. Non sarò mai come quelle che piacciono a te- gli chiarisco ma questione.

Fa per ribattere, ma la docente ci sbraita contro di evitare chiacchiere e di riprendere a fare esercizio fisico.

DAMN//CAPO PLAZADove le storie prendono vita. Scoprilo ora