CAPITOLO 14: L'ESECUZIONE

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«Dobbiamo andare ad aiutarli!» dichiarai allarmata. Il mio corpo ebbe l'impulso di correre nella stessa direzione in cui poco prima Chris e Teo avevano mosso i loro passi.

«No!» Mirko mi trattenne per le spalle, «dobbiamo metterci in salvo!»

«Ma non possiamo abbandonarli, – protestai imperterrita – noi dobbiamo...»

Le mie parole vennero sormontate dal cupo ruggito di un'esplosione, l'ennesima.

Noemi strillò per lo spavento.

Una densa nube di fumo nero proveniente dalla Zona Fredda, dove erano appena rientrati Chris e Teo, si rovesciò all'interno della hall.

Gli occhi di Mirko guizzarono verso l'alto, osservavano timorosi le profonde fessure che si stavano facendo lentamente strada nel soffitto. Le pareti vibrarono, e pezzi di calcinacci franarono sopra le nostre teste, anche la hall stava per cedere.

«Fuori! Uscite immediatamente fuori di qui!» ci avvertì.

«Andiamo ragazza! Scappa!» gridò Ester afferrando Noemi per una mano, e correndo veloce come un fulmine al di fuori di quella stanza pericolante.

Senza rimanere a rifletterci un secondo di più, mi precipitai anch'io al di fuori delle mura fatiscenti della Lega.

Non appena i miei piedi si posarono su quelli che una volta erano i prati verdi di una rigogliosa valle, adesso completamente avvizzita, mi voltai indietro.

Il cuore sbatacchiava rumorosamente nel mio petto, gli occhi erano guardinghi.

Attesi ansante che qualcun altro sbucasse da lì dentro, ma né Chris, né Teo, emersero dalla spessa parete di fumo nero che stava sommergendo la hall.

Restammo ad osservare in silenzio.

«Per Arceus! È crollato tutto... sono tutti...» Noemi smise di parlare, e abbassò gli occhi verso i suoi piedi, era rammaricata.

Ester le aveva appena scagliato una delle sue occhiatacce.

«Sono tutti morti?» conclusi.

La frase che avrebbe voluto pronunciare Noemi, varcò la soglia delle mie labbra senza che io lo volessi. Per quanto potessero sembrare inopportune le sue parole, non vi era un modo più semplice e schietto di chiederlo.

Enunciai la domanda istintivamente, e temei profondamente per la risposta. La sola idea di poter perdere Chris mi terrorizzava a morte.

Nessuna delle ragazze – tantomeno mio fratello – rispose. La loro attenzione era rivolta a qualcos'altro, delle sagome avanzavano tra la marea di polvere e detriti.

Aguzzai meglio la vista, ora le vedevo anch'io: erano persone.

«Mirko...» indietreggiai, timorosa che quelle ombre potessero appartenere ad una squadriglia di soldati muniti di armi.

Non erano soldati. Un gruppetto di allenatori malconci si trascinò fino all'esterno della Lega, tossendo l'anima ad ogni passo che percorrevano.

«, dobbiamo aiutarli!» mio fratello corse loro incontro.

Sono dei nostri. Le parole di Mirko furono come un raggio di luce che frantumò il pesante macigno che mi era crollato sul petto, riaccendendo in me la speranza. Che Teo e Chris fossero tra loro?

Mi precipitai immediatamente verso i ragazzi sopravvissuti per soccorrerli, ma anche per verificare se la mia fosse solo una mera utopia, oppure Chris era davvero uno di quei superstiti.

«Reggiti pure a noi, tranquillo» Ester e Noemi presero sottobraccio un ragazzo zoppicante, aveva una gamba completamente ustionata.

Mirko stava controllando il naso livido ed insanguinato di un altro ragazzo: «Va tutto bene, il sangue si è fermato.»

{POKÉMON} ~ DARK LEAGUEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora