Capitolo 30

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Capitolo 30

Serena evidentemente stanca ma felice stava aprendo le tapparelle e arieggiando le stanze. Lo fece anche per l'ufficio di Edoardo anche se lui stava ancora dormendo facendosi cullare da un sogno rassicurante.

Aveva acceso la macchinetta del caffè e sapeva che da un momento all'altro sarebbero arrivati i colleghi con i quali stava condividendo la sua vita.

Ivano entrò sorridendo tenendo la porta ad Alice, subito dopo fu il turno di Daniela e Lorenzo che si lasciarono le mani prima di entrare.

«Buongiorno, ragazzi» disse Serena.

Risposero al suo saluto con allegria e notando l'espressione dolce sul suo viso si rincuorarono, forse aveva superato il dolore, la tristezza della perdita e della solitudine. L'avvocato Torro aveva fatto un buon lavoro, il corteggiamento serviva a renderla felice è questo era un bene per lei. Sottovoce Alice le chiese come era andata la serata e lei di rimando fece un ok con le dita, sorridendo.

Era diverso per Edoardo, che in spiaggia cercava di accontentare Filippa sperando che facesse presto amicizia con qualche bambina della sua età. Quando finalmente si sedette sulla sdraio inforcò gli occhiali da sole e si rilassò ascoltando il rumore del mare. Aveva deciso di prendere un ombrellone in prima fila per tenere d'occhio sua sorella sul bagna asciuga. Si stava godendo il chiacchiericcio soffocato dei vicini quando un brivido gli percorse il corpo, un bicchiere ghiacciato gli stava accarezzando il collo. Aprì gli occhi e nel contempo alzò gli occhiali.

«Scusa ti ho spaventato?»

La pelle abbronzata e lucida, le mani delicate che stringevano un cocktail colorato, gli occhi neri leggermente allungati e i capelli che le sfioravano il seno trattenuto da un piccolo triangolo di stoffa, gli diedero una scossa di eccitazione.

«Si.»

«Mi spiace. Sono Brigida dell'animazione. Ai nuovi arrivati diamo il benvenuto con un cocktail. Prendi.»

Edoardo allungò la mano e si portò alla bocca la cannuccia.

«Delizioso, grazie ne avevo veramente bisogno.»

«Vedo che sei qua con tua figlia, quanti anni ha?»

«Non è mia figlia è mia sorella. Ha dieci anni.»

Brigida sembrò sollevata nel sentire che non era sua figlia, in fondo dalla sera prima le aveva messo gli occhi addosso.

«Ora vado, ci vediamo più tardi? C'è un torneo di palla a volo, se vuoi partecipare ti inserisco.»

Lui non aveva voglia di fare niente, anzi se avesse potuto avrebbe dormito tutto il giorno.

«Lasciami riposare un po', magari nei prossimi giorni.»

La ragazza si allontanò camminando lentamente come se da un momento all'altro si aspettasse che lui la chiamasse.

Il telefono vibrò sulla coscia di Edoardo e rispose felice.

Davide era in negozio con Laura e i saldi facevano entrare parecchie persone, fuori che guardava attraverso la vetrina c'era Alberto con Andrea.

«Scusa Laura esco un momento.»

Si diresse verso i due per salutarli e Alberto gli presentò il suo assistente dichiarando il suo stato.

«Ti sei fidanzato era ora. Piacere di conoscerti» e allungò la mano per stringere quella di Andrea.

«Volevamo entrare ma sei molto occupato, ci vediamo nel tardo pomeriggio, dovrei comprare delle scarpe più leggere.»

«Torna verso le sette, all'ora di chiusura ci saranno meno persone così ti posso seguire io.»

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