Capitolo 33

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Capitolo 33

In ufficio Ivano era alle prese con un contratto matrimoniale fatto più di cinquanta anni prima e continuava a scorrere il dito sulle lettere battute a macchina.

"Morganatico" pensò, trattenendo un pensiero su come i tempi fossero cambiati.

Si alzò dalla sua poltroncina e con i fogli in mano si diresse verso l'ufficio di Serena. Stazionò un poco davanti a lei in piedi, aspettando che finisse di parlare al telefono e quando lei alzò il suo dolce viso, lui sorrise.

"Ne hai mai sentito parlare?» e gli passò il foglio.

Serena lesse attentamente il documento e fece di no con la testa.

«Non pensavo che esistesse ancora questa clausola.»

«A dire il vero, l'ho studiato ma non credevo di ritrovarmelo fra le mani.»

«Cosa hai intenzione di fare?»

Ivano pensò che forse avrebbe aspettato il rientro di Edoardo per chiedergli un consiglio ma si ricordò anche, che poteva domandare a un suo amico avvocato, forse lui ne sapeva di più.

«Adesso prenderò informazioni e ti faccio sapere» disse mentre si girava su sé stesso per ritornare al suo posto. Si prese la camicia fra le dita per staccarla dalla pelle che per il caldo gli si era appiccicata addosso. Soffiò verso il basso e il respiro caldo che gli attraversò il torace lo fece tornare indietro a qualche ora prima, a un abbraccio e un sorriso, e di conseguenza pensò al fresco corpo di Davide.

In negozio il tempo si era fermato e Davide controllava le scorte delle scarpe, l'estate aveva fatto aumentare le vendite, gli incassi avevano avuto un incremento notevole e gli sarebbe piaciuto concedersi una vacanza più lunga della solita settimana. Laura lo chiamò perché un cliente chiedeva esplicitamente di lui. Si affrettò a posare il raccoglitore sulla piccola scrivania che aveva sul retro e uscì leggermente accaldato. Era un cliente storico, di solito acquistava due o tre paia di scarpe con accessori coordinati e Davide gli sorrise tendendogli la mano.

«Che piacere vederti, è da un po' che non passi di qua.»

«Sono stato all'estero e sono tronato solo da pochi giorni.»

«Ti posso offrire un caffè o gradisci qualcosa di fresco?»

«Va bene il caffè.»

Laura capì al volo e chiamò il bar aggiungendo all'ordine un succo d'arancia fresco per lei.

L'uomo dal viso rotondo e solare gli raccontò del suo ultimo viaggio, dicendogli che aveva acquistato in riva al mare un piccolo appartamento sulla costa della California. Davide lo ascoltava attento e pensò che gli sarebbe piaciuto andare in vacanza in America.

«Quando chiudi e vai in ferie?» gli chiese il cliente.

«Ad agosto, se riesco vorrei concedermi un paio di settimane di mare.»

«Se vuoi puoi venire con me, sarò libero in quel periodo.»

Davide si riscosse, lo stava corteggiando, non si era mai accorto che gli piacesse o forse se n'era accorto ma non voleva prendere la situazione sul serio.

«Dovrei chiedere al mio ragazzo. È invitato anche lui?» domandò sorridendo.

«No. È solo per te.»

"Marpione", pensò Davide e sorrise di novo abbassando la testa.

«Passerò domani per le scarpe e fammi sapere cosa hai deciso» e così dicendo si volatizzò uscendo fra la folla di turisti che inondavano la galleria in centro.

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