Capitolo 12
Stava dormendo ancora tranquillamente che un frastuono la svegliò facendola scattare sul letto. Un tocco alla porta e pensò che forse era meglio indossare qualcosa, le piaceva dormire nuda, i capezzoli le si inturgidirono quando infilò il leggero e fresco cotone della delicata vestaglia, l'annodò in vita e aprì.
«Buongiorno, la colazione è servita.»
Edoardo aveva il sorriso di un bambino birichino, forse un po' impacciato e gli occhi che sprizzavano allegria. Alice cercò di sistemarsi i capelli e lo guardò interessata, come faceva ad essere sempre così perfetto? Con i jeans, la pelle leggermente abbronzata che si intravedeva sotto il colletto di una camicia immacolata. Spostò il tovagliolo e la fece accomodare al piccolo tavolo del salottino.
«Grazie ma non dovevi.»
«Per te questo ed altro» e sorrise, di nuovo, provocandole un brivido nel basso ventre. Notò le fragole, il cioccolato i croissant, caffè e il latte, pane e marmellate.
«Non sapevo cosa avresti preferito» disse Edoardo, alzando di poco l'angolo della bocca.
«Mi fai compagnia» le chiese Alice sottovoce, lo stava stuzzicando. Le piaceva vederlo in difficoltà e sperava di giocarci per molto tempo ma Edoardo prese la sedia e si sedette avvicinandosi al suo viso come se volesse assaggiarla.
«Una fragola signorina?»
Era troppo bello pensare che quel gioco potesse durare più di una colazione, Alice fece segno di sì con la testa e lui le avvicinò la fragola tenendola in bocca. Per un attimo Alice ebbe l'impressione di veder un vecchio film, solo che erano loro i protagonisti.
«Non penserai spero, che io prenda la fragola dalla tua bocca?» disse incespicando nelle parole, anche perché la sua mente le diceva di non farlo ma il suo corpo le cominciava altro. Lui abbassò gli occhi e con la mano fece segno di avvicinarsi. Lei si accostò passandosi la lingua sulle labbra e morse la fragola cercando di non toccare quelle di Edoardo. Quando la morse, il succo cadde sulla sua coscia nuda, allontanò il viso e vide che Edoardo si era abbassato a leccarlo, finendo con un bacio sensuale. Prese i suoi capelli morbidi, profumati e li tenne stretti nella sua piccola mano e alzando la testa Edoardo risalì per baciarla. La vestaglia si aprì sotto il tocco leggero di Edoardo, la sua mano calda sfiorò un seno turgido e rimanendo ancora seduto dinanzi a lei la prese per la vita sollevandola quasi senza fatica, per farla aderire meglio al suo petto. Alice si trovava nella posizione di controllo, era stato bravo Edoardo a darle la possibilità di rinunciare ma lei lo voleva, il cuore le balzò in gola sotto i suoi baci lenti e sensuali, a cavalcioni su di lui lei gli sbottonò piano i bottoni della camicia per accarezzare un petto poderoso che sotto le sue dita si increspava come il mare colpito dal vento, un mare che forse avrebbero navigato insieme. La cintura di Edoardo le punzecchiava la pelle e la slacciò, era davvero quello che voleva? Lui le prese il viso fra le mani e glielo chiese: «Lo vuoi davvero?»
«Si, toccami.»
Edoardo si alzò prendendola fra le braccia e lentamente si diresse verso la camera da letto, si sdraiò sul corpo desideroso e impaziente di Alice, iniziando a segnare con la lingua le cosce, salendo con calma verso l'interno per poterla baciare là dove nasceva ogni suo piccolo desiderio, di nuovo lei gli afferrò i capelli e in un sussurro gli disse di non smettere.
«Mi piace quando parli, mi eccito ancora di più» asserì lui per poi rituffarsi sui suoi riccioli sotto i quali si apriva una splendida conchiglia rosa.
La sottomissione alla quale lo spingeva Alice non aveva niente a che fare con la sensazione di renderla soddisfatta e mentre lei raggiungeva il piacere sotto le spinte generose della sua lingua ansimò nel suo nome. Edoardo non le diede il tempo di riprendersi, il suo membro non chiedeva altro che essere abbracciato dal calore di un altro orgasmo e trattenendo il respiro venne, baciando Alice talmente bramoso che quasi le tolse il respiro. Si spostò coprendosi con il lenzuolo e le chiese se andava tutto bene, Alice si sentiva come svuotata da tanta passione e gli rispose che doveva riprendere fiato, Edoardo le passò una mano sotto la testa costringendola ad avvicinarsi al suo petto, che ancora tamburellava scosso dal piacere. Lei si appoggiò timidamente e lui le solleticò la pelle con le dita, le baciò i capelli e si comportò come se non fosse stato soltanto un momento di forte passione o di sesso. Ma forse era Alice che si stava illudendo che potesse continuare.
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Bad Girl
ChickLitCosa accadrebbe se ad un colloquio di lavoro ti venisse chiesto di fare sesso? A quante è capitato? A me si. Mi chiamo Alice, ho trent'anni, vivo da sola e a volte con il mio fidanzato, una coppia gay come vicini di casa sui quali posso sempre conta...