Parola dopo parola, la pagina inizia a riempirsi.
«Un uomo dall'espressione impassibile torna verso la sua auto; la sua camminata è lenta e goffa. Apre lo sportello posteriore della sua macchina, sistema sul sedile la cartellina, poi richiude la portiera con un movimento brusco del piede. Tenendo tra le mani la sua giacca celeste che ondeggia timidamente al vento, apre lo sportello del guidatore, poi sparisce nella vettura».
Comincio a scrivere queste parole quasi meccanicamente, ricordando immagini viste qua e là, osservando la mina della matita che incide dolcemente, lettera dopo lettera, sulle righe del foglio.
Tutto questo è ciò che vedo.
Quell'uomo non esiste, non esistono la sua goffaggine e la sua solitudine? O siete voi troppo distratti per vederlo?
«Una donna dai capelli rossi avanza frettolosamente a testa bassa, lungo il marciapiede della strada principale, di fronte alla piazza. Si muove di fretta, tenendo in una mano la sua borsa, mentre l'altra ondeggia ritmicamente lungo i fianchi, a tempo con i suoi passi». Dove va? Perché non con calma? E poi: quella donna con il suo andamento frettoloso esiste? O nessuno la nota?
«Un bambino si trova fuori dalla gelateria del centro, seduto su uno scalino – continuo. – Sorride e tiene tra le mani un piccolo porta chiavi a forma di orso. È felice».
«Una signora molto anziana cammina con passi faticosi, spingendo un piccolo carrello. Indossa una veste lunga e scura, i capelli grigi raccolti in uno chignon disordinato. Ha le scarpe slacciate, toccano l'asfalto, si bagnano nelle pozzanghere piene di pioggia. Avanza fino ad arrivare di fronte alle strisce pedonali e, pronta ad attraversare, attende che qualche auto si fermi per farla passare».
«Una margherita si trova abbandonata sul cemento, solo qualche petalo è rimasto attaccato. È appassita e sporca: una suola dopo l'altra, incuranti, la calpestano e la schiacciano sul l'asfalto».
Si trova davvero lì? La vedete?
Mi fermo ed osservo senza leggere le righe che ho scritto. Di scatto prendo tra le mani il lembo rotondo della pagina e faccio per strapparlo con violenza, ma qualcosa mi blocca.
Tiro indietro il braccio; rimango immobile di nuovo, continuando a guardare, spostando lo sguardo dalle lettere all'inizio della pagina a quelle infondo.
Il mio cuore batte forte, poi sembra rallentare, poi di nuovo riprende la sua frenetica corsa.
Respiro profondamente.
Voi non vedete?
Riprendo quasi con timore la matita, che nel frattempo é scivolata nascondendosi nel lenzuolo, stringendola tra le dita.

STAI LEGGENDO
Con i miei occhi
General FictionSara ha quasi diciassette anni, è una ragazza tanto calma quanto determinata, appassionata dalla lettura. Vive di sogni, di emozioni, di fantasie; insomma, Sara vive di dettagli, di ciò che non si vede, o meglio, di ciò che molti, per pigrizia non v...