Strano

446 25 5
                                    

«Oddio, ma cos-» provai a dire, ma il pupazzo
mi abbracciò.
«Ciao Diego, sono Gian. » mi sussurrò poi
togliendosi il cappuccio. Da sotto usci un
piccolissimo esserino. Cioè era un umano, ma
probabilmente non era alto più di un metro e
sessantacinque
. Mi venne da ridere, ma per lo sforzo,
mi dovetti sedere.
«Ciao piccolo. Lo sai che sei adorabile?» Gli
strinsi le guance, quel ragazzo, il vederlo, mi
aveva reso felice come una pasqua.
«Non chiamarmi piccolo, ho la tua età.»
sussurrò arrabbiandosi. A prima vita, mi
venne tipo da abbracciarlo, poi ci ripensai.
«Ma che cazzo ci fai tu qui? » gli chiesi poi.
«Dio, zio, sei bipolare. Sono venuto qui per
aiutarti sotto commissione del tuo medico,
tua madre lo ha saputo stamattina.» iniziò
giocando con le braccia di peluche.
«Ah, ecco perché spariva il cibo che mi
portavano in più. » affermai calmo. Quella
di quel tipo che si rotolava in difficoltà nel
costume, era una visione adorabilissima.
Ovviamente chiamai il dottore per avere
conferma che questo non fosse uno
stupratore, e visto che volevo parlare con
qualcuno, deciso di farlo restare con me.
Si tolse il costume, mostrando una T-shirt
bianca, un pantalone nero, e delle scarpe con
le dita. Ma come cazzo si veste?
Lo vidi accoccolarsi di fianco a me, sul letto. Si
accomodò sul mio fragile petto, e mi abbracciò
mettendosi sotto le coperte con me.
«Scusa se mi metto qui, ma il costume era
troppo caldo, e se sto troppo in quest'aria
fredda che circola nella stanza, mi ammalo.»
si scusò, ma io non trovai niente di più bello.
Qualche minuto dopo, aggiunse:
«Diè, solo per avvisarti, io so TUTTO di te,
anche quante volte al giorno caghi. Sappilo.»
«Ah, 0-ok. Va bene. Posso farti allora delle
domande?» chiesi scombussolato.
«Certo, ti è lecito.» rispose allora lui,
sistemandosi sul mio petto.
«Beh, qual'è il tuo colore preferito?» iniziai,
non sapevo che diamine dirgli. Però una
domanda tirò l'altra e un'ora passò cosi, finché
non gli chiesi perché faceva l'orsetto come
lavoro.
«Beh, non lo so. È solo che, sapere di poter far
stare bene te e altre persone, mi dà gioia, e
poi è bello stare li dentro.» disse sorridendo
indicando il costume.
«Sei strano piccolo, lo sai, ma sei la persona
più- non lo so, so solo che ti voglio già bene.»
dissi lasciandogli un bacio sulla fronte.
«Non fare così che ti prendono per gay.» disse
accucciolandosi come un cane.
«E te?»
«lo sono bisessuale. Mi piace la fica, tanto
quanto questo-» disse toccandomi. Balzai sul
letto facendolo quasi cadere.
«Ehy, bro, scherzavo.» rise lui rialzandosi.
«Tu sei un celebroleso.» Sussurrai.
«Scusa è che sono fatto cosi. E amo la tua
voce.» Io arrossì male.
«Grazie. Anche tu hai una bella voce.»
«Lo so » rispose soddisfatto.
« Ok,ora ho fame, e
anche tu mangi.» sorrisi, poi ci ripensai.
«Gian-»
«No, non lo faccio per tutti, solo per te.
Mi piaci. Come amico. Sei speciale.» disse
velocemente arrossendo, capendomi al volo.
«Gian, sei fantastico come la schiuma da
barba.»
«Barba, tu sai pure cos'è?» mi prese in giro
sfiorando il mio mento pelato.
«Vaffanculo. » sussurrai.

Teddy Bear ||gianego|| Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora