Capitolo 4
Le persiane erano ancora chiuse e la segretaria, la bella e capace Serena non era ancora arrivata. Edoardo sospirò rumorosamente e azionò i condizionatori prima di schiacciare il pulsante per far alzare le tapparelle e far entrare la luce dalle finestre. Aspirò forte il profumo del legno antico, controllò l'orologio e pensò che forse aveva il tempo di scendere al bar a prendere l'ennesimo caffè. L'ansia di rivederla si stava facendo strada lasciandolo inerme di fronte alle sue emozioni. L'ascensore si aprì, le scarpe non fecero rumore sulla moquette beige e super pulita che adornava il pavimento dell'ascensore. La sua altezza e prestanza fisica lo facevano sembrare un eroe dei tempi passati, si era fermato a guardarsi nello specchio mettendosi a posto i capelli, quando le porte si aprirono il sorriso di Serena accese anche il suo.
«Buongiorno Serena, gradisce un caffè? È ancora presto.»
«Volentieri grazie.»
Serena reggeva un paio di raccoglitori che aveva portato a casa per finire un lavoro che serviva per la certificazione di qualità. Edoardo gli era molto grato e le avrebbe fatto un regalo in denaro per aver passato il week-end a lavorare.
«È riuscita a fare tutto? Domani abbiamo l'incontro.»
«Si, tutto fatto e le ho mandato anche una mail. Ma penso che lei non l'abbia ancora vista.»
Effettivamente non aveva neanche pensato ad accendere il pc per controllare le mail, aveva staccato il cervello ascoltando solo il suo cuore, che ogni tanto nei due giorni passati si era assentato per dar spazio alla ragione. Da molto tempo era preda di responsabilità e impegni vari, il prossimo sarebbe stato la riunione con i soci dell'Associazione benefica e la raccolta fondi che Ginevra stava preparando per il fine settimana, presso un albergo molto in voga in riva al mare. Edoardo avrebbe portato il costume e sperava che Alice potesse partecipare, prima per comprendere le dinamiche operative e poi perché gli faceva piacere averla in un luogo lontano dal lavoro. Il caffè gli scottò la lingua e lui fece una faccia buffa tanto che Serena rise.
«Quando comincia la ragazza nuova?» Gli chiese Serena seria.
«Oggi. Potrebbe aiutarla ad ambientarsi? Ho molte cose da fare stamattina.»
Chissà perché il sorrisino di Serena l'aveva messo in allarme, era una donna pratica ed efficiente ma a volte lui pensava che ci vedeva davvero lungo. Gli era capitato di intuire i suoi pensieri prima che lui li formulasse, sembrava una veggente, si presentava con i rapporti sui clienti senza che lui glieli avesse chiesti.
«L'avevo già messo in agenda, potrò dedicarle il tempo necessario. Fino a mercoledì come lei sa, devo preparare molte pratiche, poi ci sono gli appuntamenti con i clienti e gli imprevisti, soprattutto legati alla signorina Abruzzo.»
Edoardo non poté fare a meno di darle ragione e ridere con lei, era vero, Ginevra era insopportabile e molte volte era andata in ufficio da Edoardo per dirgli di licenziarla, per poi cambiare idea subito dopo. Rientrarono in ufficio, Edoardo teneva ancora in mano i raccoglitori e Serena aprì la porta, fu felice di notare che l'ufficio era fresco e il sole inondava le stanze. Lui posò il tutto sulla sua scrivania e gli disse che appena sarebbe arrivata la ragazza nuova poteva farla accomodare nel suo ufficio. Il campanello suonò e Serena si affrettò per aprire la porta.
«Buongiorno» disse Alice un po' in ansia.
«Buongiorno, sono Serena la segretaria dello studio.»
Si strinsero la mano e le disse che il Notaio l'aspettava nel suo studio, bussò discretamente e lui gli disse di entrare.
Quando la vide nel suo completo nero pantaloni e giacca abbassò gli occhi, sarebbe stata una dura lotta tra il suo innato senso della bellezza e l'ostica nuova arrivata. Edoardo si alzò per porgergli la mano e lei sentì una stretta forte e delicata, la mano calda e curata di Edoardo le procurò un dolce solletico al palmo.
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Bad Girl
ChickLitCosa accadrebbe se ad un colloquio di lavoro ti venisse chiesto di fare sesso? A quante è capitato? A me si. Mi chiamo Alice, ho trent'anni, vivo da sola e a volte con il mio fidanzato, una coppia gay come vicini di casa sui quali posso sempre conta...